Dopo voci e smentite sui piani per la possibile uscita della Grecia dall'Euro, drammatico summit notturno. Roma e Parigi spingono per gli Eurobond, Merkel sempre più isolata. Borse giù per i timori legati ad Atene
La crisi del debito e la recessione incalzano, la Grecia fa paura e i mercati mordono dopo le voci di un piano europeo su una possibile uscita di Atene dall'euro: l'Europa deve uscire dal guado e la sfida ora è la crescita, perché il rigore, da solo, non basta. Ma la sfida sul tavolo dei 27 che si sono riuniti in un vertice notturno a Bruxelles è tutt'altro che facile. Resa ancor più complicata dai tanti 'distinguo' e divisioni.
A cominciare dagli eurobond, fortemente caldeggiati da Roma e Parigi che sanciscono un nuovo 'asse' al posto di quella tradizionale alleanza tra Francia e Germania che si è rotta con l'arrivo di Hollande all'Eliseo. E che ha lasciato Angela Merkel sempre più isolata. Voce, quasi unica, a continuare a brandire quel 'niet' alle euro obbligazioni - "non rilanciano la crescita", è tornata a dire - in nome di un rigore che ormai sta stretto a tutti. E che resta contraria ad ogni 'mutualizzazione del debito' e qualsiasi allentamento dei cordoni, anche se in chiave 'produttiva', come la 'golden rule'.
“Non bisogna attendersi decisioni” dal vertice, ha detto Monti, ma rappresenta l'occasione, forse la prima, di mettere sul tavole "idee" concrete per la ripresa. Come quella degli eurobond e degli investimenti, rilancia il Professore, parlando di "idee forti" per la cena tra i leader: un 'brain storming', come la definiscono fonti italiane.
Ma non basta. A rimbalzare sul tavolo della riunione di Bruxelles, tutta concentrata sulla crescita, c'è anche la drammatica situazione della Grecia. E quello spettro - l'uscita dall'euro, paventato anche dal suo ex premier Papademos - che aleggia con l'avvicinarsi delle nuove elezioni del 17 giugno da cui si teme esca una vittoria dei partiti che non sostengono il piano di salvataggio. L'Europa si prepara. La Bce ha in cantiere un comitato ad hoc per valutare (e forse gestire) il possibile impatto di una riapparizione della dracma, mentre gli sherpa dell'Eurogruppo avrebbero già invitato i Paesi membri a preparare piani nazionali per sostenere l'impatto dell'addio greco: una notizia accompagnata da qualche smentita, ma anche da molte conferme. E sulla quale Monti glissa, mentre le indiscrezioni parlano di un possibile 'indennizzo' (50 miliardi di euro) ai greci cui si preparerebbero Bce e Fmi. Anche la Bundesbank esamina lo scenario, giudicandolo "gestibile" anche se "complicato".
A cominciare dagli eurobond, fortemente caldeggiati da Roma e Parigi che sanciscono un nuovo 'asse' al posto di quella tradizionale alleanza tra Francia e Germania che si è rotta con l'arrivo di Hollande all'Eliseo. E che ha lasciato Angela Merkel sempre più isolata. Voce, quasi unica, a continuare a brandire quel 'niet' alle euro obbligazioni - "non rilanciano la crescita", è tornata a dire - in nome di un rigore che ormai sta stretto a tutti. E che resta contraria ad ogni 'mutualizzazione del debito' e qualsiasi allentamento dei cordoni, anche se in chiave 'produttiva', come la 'golden rule'.
“Non bisogna attendersi decisioni” dal vertice, ha detto Monti, ma rappresenta l'occasione, forse la prima, di mettere sul tavole "idee" concrete per la ripresa. Come quella degli eurobond e degli investimenti, rilancia il Professore, parlando di "idee forti" per la cena tra i leader: un 'brain storming', come la definiscono fonti italiane.
Ma non basta. A rimbalzare sul tavolo della riunione di Bruxelles, tutta concentrata sulla crescita, c'è anche la drammatica situazione della Grecia. E quello spettro - l'uscita dall'euro, paventato anche dal suo ex premier Papademos - che aleggia con l'avvicinarsi delle nuove elezioni del 17 giugno da cui si teme esca una vittoria dei partiti che non sostengono il piano di salvataggio. L'Europa si prepara. La Bce ha in cantiere un comitato ad hoc per valutare (e forse gestire) il possibile impatto di una riapparizione della dracma, mentre gli sherpa dell'Eurogruppo avrebbero già invitato i Paesi membri a preparare piani nazionali per sostenere l'impatto dell'addio greco: una notizia accompagnata da qualche smentita, ma anche da molte conferme. E sulla quale Monti glissa, mentre le indiscrezioni parlano di un possibile 'indennizzo' (50 miliardi di euro) ai greci cui si preparerebbero Bce e Fmi. Anche la Bundesbank esamina lo scenario, giudicandolo "gestibile" anche se "complicato".