Google: wi-fi in Africa coi palloni aerostatici

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Secondo il Wall Street Journal, il motore di ricerca sta lavorando a diversi progetti per permettere a 1 miliardo di persone nei paesi in via di sviluppo di accedere alla Rete. Con l'obiettivo di far crescere gli utenti connessi e la pubblicità

di Raffaele Mastrolonardo

Obiettivo: il prossimo miliardo. Non di dollari, almeno non immediatamente, ma di persone. Quelle che, secondo il Wall Street Journal, Google vuole far accedere alla Rete nei prossimi anni attraverso una serie di progetti di connettività nei Paesi in via di sviluppo. Progetti che riguardano reti wireless e nuovi dispositivi low-cost dotati di sistema operativo Android per diffondere il web nell'Africa sub-sahariana e nel sud-est asiatico, anche grazie all'aiuto di palloni aerostatici.

Sud Africa e Kenya i primi paesi coinvolti - Secondo quanto riporta il quotidiano economico finanziario, Google porterà avanti queste iniziative in partnership con operatori di telecomunicazione locali aiutandoli a sviluppare modelli di business sostenibili per le nuove reti.
A beneficiare degli investimenti sarebbero le aree rurali dove Internet ancora non arriva ma anche le città dove i network del gigante della Rete contribuirebbero ad aumentare le performance delle connessioni esistenti.
L'azienda, spiega la testata americana, ha già iniziato a fare azione di lobbying con gli enti regolatori di Paesi come Sud Africa e Kenya per cambiare le regole esistenti e agevolare lo sviluppo di nuove reti.

Obiettivo multiplo – Varie le ragioni per cui Google sarebbe pronta a imbarcarsi in questa impresa. La società non ha mai fatto mistero di legare la propria crescita a quella della diffusione di Internet. Un miliardo di utenti connessi in più vuol dire anche più pubblicità online, la fonte che nel 2012 ha portato all'azienda il 95 % delle entrate. Non solo, attraverso la messa a punto di un ecosistema che tiene insieme, reti, dispositivi, sistemi operativi e servizi web, Google si avvicinerebbe, scrive il Wall Street Journal, ad avere “il controllo di ogni aspetto della connessione al web di una persona”.
In questo modo, aggiunge il quotidiano, riuscirebbe anche a raccogliere più informazioni sul comportamento digitale degli utenti. Infine, come beneficio non secondario del piano ci sarebbe l'affrancamento dagli operatori di telecomunicazione che spesso e volentieri hanno mostrato fastidio nei confronti di Google e di altri grandi del web come Facebook, accusati di fare profitti sulle spalle di chi possiede le reti. Il che vale nei Paesi in via di sviluppo come in patria. Non a caso, una strada simile Google l'ha già intrapresa negli Stati Uniti dove, attraverso un proprio network in fibra ottica, offre connessioni super-veloci in alcune città in Kansas, Missouri, Utah e Texas.

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