Fiat, Marchionne: "Disponibile a incontrare la Fiom". VIDEO
EconomiaL'ad del Lingotto dopo la sentenza della Consulta: "Sì a un incontro con Landini", ma "non mettiamo in discussione gli accordi esistenti" . E sulla pronuncia della Corte Costituzionale: "Aggiunge incertezza". Mentre su Rcs: "E' un valore da proteggere"
Fiat è pronta a incontrare la Fiom, attualmente esclusa dalle rappresentanze negli stabilimenti perché non firmataria degli accordi sindacali, a condizione di non mettere in discussione le intese esistenti. A dirlo è l’ad Sergio Marchionne da Adessa (Chieti), per i nuovi investimenti previsti per lo stabilimento Sevel.
La lettera di Landini - "Ieri ho ricevuto una lettera da Landini che mi chiede un incontro dopo la sentenza della Consulta", ha detto l'Ad Sergio Marchionne. "Noi siamo più che disposti a incontrarli anche se c'è un punto fermo. Non possiamo rimettere in discussione gli accordi esistenti che sono alla base della ripresa di importanti stabilimenti", ha aggiunto.
"La sentenza della Consulta aggiunge incertezza" - La sentenza della Corte ha infatti dichiarato illegittima l'esclusione della Fiom dalle rappresentanze delle fabbriche, in quanto non firmataria dell'accordo aziendale (così come previsto dall'articolo 19 dello Statuo dei lavoratori). Dopo la pronuncia, il sindacato ha chiesto al governo di convocare al più presto un tavolo col Lingotto. Ma a proposito della sentenza, Marchionne ha dichiarato: "Stiamo incontrando molte più difficoltà di quelle che non avremmo immaginato, che mettono a serio rischio ogni passo successivo. La sentenza della Consulta aggiunge incertezza".
"Comportamenti violenti non sono esercizio di diritti" - "Non vogliamo mettere in discussione gli investimenti annunciati ma non possiamo accettare che comportamenti violenti e il boicottaggio del nostro impegno vengono considerati esercizio di diritti anche da parte di autorevoli istituzioni" ha poi detto l'ad della Fiat, in quello che sembra uno strascico della polemica con la presidente della Camera Laura Boldrini.
700 milioni di investimenti in Sevel - "Senza regole certe questo alla Sevel è l'ultimo investimento” ha continuato il numero uno del Lingotto, a proposito dello stabilimento di Adessa: "La Fiat "può prendersi in carico tutte le incertezze legate ai cicli economici perché questo fa parte del nostro mestiere. Ma quello che non possiamo fare è prenderci carico di un sistema che non garantisca regole certe. Non siamo disposti ad assumerci nuovi rischi; prima di nuove iniziative vogliamo la certezza della gestione e un quadro affidabile di diritti".
Nello stabilimento Sevel, dove produce veicoli commerciali leggeri insieme a PSA, Fiat investirà 700 milioni di euro in cinque anni. 550 milioni saranno finanziati da Fiat-Chrysler, 150 milioni da PSA. Lo stabilimento occupa oltre 6.000 persone e ha una capacità produttiva è di circa 300 mila veicoli all'anno.
"Rcs un valore da proteggere" - Da Marchionne anche un breve commento sull'aumento di capitale di Fiat in Rcs: "Noi abbiamo sempre avuto interessi in Rcs, per noi è importante. Si tratta di proteggere qualcosa che è stato nel gruppo da anni, rappresenta qualcosa di valore. Quindi è da proteggere come abbiamo fatto per Fiat nel 2004".
La lettera di Landini - "Ieri ho ricevuto una lettera da Landini che mi chiede un incontro dopo la sentenza della Consulta", ha detto l'Ad Sergio Marchionne. "Noi siamo più che disposti a incontrarli anche se c'è un punto fermo. Non possiamo rimettere in discussione gli accordi esistenti che sono alla base della ripresa di importanti stabilimenti", ha aggiunto.
"La sentenza della Consulta aggiunge incertezza" - La sentenza della Corte ha infatti dichiarato illegittima l'esclusione della Fiom dalle rappresentanze delle fabbriche, in quanto non firmataria dell'accordo aziendale (così come previsto dall'articolo 19 dello Statuo dei lavoratori). Dopo la pronuncia, il sindacato ha chiesto al governo di convocare al più presto un tavolo col Lingotto. Ma a proposito della sentenza, Marchionne ha dichiarato: "Stiamo incontrando molte più difficoltà di quelle che non avremmo immaginato, che mettono a serio rischio ogni passo successivo. La sentenza della Consulta aggiunge incertezza".
"Comportamenti violenti non sono esercizio di diritti" - "Non vogliamo mettere in discussione gli investimenti annunciati ma non possiamo accettare che comportamenti violenti e il boicottaggio del nostro impegno vengono considerati esercizio di diritti anche da parte di autorevoli istituzioni" ha poi detto l'ad della Fiat, in quello che sembra uno strascico della polemica con la presidente della Camera Laura Boldrini.
700 milioni di investimenti in Sevel - "Senza regole certe questo alla Sevel è l'ultimo investimento” ha continuato il numero uno del Lingotto, a proposito dello stabilimento di Adessa: "La Fiat "può prendersi in carico tutte le incertezze legate ai cicli economici perché questo fa parte del nostro mestiere. Ma quello che non possiamo fare è prenderci carico di un sistema che non garantisca regole certe. Non siamo disposti ad assumerci nuovi rischi; prima di nuove iniziative vogliamo la certezza della gestione e un quadro affidabile di diritti".
Nello stabilimento Sevel, dove produce veicoli commerciali leggeri insieme a PSA, Fiat investirà 700 milioni di euro in cinque anni. 550 milioni saranno finanziati da Fiat-Chrysler, 150 milioni da PSA. Lo stabilimento occupa oltre 6.000 persone e ha una capacità produttiva è di circa 300 mila veicoli all'anno.
"Rcs un valore da proteggere" - Da Marchionne anche un breve commento sull'aumento di capitale di Fiat in Rcs: "Noi abbiamo sempre avuto interessi in Rcs, per noi è importante. Si tratta di proteggere qualcosa che è stato nel gruppo da anni, rappresenta qualcosa di valore. Quindi è da proteggere come abbiamo fatto per Fiat nel 2004".