Lavoro, Camusso: "Il governo crea più precarietà"

Economia

La leader della Cgil critica le misure previste dal Jobs Act: "Chi pensa che il tema della crescita in Italia siano le tipologie di contratto sbaglia". Il ministro del Lavoro Poletti difende i provvedimenti: "Ora le aziende non avranno paura ad assumere"

Il Jobs Act, il pacchetto di interventi del governo Renzi approvato dal Consiglio dei ministri del 12 marzo per rilanciare l'occupazione, non convince la Cgil. Susanna Camusso, che pur ha espresso un giudizio positivo sui provvedimenti economici decisi dal Cdm, intervistata a Sky TG24 sottolinea che con il decreto Poletti si crea più precarietà. E anche su Twitter ribadisce, usando la stessa hashtag lanciata dal premier:



Camusso: "Il problema della crescita non sono le regole del mercato del lavoro" - Intervenendo poi da Palermo la leader della Cgil ha aggiunto: "Sul decreto legge Poletti non ci siamo, quello che abbiamo visto va nella direzione opposta. Ogni tanto assistiamo a metamorfosi, faccio fatica a leggere quello che dichiara oggi il ministro rispetto a quello che diceva quando guidava la Lega delle cooperative e cioè che, in piena crisi, bisognava assumere a tempo indeterminato mentre ora che stiamo uscendo dalla crisi si fanno provvedimenti sui contratti a termine senza causale e si svalorizza l'apprendistato. C'è qualcosa che non torna". "Bisogna prestare attenzione a quello che si sta facendo nel mercato del lavoro - ha sostenuto - l'abbiamo detto con una regolarità da orologio svizzero. Chi continua a pensare che il tema della crescita nel nostro Paese siano le regole del mercato del lavoro, insegue una politica che abbiamo già visto fare tante volte. E che non ha determinato la crescita né nel nostro Paese né in altri. Ci pare che non abbiano capito bene, bisogna fare ancora qualche ripetizione". 

Poletti: "Ora le imprese non avranno più paura di assumere
" - A difesa del Jobs Act è sceso in campo invece il ministro del Lavoro Poletti che, in un'intervista a Avvenire, ha affermato che "ora un imprenditore che è nelle possibilità di aumentare il personale della sua azienda potrà farlo in modo semplice, in piena tranquillità e senza aver paura di nulla - ha spiegato - in un colpo solo abbiamo ridotto drasticamente sia gli adempimenti burocratici sia la possibilità di dar vita a contenziosi". Interpellato dall'Unità, il ministro ha poi aggiunto che "ora noi consentiamo alle imprese di avere lo stesso lavoratore per 3 anni a fare lo stesso lavoro. E pensiamo che sia il modo migliore perché poi sia stabilizzato, senza invece imporlo con norme che avevano l'effetto opposto: mandavano i lavoratori a casa". Con un contratto di 36 mesi,  "l'impresa - continua il ministro - viene incentivata a stabilizzare - non a rendere flessibile - il lavoratore perché lo ha formato, conosciuto, valutato per 3 anni e ha tutto l'interesse a tenerlo con sé".

Squinzi: eliminare effetti negativi riforma Fornero
- Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi si è sentito telefonicamente oggi, venerdì 14 marzo, proprio con il ministro Poletti dal quale ha garanzie su alcuni punti del testo del dl sul lavoro. "Per semplificare ritengo che vadano eliminati alcuni aspetti negativi della Riforma Fornero, il ministero del lavoro ci sta lavorando; prima di sera o domani uscirà il testo definitivo, solo allora ci esprimeremo in maniera compiuta sul giudizio". Squinzi ha poi ribadito che per Confindustria la priorità è il costo del lavoro e il cuneo fiscale (VIDEO).

Cosa prevede il Jobs Act - Il Jobs Act del governo si compone di dieci articoli, quattro in un decreto legge che puntano a favorire il rilancio dell'occupazione, e sei in un disegno di legge delega in cui si affronta invece la semplificazione di contratti a termine e apprendistato. Nello specifico il decreto legge prevede il prolungamento da 12 a 36 mesi per la durata del primo rapporto di lavoro a tempo determinato per il quale non è richiesta la causale. Meno vincoli anche per l'apprendistato, per cui non sarà più necessario confermare i precedenti per assumerne di nuovi. Viene inoltre smaterializzato il Durc (Documento unico regolarità contributiva) snellendo le procedure burocratiche per le imprese.
Nel disegno di legge delega invece si prevede un sistema di ammortizzatori sociali universale per tutti i disoccupati in base ai contributi versati, riformulazione della cig, allargamento dell'assegno per disoccupazione anche per i i co.co.co., semplificazione per gli adempimenti burocratici per gestire i rapporti di lavoro, riordino delle forme contrattuali attraverso la redazione di un testo organico che possa anche prevedere l'introduzione sperimentale di ulteriori tipologie "con tutele crescenti per i lavoratori coinvolti" e l'introduzione universale dell'indennità di maternità (anche per i contributi alla gestione separata); diritto per le lavoratrici madri parasubordinate all'assistenza anche in caso di mancato versamento dei contributi da parte del datore di lavoro.

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