Crisi, gli italiani comprano sempre meno. Consumi -3%

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A gennaio, secondo i dati Istat, si è registrato un calo consistente dei beni alimentari e non rispetto allo scorso anno. Confesercenti: “Nonostante i saldi, calzature e abbigliamento -4,5%”. Giù anche il fatturato e gli ordini dell’industria

Non si arresta il crollo dei consumi, che continuano a registrare un calo consistente sia per i beni alimentari sia per gli altri. Secondo i dati Istat a gennaio, rispetto allo scorso anno, si è verificata una riduzione del 3% sintesi di una riduzione del 2,3% delle vendite di prodotti alimentari e del 3,3% di quelle di prodotti non alimentari. Su base congiunturale la contrazione è dello 0,5%, nonostante i saldi di fine stagione. Travolti dalla crisi, gli italiani insomma risparmiano su tutto, e non soltanto sui beni considerati 'non superflui'. Ad esempio, segnala la Coldiretti, crolla dell'11,3% il numero di famiglie che acquistano frutta a causa dalla crisi e dalla ridotta capacità di spesa nel primo mese del 2013.

Anche i dati su fatturato e ordini dell'industria sono un segnale della 'morsa' della crisi che non accenna ad attenuarsi. A gennaio il fatturato diminuisce dell'1,3% rispetto a dicembre 2012, con un calo dell'1,7% sul mercato interno e dello 0,4% su quello estero. Per quel che riguarda gli ordinativi totali, si registra una riduzione congiunturale dell'1,4%, sintesi di un calo del 3% degli ordinativi interni e un incremento dell'1,3% di quelli esteri.

Tornando ai consumi, secondo il Codacons il dato diffuso dall'Istat "assume contorni drammatici" e dimostra, "senza tema di smentita, che gli italiani non hanno più soldi nemmeno per acquistare cibo". L’associazione dei consumatori segnala come le vendite dei prodotti alimentari siano "ormai in caduta libera dal 2007. Se nei primi anni si poteva pensare ad una riduzione degli sprechi", si legge in una nota, "ora la tesi non regge più". Molto allarmata anche la Confesercenti: "A gennaio nemmeno i saldi riescono a rianimare i consumi: calzature e abbigliamento lasciano sul campo un angosciante calo del 4,5%. Ma è notte fonda anche per gli alimentari con le famiglie che, sempre più intossicate della recessione, hanno preso ormai la strada di una forte razionalizzazione degli acquisti. Lo scenario è desolante: vanno molto male i negozi di vicinato, il cui fatturato precipita del 4,3%, ma non ne escono immuni neanche grande distribuzione e discount".

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