Nel 2012 la somma di lavoratori con contratti a termine e collaboratori supera quota 2,8 milioni di unità. E a gennaio 2013 il tasso di disoccupazione ha toccato la quota record di 11,7%. Pressione fiscale al 44%, Prodotto interno lordo -2,4%
Nel 2012 il numero dei precari in Italia ha superato la quota di 2,8 milioni, divisi tra 2 milioni e 375.000 contratti a termine e 433.000 collaboratori. Lo rivela l'Istat, precisando che per il livello di dipendenti a termine è il più alto dal 1993 e quello dei collaboratori dal 2004, cioè dall'inizio delle serie storiche relative. Ma non è l'unico record negativo registrato dall'Istat.
Disoccupazione all'11,7% - Nel gennaio 2013 infatti la disoccupazione in Italia è salita all'11,7%, il livello più alto dall'inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e dall'avvio di quelle trimestrali, ovvero dal quarto trimestre 1992. In termini assoluti il numero dei senza lavoro sfiora i 3 milioni di persone. Nel solo mese di dicembre i disoccupati sono aumentati di 110mila unità, portando il totale a 2 milioni e 999mila persone.
Disoccupazione giovanile al 38,7% - I numeri si fanno particolarmente drammatici per quanto riguarda le fasce più giovani della popolazione. Tra i 15-24enni, spiega infatti l'Istat, le persone in cerca di lavoro sono 655mila e il tasso di disoccupazione per questa fascia di età è pari al 38,7%, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 6,4 punti nel confronto tendenziale.
Pil in calo del 2,4% - Dati preoccupanti anche per quanto riguarda il Pil italiano, che nel 2012 è diminuito in volume del 2,4% (dato grezzo), così come previsto nell''ultima stima del governo contenuta nella nota di aggiornamento del Def. Nel 2011 l'economia era cresciuta dello 0,4%. Il pil reale nel 2012 è così sceso sotto i livelli del 2001, annullando la risalita dei due anni precedenti. La spesa per consumi finali delle famiglie residenti è crollata in volume del 4,3%.
Record anche per debito e pressione fiscale - Per quanto riguarda poi il rapporto debito-Pil, nel 2012 ha raggiunto il 127% al lordo dei sostegni ai Paesi dell'area euro. Si tratta del livello più alto dal 1990, anno di inizio delle serie storiche confrontabili. Nel 2011 il debito era al 120,8% del pil.
Cresce anche la pressione fiscale complessiva, che nel 2012 è salita al 44%, in aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 42,6% del 2011. Dall'inizio nel 1990 di serie storiche omogenee, non si era mai registrato un valore così alto.
Disoccupazione all'11,7% - Nel gennaio 2013 infatti la disoccupazione in Italia è salita all'11,7%, il livello più alto dall'inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e dall'avvio di quelle trimestrali, ovvero dal quarto trimestre 1992. In termini assoluti il numero dei senza lavoro sfiora i 3 milioni di persone. Nel solo mese di dicembre i disoccupati sono aumentati di 110mila unità, portando il totale a 2 milioni e 999mila persone.
Disoccupazione giovanile al 38,7% - I numeri si fanno particolarmente drammatici per quanto riguarda le fasce più giovani della popolazione. Tra i 15-24enni, spiega infatti l'Istat, le persone in cerca di lavoro sono 655mila e il tasso di disoccupazione per questa fascia di età è pari al 38,7%, in aumento di 1,6 punti percentuali rispetto al mese precedente e di 6,4 punti nel confronto tendenziale.
Pil in calo del 2,4% - Dati preoccupanti anche per quanto riguarda il Pil italiano, che nel 2012 è diminuito in volume del 2,4% (dato grezzo), così come previsto nell''ultima stima del governo contenuta nella nota di aggiornamento del Def. Nel 2011 l'economia era cresciuta dello 0,4%. Il pil reale nel 2012 è così sceso sotto i livelli del 2001, annullando la risalita dei due anni precedenti. La spesa per consumi finali delle famiglie residenti è crollata in volume del 4,3%.
Record anche per debito e pressione fiscale - Per quanto riguarda poi il rapporto debito-Pil, nel 2012 ha raggiunto il 127% al lordo dei sostegni ai Paesi dell'area euro. Si tratta del livello più alto dal 1990, anno di inizio delle serie storiche confrontabili. Nel 2011 il debito era al 120,8% del pil.
Cresce anche la pressione fiscale complessiva, che nel 2012 è salita al 44%, in aumento di 1,4 punti percentuali rispetto al 42,6% del 2011. Dall'inizio nel 1990 di serie storiche omogenee, non si era mai registrato un valore così alto.