Lo scambio di merci senza moneta è un’idea che piace a 3 italiani su 4. E' quanto emerge da un'indagine della associazione dei coltivatori, che ha dato vita al castello Sforzesco di Milano al primo mercato del baratto degli agricoltori
Lo scambio di merci senza moneta è un’idea che piace a 3 italiani su 4 che con la crisi aguzzano l'ingegno per cercare di continuare a stare bene. E' quanto emerge da un sondaggio della Coldiretti diffuso in occasione della giornata conclusiva di 'cibi d'Italia' di Campagna amica. Al primo mercato del baratto dell'associazione degli agricoltori, che si è tenuto al castello Sforzesco di Milano, è stato possibile fare la spesa a costo zero con formaggi, salumi, frutta e vino pagati con scarpe, orologi, quadri, libri e cd.
"Si tratta della prima esperienza italiana di mercato di scambio fisico di prodotti alimentari made in Italy, con convenienza reciproca senza spendere un euro", osserva Coldiretti. Una iniziativa per "evidenziare i danni provocati dalla finanza esasperatadegli ultimi anni, ma anche per sottolineare l'importanza di tornare a sostenere l'economia reale in un difficile momento di crisi".
Il successo dello scambio di merci senza moneta, spiega Coldiretti, è testimoniato dal fiorire di iniziative con al centro questa pratica: si va dagli 'swap party' (dall'inglese to swap, scambiare), veri e propri mercati del baratto, agli 'swap shop', i negozi del riciclo di lusso dove si scambiano oggetti e vestiti alla moda che non si utilizzano più, ma anche libri e musica.
"Si tratta della prima esperienza italiana di mercato di scambio fisico di prodotti alimentari made in Italy, con convenienza reciproca senza spendere un euro", osserva Coldiretti. Una iniziativa per "evidenziare i danni provocati dalla finanza esasperatadegli ultimi anni, ma anche per sottolineare l'importanza di tornare a sostenere l'economia reale in un difficile momento di crisi".
Il successo dello scambio di merci senza moneta, spiega Coldiretti, è testimoniato dal fiorire di iniziative con al centro questa pratica: si va dagli 'swap party' (dall'inglese to swap, scambiare), veri e propri mercati del baratto, agli 'swap shop', i negozi del riciclo di lusso dove si scambiano oggetti e vestiti alla moda che non si utilizzano più, ma anche libri e musica.