Fiat annuncia ricorso in appello contro sentenza Pomigliano

Economia
20100615 POMIGLIANO D' ARCO (NAPOLI) -LAB- Fermento e volantinaggi alla Fiat di Pomigliano D' Arco in attesa delle decisioni di Marchionne ANSA/CESARE ABBATE/

Il Lingotto si opporrà alla decisione del tribunale di Roma, che ha ordinato di assumere 145 lavoratori iscritti alla Fiom. E chiederà alla Corte di sospenderne l’esecuzione. Il sindacato: “Non esiste l’immunità, neanche per le imprese”

La Fiat non ha intenzione di assumere a Pomigliano 145 lavoratori iscritti alla Fiom come ordinato dal Tribunale di Roma. Per questo, oltre a presentare ricorso in appello, chiederà alla Corte di di sospendere l'esecuzione dell'ordine. "Mi sembra che la Fiat non possa essere extraterritoriale. Non può prima creare il guaio discriminando e poi dire che la riparazione al guaio determina problemi insormontabili. Non esiste l'immunità, neanche per le imprese", replica Giorgio Airaudo, responsabile Auto della Fiom.

Sergio Marchionne, appena rientrato a Torino, prende in mano la partita Pomigliano e va avanti con il solito piglio deciso. L'amministratore delegato del Lingotto ha due appuntamenti importanti in agenda: domenica 1 luglio parteciperà alla presentazione del nuovo Iveco Stralis e martedì 3 luglio, sempre a Torino, a quella della 500L, prodotta in Serbia. La questione Pomigliano sta però particolarmente a cuore all'amministratore delegato della Fiat: racchiude tutta la sua filosofia sugli investimenti in Italia, sulle condizioni per realizzarli. Dalla Cina ha definito la vicenda "un evento unico che interessa un particolare Paese che ha regole particolari che sono folcloristicamente locali".

Ora il Lingotto spiega che la decisione del Tribunale di Roma "impatta sulle attività del suo stabilimento" e dovrà essere "impugnata per numerose ragioni, sia in fatto, sia in diritto". L'appello è in fase di deposito e la società ha fiducia che verrà accolto. Fabbrica Italia Pomigliano non può assumere 145 persone attuali dipendenti di Fiat Group Automobiles "solo perché in un certo momento iscritte alla Fiom": l'esecuzione dell'ordine - secondo la Fiat - al di là della complessità del processo di selezione dei singoli, causerebbe infatti gravi distorsioni nell'attuale contesto operativo di Fip. Il numero dei dipendenti è ad oggi più che adeguato a far fronte alle attuali esigenze di mercato. Qualsiasi ulteriore assunzione comporterebbe il contemporaneo ricorso alla cassa integrazione, se non a procedure di mobilità, nel caso in cui la cassa integrazione non fosse disponibile, per un numero di dipendenti corrispondente a quello dei nuovi assunti, inclusi probabilmente alcuni provenienti dal gruppo dei 145 appena assunti in esecuzione all'ordinanza del Tribunale. La società "è fermamente convinta che l'esecuzione dell'ordinanza arrecherebbe un danno irreparabile all'attuale contesto lavorativo in Fip e per tale ragione debba essere evitata". "Credo che la Fiat - afferma Airaudo - debba confermare che assumerà tutti i lavoratori del Giovambattista Vico, come si era impegnata a fare".

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