Mps, l’assemblea degli azionisti dà l’ok ai Monti-Bond

Economia

Via libera all’aumento di capitale per la banca finita al centro dello scandalo derivati. Intanto il titolo tira il fiato in Borsa. Profumo: “Lo stato di salute è solido”. Ma Grillo, giunto a Siena, accusa: "Chi ha preso soldi deve essere processato"

Le casseforti nascoste del Montepaschi di Siena sono state aperte tutte, la magistratura adesso farà il suo dovere e la banca agirà a tutela del proprio patrimonio ma soltanto quando le bocce saranno ferme. Questi, in sintesi, i messaggi lanciati dall'auditorium di Viale Mazzini a Siena dal tandem Profumo-Viola in occasione dell'assemblea degli azionisti che ha dato il via libera all'emissione dei 3,9 miliardi di Monti bond necessari a coprire le perdite di oltre 700 milioni in arrivo dallo scandalo dei titoli “tossici”.
Uno scandalo che ha già portato alle dimissioni dell'ex presidente, Giuseppe Mussari, dalla poltrona dell'Abi e che presto potrebbe portare a nuovi rilievi dal fronte giudiziario con reati probabili quali falso in bilancio, ostacolo alla vigilanza e aggiotaggio. Il tutto mentre il tam-tam di polemiche mediatico-elettorali non si è arrestato neanche nella giornata di venerdì 25 gennaio, anche se in Borsa il titolo ha finalmente tirato il fiato (+11% a 0,25 euro) nonostante il frenetico scambio di titoli (è passato di mano il 12%). "Il rimbalzo a Piazza Affari - ha commentato l'ad Fabrizio Viola - credo che sia una cosa naturale dopo aver fatto un meno 20% in tre giorni. Il mercato si sta rendendo conto che il problema c'è ma è gestibile".

Da Siena, quindi, è arrivato il via libera degli azionisti ai Monti bond, mentre il primo azionista, la Fondazione Mps di Gabriello Mancini, ha aperto alla via dell'azione di responsabilità a tutela degli interessi propri e di tutti gli azionisti. La delibera, arrivata dopo oltre 7 ore alla presenza di oltre 370 soci (in rappresentanza di 942 aventi diritto, pari al 53,77%), è stata approvata dal 98,75% dei presenti, pari al 52,11% del capitale. Sia Viola che il presidente Alessandro Profumo hanno ribadito quindi l'impegno a "rimborsare gran parte del debito" entro il 2015 e allontanato sempre più lo spettro della nazionalizzazione. Quanto ai dividendi, ha detto Viola, "si vedrà di volta in volta".

A proposito dei titoli tossici, i due banchieri hanno ribadito che non si tratta di derivati ma di pronti contro termine e pertanto "il livello di rischio è molto più contenuto". "Le analisi sono ancora in corso, entro la prima decade di febbraio il Cda fornirà al mercato i numeri nel dettaglio". La perdita da 730-740 milioni per il 2012 resta comunque sempre più verosimile. Viola ha aggiunto poi di non essere "a conoscenza" di altre casseforti da aprire e che "per poter dire la parole fine occorre terminare il lavoro. Ancora un po' di prudenza ci vuole".
L'assemblea di è stata  caratterizzata da attacchi e polemiche, in primis quelle del leader del Movimento 5 Stelle, Beppe Grillo, che vede il caso Montepaschi "peggio di Parmalat e della tangentopoli di Craxi". Per non parlare poi di Profumo che a suo avviso "ha un curriculum inadatto per questo ruolo essendo indagato per frode fiscale" nell'ambito della vicenda Brontos risalente agli anni in UniCredit, mentre Mussari "è incapace anche di fare un bonifico".

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