La sfida di Monti: Tobin tax in cambio di scudo anti-spread

Economia

Al via il Consiglio europeo, si decide sul futuro dell'euro. Sul tavolo il patto per la crescita e l’unione bancaria. E il premier italiano lancia l'ultimatum. LA SCHEDA

Se l'Europa non varerà un meccanismo anti-spread, l'Italia non sosterrà la tassa sulle transazioni finanziarie. A poche ore dal "decisivo" vertice di Bruxelles, Mario Monti alza ancora la posta nella sfida con Berlino. Del resto, ironizza il presidente del Consiglio, "mi piacciono le sfide". Intanto, Merkel e Hollande ribadiscono: " Serve una Ue più forte, domani anche politica ". ( LA RASSEGNA STAMPA )

Occhi puntati su Bruxelles per il vertice che decide sul futuro dell'euro -
E' su queste basi che inizia l'atteso summit chiamato a decidere sul futuro dell'euro. Il premier italiano si presenta dunque ai 17 della Ue con in tasca la riforma del lavoro approvata e l'appoggio del Parlamento e detta le condizioni alla Germania che, dal canto suo, insiste nel "portare avanti l'introduzione della tassa sulle transazioni finanziarie". ( GUARDA IL VIDEO )
Dal Piano per la crescita da 130 miliardi all'Unione bancaria, dalla Tobin tax allo scudo anti-spread: sono molti i temi 'caldi' che il 28 e il 29 giugno saranno sul tavolo del 25mo vertice europeo che si tiene da quando, nel 2008, è esplosa la crisi economico-finanziaria internazionale.
Ecco, in sintesi, i contenuti dei vari dossier.

Patto per la crescita - Francia, Germania, Italia e Spagna portano al summit una pre-intesa su un pacchetto di interventi del valore di circa 130 miliardi di euro. Parte integrante del pacchetto sono i project-bond (4,5 mld di euro) per finanziare progetti pilota nelle infrastrutture e la ricapitalizzazione, per 10 mld, delle Bei. Per rilanciare lo sviluppo economico è inoltre previsto il recupero di risorse comunitarie.

Unione bancaria - Per risolvere una volta per tutte la crisi del sistema bancario Ue, si propone di realizzare un sistema di sorveglianza unico su tutti gli 8000 istituti di credito - che potrebbe essere affidato alla Bce - e uno schema comune di garanzia dei depositi.

Unione di bilancio - Prevede tra l'altro la creazione di un 'ministro' del Tesoro dell'Ue, la fissazione di limiti ai deficit e ai debiti pubblici nazionali e la possibilità di intervenire modificando le finanziarie dei singoli Paesi.

Eurobond - Si apre la strada a una graduale mutualizzazione dei debiti sovrani dei Paesi dell'Eurozona. Un'operazione che potrebbe riguardare inizialmente la parte dei debiti eccedenti la soglia del 60% nel rapporto con il Pil fissata come limite massimo dal patto di stabilità e crescita. Qualche giorno fa, Frau Merkel ha però ribadito il suo "nein": " No agli eurobond finché vivrò ".


Tobin tax - L'introduzione di un'aliquota minima dello 0,02% sulle transazioni finanziarie speculative consentirebbe di portare nelle casse dei Paesi dell'Unione circa 57 miliardi di euro da destinare alla stimolazione della crescita e quindi alla creazione di posti di lavoro.

Scudo anti-spread - E' la misura che dovrebbe essere decisa e messa in campo per evitare che anche i Paesi virtuosi vengano messi in difficoltà da attacchi speculativi che, facendo salire i tassi d'interesse sui titoli di Stato, rendono insostenibile il costo del rifinanziamento del debito. L'ultima ipotesi circolata prevede che il fondo salva-Stati possa essere utilizzato per intervenire sui mercati acquistando titoli.

Brevetto Ue  -
Sul tavolo del summit c'è una proposta di accordo che potrebbe chiudere la partita - da cui sono fuori Italia e Spagna - ripartendo gli uffici del nuovo organismo europeo tra Londra, Parigi e Monaco di Baviera.

Nuove prospettive finanziarie  per Ue 2014-2020 - Per la prima volta i leader si confronteranno sul tema del finanziamento del prossimo bilancio pluriennale, un fronte su cui pesa il rigore a cui sono chiamati gli Stati membri. In questo contesto si collocano questioni come il non aumento delle risorse, la loro destinazione (politica agricola, fondi strutturali, ecc) e l'eliminazione, o quanto meno il riequilibrio, dei meccanismi fissati negli anni a favore di questo o quel Paese, primo tra tutti la Gran Bretagna.

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