Istat: +1,5% per le retribuzioni. Crescita minima dal 1983

Economia

L'aumento del dato medio annuo relativo al 2012 è il più basso da 30 anni. A gennaio 2013 l'indice della fiducia dei consumatori cala a 84,6 da 85,7 di dicembre: è il livello minimo dal '96. Confindustria: "Crescita possibile con maggioranze solide"

Le retribuzioni contrattuali orarie nella media del 2012 sono aumentate dell'1,5% rispetto all'anno precedente. Lo rileva l'Istat, aggiungendo che si tratta della crescita media annua più bassa dal 1983. E' sempre l'istituto di statistica a diffondere nella giornata di lunedì 28 gennaio i dati sul clima di fiducia dei consumatori: nel mese di gennaio 2013 l'indice è calato A gennaio 2013 l'indice del clima di fiducia dei consumatori a 84,6 (da 85,7 di dicembre 2012). Si tratta del livello più basso dall'inizio delle serie storiche dal gennaio del 1996.

2012, la crescita dei salari metà dell'inflazione -
Inoltre, sempre nella media del 2012, la forbice tra l'aumento delle retribuzioni contrattuali orarie e l'inflazione (+3,0%), su base annua, è stata di 1,5 punti percentuali. La crescita dei prezzi quindi è stata doppia rispetto a quella dei salari. Si tratta del divario maggiore, a sfavore delle retribuzioni, dal 1995.

Il pessimismo dei consumatori - Per quanto riguarda il calo dell'indice di fiducia dei consumatori, il record risente di due minimi storici assoluti: toccano i livelli più bassi sia l'indice sul clima di fiducia corrente (a 90,9) sia quello sul clima personale (a 89,3), ovvero giudizi ed attese sulla situazione economica delle famiglie, opinioni sul bilancio familiare, opportunità attuali e future di risparmio.

Confindustria: "Toccato il fondo, possibile ora il rimbalzo" - Una nota di ottimismo arriva però dagli industriali. Nel bollettino Congiuntura flash, Confindustria spiega che l'economia italiana "sta toccando il fondo della dura recessione, la seconda in cinque anni. Si delineano i presupposti di un rimbalzo che può dare avvio alla ripresa". "La sfiducia ha infatti compresso la domanda interna ben oltre quanto giustificato dalla situazione oggettiva dei bilanci familiari e aziendali - si legge nell'analisi mensile - gli acquisti di beni durevoli sono scesi molto più del reddito reale disponibile, gli investimenti sono ai minimi storici in rapporto al Pil e le scorte sono bassissime". "Basilare per la ripartenza è che si sollevi la cappa di paura creata dalla situazione politica interna; perciò è cruciale che l'esito delle imminenti elezioni dia al Paese una maggioranza solida, che abbia come priorità le riforme e la crescita, fornendo così un quadro chiaro che infonda fiducia nel futuro e orienti favorevolmente verso la spesa le decisioni di consumatori e imprenditori" prosegue l'analisi elaborato dal centro studi di Confindustria.

Camusso: "Tutelare potere d'acquisto" - "Bisogna tutelare soprattutto il potere d'acquisto delle retribuzioni che, come vediamo, invece, non è stato tutelato". Questo il commento della segretaria della Cgil Susanna Camusso ai dati Istat. "Questo Paese si sta esplicitamente impoverendo. Una delle ragioni del suo impoverimento è la rassegnazione con cui si fa il blocco dei contratti pubblici, si è scelto da parte dei due precedenti governi di affrontare questa crisi con l'abbassamento del valore del lavoro e delle sue retribuzioni".

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