Secondo il presidente del tribunale amministrativo parte dei recuperi andrebbe destinata ad abbassare la pressione fiscale "per dare vita a un nuovo patto sociale". Secondo l'Eures il 68% degli italiani pensa che gli evasori debbano andare in carcere
Nella lotta all'evasione fiscale "è necessario poter contare su un'elevata sensibilità politica e su un ampio consenso sociale". A dirlo è il presidente della Corte dei conti, Luigi Giampaolino, intervenendo di fronte alla Commissione Finanze e Tesoro del Senato. "Il recupero di quote crescenti di evasione - ha sostenuto - rappresenta una delle condizioni per il riequilibrio della finanza pubblica, per il contenimento delle sperequazioni distributive e per l'avvio della ripresa economica".
Un nuovo patto sociale - In altre parole, è necessario "destinare" almeno parte dei recuperi della lotta all'evasione alla riduzione del prelievo complessivo", sostiene l'alto magistrato contabile, spiegando che sarebbe "un modo per dare concretezza ad una sorta di "patto sociale", basato su un diffuso consenso nei confronti dell'azione di riduzione dell'evasione".
Solo da Iva e Irap elusi 43 miliardi - L'elusione fiscale resta infatti una delle cause principali della crisi italiana. Se l'evasione del 1970, spiega Giampaolino "fosse pari al livello statunitense (inferiore di 3 punti) il debito pubblico sarebbe stato, dopo 20 anni, molto più basso (76% del Pil invece di 108%) e l'aggiustamento necessario per riequilibrare la finanza pubblica molto meno impegnativo." Attualmente invece, sommando Iva e Irap, il minor gettito lordo ammonta a oltre 46 miliardi l'anno, spiega il presidente della Corte dei Conti, durante la sua audizione. E nell'area che resta fuori (Irpef, Ires, altre imposte sugli affari e contributi previdenziali) "si collocano forme di prelievo che lasciano presumere tassi di evasione non molto dissimili" rispetto a quelli di Iva e Irap.
Eures: italiani bocciano efficacia lotta all'evasione - Intanto sul fisco italiano interviene anche l'Eures nel suo terzo rapporto sull'evasione fiscale in Italia. Secondo i dati raccolti dall'ente europeo quasi due italiani su tre (il 63,3%) bocciano l'azione del Governo in materia di contrasto all'evasione fiscale, definendola "poco" (44,6%) o "per niente efficace" (18,7%), a fronte del 36,7% di opposta opinione.Il giudizio di inefficacia sull'impegno del Governo nella lotta all'evasione fiscale, trova piena conferma in tutte le componenti del campione, con i valori più alti tra i giovani (69,8% nella fascia 18-29 anni) e i disoccupati (75%), mentre non si rilevano scarti significativi tra lavoratori autonomi (62,6%) e dipendenti (62,4%) ed in base all'area geografica (64,2% al Nord, 62,8% al Centro e 62,7% al Sud).
Per quasi il 70% evasori in galera - L'inadeguatezza delle politiche di contrasto all'evasione fiscale e la sua grande diffusione quotidianamente avvertita (e/o subita) dai cittadini - prosegue il Rapporto Eures - sembra spiegare l'atteggiamento di intransigenza verso gli evasori emerso nell'opinione pubblica: il 68,7% degli intervistati si dice favorevole a trasformare l'evasione in reato penale (con percentuali che raggiungono il 77,8 tra gli under 30, il 73,7 tra i lavoratori dipendenti ed il 75,1 tra pensionati, casalinghe e studenti), mentre soltanto il 18,3 sarebbe contrario a tale ipotesi (il 33% tra i lavoratori autonomi) e il restante 13% non esprime una posizione definita.
Nessun passo indietro nell'evasione - Un sentimento che viene forse giustificato nell'ampia diffusione che ha ancora oggi l'economia "in nero". Sempre secondo l'Eures "tra il 2004 e il 2012 la propensione degli artigiani, dei liberi professionisti e dei commercianti a non rilasciare scontrini, fatture o ricevute non segna alcun passo indietro confermandosi l'evasione fiscale uno dei principali ostacoli al risanamento economico dell'Italia. Nonostante il 2012 registri per quasi tutte le categorie osservate una flessione dei comportamenti fiscalmente illeciti rispetto al 2007, anno che presenta i valori più alti, le percentuali riscontrate si riallineano infatti a quelle del 2004, replicando l'immagine dell'evasione fiscale fissata nel decennio precedente".
Lezioni private e dentisti i meno ligi - C'è di più: per alcune delle figure analizzate "il tasso di illegalità fiscale risulta addirittura in costante aumento: ciò avviene ad esempio per le ripetizioni scolastiche (con l'89% delle prestazioni in nero nel 2012, rispetto al 79,4% nel 2007 e al 69,4% nel 2004), per i dentisti (34% nel 2012, a fronte del 32,9% nel 2007 e del 27,7% nel 2004) e per i medici specialisti (34%, rispetto al 26,7% del 2007 e al 25,5% del 2004), segnalando come l'assenza di misure di contrasto efficaci abbia contribuito a far radicare tale patologia".
Un nuovo patto sociale - In altre parole, è necessario "destinare" almeno parte dei recuperi della lotta all'evasione alla riduzione del prelievo complessivo", sostiene l'alto magistrato contabile, spiegando che sarebbe "un modo per dare concretezza ad una sorta di "patto sociale", basato su un diffuso consenso nei confronti dell'azione di riduzione dell'evasione".
Solo da Iva e Irap elusi 43 miliardi - L'elusione fiscale resta infatti una delle cause principali della crisi italiana. Se l'evasione del 1970, spiega Giampaolino "fosse pari al livello statunitense (inferiore di 3 punti) il debito pubblico sarebbe stato, dopo 20 anni, molto più basso (76% del Pil invece di 108%) e l'aggiustamento necessario per riequilibrare la finanza pubblica molto meno impegnativo." Attualmente invece, sommando Iva e Irap, il minor gettito lordo ammonta a oltre 46 miliardi l'anno, spiega il presidente della Corte dei Conti, durante la sua audizione. E nell'area che resta fuori (Irpef, Ires, altre imposte sugli affari e contributi previdenziali) "si collocano forme di prelievo che lasciano presumere tassi di evasione non molto dissimili" rispetto a quelli di Iva e Irap.
Eures: italiani bocciano efficacia lotta all'evasione - Intanto sul fisco italiano interviene anche l'Eures nel suo terzo rapporto sull'evasione fiscale in Italia. Secondo i dati raccolti dall'ente europeo quasi due italiani su tre (il 63,3%) bocciano l'azione del Governo in materia di contrasto all'evasione fiscale, definendola "poco" (44,6%) o "per niente efficace" (18,7%), a fronte del 36,7% di opposta opinione.Il giudizio di inefficacia sull'impegno del Governo nella lotta all'evasione fiscale, trova piena conferma in tutte le componenti del campione, con i valori più alti tra i giovani (69,8% nella fascia 18-29 anni) e i disoccupati (75%), mentre non si rilevano scarti significativi tra lavoratori autonomi (62,6%) e dipendenti (62,4%) ed in base all'area geografica (64,2% al Nord, 62,8% al Centro e 62,7% al Sud).
Per quasi il 70% evasori in galera - L'inadeguatezza delle politiche di contrasto all'evasione fiscale e la sua grande diffusione quotidianamente avvertita (e/o subita) dai cittadini - prosegue il Rapporto Eures - sembra spiegare l'atteggiamento di intransigenza verso gli evasori emerso nell'opinione pubblica: il 68,7% degli intervistati si dice favorevole a trasformare l'evasione in reato penale (con percentuali che raggiungono il 77,8 tra gli under 30, il 73,7 tra i lavoratori dipendenti ed il 75,1 tra pensionati, casalinghe e studenti), mentre soltanto il 18,3 sarebbe contrario a tale ipotesi (il 33% tra i lavoratori autonomi) e il restante 13% non esprime una posizione definita.
Nessun passo indietro nell'evasione - Un sentimento che viene forse giustificato nell'ampia diffusione che ha ancora oggi l'economia "in nero". Sempre secondo l'Eures "tra il 2004 e il 2012 la propensione degli artigiani, dei liberi professionisti e dei commercianti a non rilasciare scontrini, fatture o ricevute non segna alcun passo indietro confermandosi l'evasione fiscale uno dei principali ostacoli al risanamento economico dell'Italia. Nonostante il 2012 registri per quasi tutte le categorie osservate una flessione dei comportamenti fiscalmente illeciti rispetto al 2007, anno che presenta i valori più alti, le percentuali riscontrate si riallineano infatti a quelle del 2004, replicando l'immagine dell'evasione fiscale fissata nel decennio precedente".
Lezioni private e dentisti i meno ligi - C'è di più: per alcune delle figure analizzate "il tasso di illegalità fiscale risulta addirittura in costante aumento: ciò avviene ad esempio per le ripetizioni scolastiche (con l'89% delle prestazioni in nero nel 2012, rispetto al 79,4% nel 2007 e al 69,4% nel 2004), per i dentisti (34% nel 2012, a fronte del 32,9% nel 2007 e del 27,7% nel 2004) e per i medici specialisti (34%, rispetto al 26,7% del 2007 e al 25,5% del 2004), segnalando come l'assenza di misure di contrasto efficaci abbia contribuito a far radicare tale patologia".