G20, Letta: l'Italia si impegna a ridurre il cuneo fiscale

Economia

Il premier da San Pietroburgo: tra le priorità c'è l'intervento sulla differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto incassato effettivamente dal lavoratore. Saccomanni: i nostri impegni saranno "oggetto di monitoraggio nei prossimi mesi"

"Serve un'Italia stabile da tutti i punti di vista". A dirlo è Enrico Letta a San Pietroburgo da dove spiega che tra le priorità indicate dall'Italia al G20 c'è la riduzione del cuneo fiscale cioè la differenza tra quanto pagato dal datore di lavoro e quanto incassato effettivamente dal lavoratore. E' uno degli impegni presi dal nostro Paese sul piano economico e in termini di riforme che, spiega il ministro dell'Economia Saccomanni, saranno "oggetto di monitoraggio nei prossimi mesi" da parte della comunità internazionale. Parole che arrivano nella stessa giornata in cui una relazione del Tesoro al Parlamento allegata al dl Imu avverte: la contrazione del Pil 2013 sarà "maggiore di quella prevista nel quadro macroeconomico del Documento di Economia e Finanza, pari all'1,3% per l'intero anno, a causa del risultato negativo del primo trimestre". Si conferma la ripresa nel quarto trimestre.

Gli impegni italiani -
Il presidente del Consiglio ha ribadito al G20 il rispetto degli impegni di finanza pubblica mantenendo il rapporto deficit/Pil entro il tetto del 3%, ma ha sottolineato che all'interno di questi spazi il governo varerà misure di stimolo alla crescita e all'occupazione. Tra le priorità che il governo ha sottoscritto al G20 c'è dunque la riduzione del cuneo fiscale - Letta si è impegnato a consultare le parti sociali - e il rimborso entro fine 2014 di tutti i debiti commerciali alle imprese fornitrici della pubblica amministrazione.  "Ho trovato qui molto interesse nei confronti dell'Italia, nella possibilità che l'Italia giochi un ruolo e che ci sia stabilità. Ho trovato la voglia di un partner che evita di guardarsi l'ombelico", ha detto Letta.

Aiuti umanitari per la Siria -
Facendo il bilancio del vertice, il premier ha parlato di "profonda delusione" per le divisioni tra i capi di Stato e di governo sull'opportunità di attaccare la Siria. Pur senza partecipare agli eventuali raid contro il regime di Damasco, "l'Italia parteciperà per un ammontare di 50 milioni di dollari all'impegno umanitario".

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