Un trimestre da incorniciare per Piazza Affari

Economia
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Da gennaio il mercato milanese calamita per gli investimenti: per ritrovare performance così positive, bisogna risalire all'estate 2009. In questo inizio anno, il Ftse Mib ha guadagnato il 14%, staccando gli altri principali indici europei ed Eurostoxx50

di Vittorio Eboli e Federico Leardini

Un trimestre da incorniciare per Piazza Affari e per tutti i risparmiatori che hanno puntato sul nostro mercato ad inizio anno. Per ritrovare performance così positive, bisogna risalire infatti all'estate 2009, quando l'indice milanese iniziava la risalita dai tracolli del periodo post Lehman Brothers (il picco negativo fu toccato nel marzo di quell'anno).

In questo inizio anno, il Ftse Mib ha guadagnato il 14%, staccando nettamente gli altri principali indici europei e lo stesso Eurostoxx50, il paniere delle grandi industrie dell’Eurozona, vero polso dell'andamento azionario continentale (che sale del 2%).
Grazie,  soprattutto - spiega a SkyTG24.it Gregorio De Felice, capo economista di Intesa Sanpaolo - all'uscita dalla recessione e alla 'riscoperta' dei paesi dell'Europa mediterranea, quelli più colpiti dalla crisi dello Spread.

A dare la spinta propulsiva ai listini sono i titoli del settore bancario, che occupano quasi per intero il podio dei maggiori rialzi.
Regina del Ftse Mib è la Banca Popolare di Milano (+62%), protagonista di una complessa ristrutturazione della struttura societaria, seguita a ruota dal Monte dei Paschi di Siena (+51%) che riemerge da una fase difficile, con l'uscita graduale dall’azionariato della Fondazione e l'ingresso di molti nuovi soci.

Parallelamente all’incremento di valore in borsa, infatti, cresce l’interesse dei grandi investitori internazionali per le nostre big del credito. Capofila nelle operazioni recenti è il gruppo statunitense Blackrock, primo fondo d’investimento al mondo, che nel giro di qualche settimana è salito al 5% delle quote in Intesa Sanpaolo, Unicredit e Mps e sembra ora interessata a partecipare all’aumento di capitale del Banco Popolare.

Il miglioramento del settore finanziario è legato a doppio filo alla diminuzione degli spread sui titoli di stato, visto che i nostri istituti di credito ne detengono in gran quantità nelle loro casseforti: col differenziale tornato in area 170 punti (ossia dove era a inizio 2011), anche il nostro indice azionario è risalito, proprio ai livelli di tre anni fa, prima della calda estate 2011 che portò l'attacco speculativo al nostro debito pubblico.

Al di fuori dei titoli bancari, trimestre di acquisti per Fiat (+35%), che in questi mesi ha completato l’integrazione con Chrysler e presenta ambiziosi piani di crescita per il prossimo quadriennio, che, pur scontando la debolezza del mercato europeo, piacciono agli investitori.

Inizio 2014 in retromarcia, invece, per il settore del lusso (e del made in Italy in generale): Tod's, Ferragamo e Yoox hanno visto ridursi, in soli 3 mesi, la valutazione di borsa di circa 20%. Nessun allarme, però, spiega l’analista di MF Gialunca Defendi, dal momento che molti operatori hanno deciso di vendere, dopo che i titoli avevano raggiunto quotazioni record a fine 2013.
Prese di profitto, quindi, ampiamente fisiologiche, in un contesto di ricavi crescenti per i nostri big del lusso, anche se l’euro forte rischia di rappresentare un ostacolo e di erodere margini di guadagno futuri.

Piazza Affari regina d’Europa, dunque, grazie a un’economia reale che sembra dare lenti ma solidi segnali di miglioramento e dal rinnovato interesse di fondi americani e asiatici (emblematico il caso della People’s Bank of China che ha investito più di 2 miliardi di euro per salire al 2% delle quote di Enel e Eni) che, come sottolinea De Felice sono "incuriositi e attratti dalla volontà di svolta del nuovo governo instauratosi nel periodo considerato".

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