Squinzi: "Le imprese sono disperate, la cronaca lo conferma"
Economia"Ci sono stati miglioramenti nel testo" del decreto varato dal governo sul pagamento dei debiti della P.A. dice il presidente di Confindustria a SkyTG24. E aggiunge: "Dal 2007, perso l'8% del Pil"
Il testo del decreto legge che sblocca il pagamento dei debiti della pubblica amministrazione alle aziende (40 miliardi in 12 mesi) presenta "sicuramente dei miglioramenti" rispetto alla prima versione. Vicende come il doppio suicidio di Civitanova Marche sono però "tragiche conferme" della disperazione delle imprese. Il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, ospite a SkyTG24 de l'Intervista di Maria Latella, commenta così il decreto varato dal Cdm sabato 6 aprile facendo anche riferimento al triplice suicidio in provincia di Macerata.
Squinzi: "Le imprese sono disperate" - "Non abbiamo il testo definitivo" e quindi "non abbiamo un giudizio compiuto, ma in base alle prime informazioni ci sono stati certamente dei miglioramenti". Si limita sostanzialmente a questo la reazione di Giorgio Squinzi, che rivede quindi in meglio il giudizio di "pateracchio" espresso in base alle prime bozze circolate. Il numero uno degli industriali, però, non si sbilancia oltre, anche se tiene a ricordare che un "intervento immediato è necessario, perché le imprese sono disperate e la situazione è tale che la cronaca ne dà tragiche conferme". Ad oggi, purtroppo, "ci sono stati 62 casi di suicidi di imprenditori, con una situazione largamente diffusa sul territorio" da aree sviluppate come il Triveneto al Sud. "Bisogna mettere i problemi dell'economia reale al centro vita del Paese" afferma. E ricorda che "il carico fiscale in Italia è di 15-20 punti sopra i Paesi che formano il nocciolo duro dell'Unione europea". Quindi, ha aggiunto, "credo che si debba fare un'analisi compiuta della situazione e non allargare ulteriormente il divario con il resto d'Europa", perché "la situazione è di estrema serietà".
L'ammontare totale dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende è infatti superiore ai 91 miliardi di euro dell'ultima stima di Bankitalia, spiega Squinzi, che aggiunge: "Dal 2007 ad oggi, il Paese ha perso l'8% del Pil".
Serve una guida, uomo o donna che sia - Sullo stallo politico del Paese, invece, Squinzi non si sbilancia. All'Italia serve "un governo che affronti i nodi dell'economia reale, non spetta a me dire quale, perché Confindustria è apartitica". Secondo il presidente di Confindustria "dobbiamo assolutamente affrontare i nodi dell'economia reale nei tempi immediati, non possiamo attendere mesi e ancora mesi". Quanto alla possibilità che il Parlamento lavori senza governo, per Squinzi "se opera ci può stare, ma l'importante è prendere provvedimenti reali". Per la carica di presidente della Repubblica, infine, dichiara che è necessario trovare "qualcuno capace di assicurare la stessa guida ferma e sicura" che è stata propria di Giorgio Napolitano. Alla domanda se sia favorevole all'elezione di una donna, Squinzi ha risposto: "Non ho prevenzioni, uomini o donne purché capaci".
Squinzi: "Le imprese sono disperate" - "Non abbiamo il testo definitivo" e quindi "non abbiamo un giudizio compiuto, ma in base alle prime informazioni ci sono stati certamente dei miglioramenti". Si limita sostanzialmente a questo la reazione di Giorgio Squinzi, che rivede quindi in meglio il giudizio di "pateracchio" espresso in base alle prime bozze circolate. Il numero uno degli industriali, però, non si sbilancia oltre, anche se tiene a ricordare che un "intervento immediato è necessario, perché le imprese sono disperate e la situazione è tale che la cronaca ne dà tragiche conferme". Ad oggi, purtroppo, "ci sono stati 62 casi di suicidi di imprenditori, con una situazione largamente diffusa sul territorio" da aree sviluppate come il Triveneto al Sud. "Bisogna mettere i problemi dell'economia reale al centro vita del Paese" afferma. E ricorda che "il carico fiscale in Italia è di 15-20 punti sopra i Paesi che formano il nocciolo duro dell'Unione europea". Quindi, ha aggiunto, "credo che si debba fare un'analisi compiuta della situazione e non allargare ulteriormente il divario con il resto d'Europa", perché "la situazione è di estrema serietà".
L'ammontare totale dei debiti della pubblica amministrazione nei confronti delle aziende è infatti superiore ai 91 miliardi di euro dell'ultima stima di Bankitalia, spiega Squinzi, che aggiunge: "Dal 2007 ad oggi, il Paese ha perso l'8% del Pil".
Serve una guida, uomo o donna che sia - Sullo stallo politico del Paese, invece, Squinzi non si sbilancia. All'Italia serve "un governo che affronti i nodi dell'economia reale, non spetta a me dire quale, perché Confindustria è apartitica". Secondo il presidente di Confindustria "dobbiamo assolutamente affrontare i nodi dell'economia reale nei tempi immediati, non possiamo attendere mesi e ancora mesi". Quanto alla possibilità che il Parlamento lavori senza governo, per Squinzi "se opera ci può stare, ma l'importante è prendere provvedimenti reali". Per la carica di presidente della Repubblica, infine, dichiara che è necessario trovare "qualcuno capace di assicurare la stessa guida ferma e sicura" che è stata propria di Giorgio Napolitano. Alla domanda se sia favorevole all'elezione di una donna, Squinzi ha risposto: "Non ho prevenzioni, uomini o donne purché capaci".