Lavoro, Sacconi: temo attentati. Cgil: parli se ha elementi

Economia

Il ministro a SkyTG24 affronta il nodo delle nuove norme sui licenziamenti e lancia l'allarme terrorismo: "Ho paura non per me, ma per le persone che non sono protette". Camusso: "Non parli per inquinare il clima". VIDEO

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C'è un clima teso che potrebbe portare ad azioni terroristiche. E' l'allarme lanciato dal ministro del Lavoro e delle Politiche Sociali Maurizio Sacconi. "Ho paura ma non per me perché sono protetto – ha detto intervistato da Maria Latella su SkyTG24 (guarda l'intervista integrale) - ho paura per persone che potrebbero non essere protette e proprio per questo diventare bersaglio della violenza politica che, nel nostro paese non si è del tutto estinta". E ha aggiunto: "Oggi vedo una sequenza dalla violenza verbale, alla violenza spontanea, alla violenza organizzata che mi auguro non arrivi ancora una volta anche all'omicidio come è accaduto, l'ultima volta dieci anni fa proprio con il povero Marco Biagi nel contesto di una discussione per molti aspetti simile a quella di oggi. Perché già allora parlavamo non di licenziamenti facili (termine che è assolutamente falso) ma, piuttosto, di come incoraggiare le imprese a intraprendere, ad assumere, ad ampliarsi, a crescere anche attraverso l'idea che se poi le cose non andassero bene, se poi le cose si rivelassero difficili, le imprese, come hanno fatto il passo in avanti dovrebbero fare magari anche un mezzo passo indietro".

Camusso: "Mi auguro abbia elementi" - Le dichiarazioni del ministro Sacconi sul rischio terrorismo hanno subito scatenato polemiche. "Mi auguro che il ministro lo faccia perché ha degli elementi e non semplicemente per inquinare ulteriormente un clima già molto difficile" ha affermato il segretario generale della Cgil Susanna Camusso intervistata da Lucia Annunziata (GUARDA IL VIDEO), nel corso del programma televisivo "In mezz'ora" in onda su Rai 3.  Per il deputato Pd Olga D'Antona, vedovadi Massimo D'Antona,  "purtroppo il rischio c'è ma Sacconi farebbe bene a non evocare il terrorismo e a non creare spaccature che ha già creato nel mondo del lavoro con questa sua fissazione sui licenziamenti".

"Falso parlare di licenziamenti facili" - Il ministro è tornato anche sul tema dei licenziamenti contenuto nella lettera che l’Italia ha inviato all’Ue. "Il termine licenziamenti facili è falso" e il governo sta lavorando "alle protezioni dei lavoratori" augurandosi che "anche le imprese, anche collettivamente, facciano la loro parte". Sacconi ha tenuto a precisare che ci saranno " protezioni per i lavoratori perché nella nostra cultura c'è una solida consuetudive a dare protezione per i lavoratori più che in altri Paesi". Per il ministro inoltre la proposta avanzata dall'esponente del Pd Ichino (tre anni di protezione per i lavoratori licenziati) è "interessante. Con idee molto simili alle nostre".

"Bini Smaghi deve dimettersi" - Quanto al nodo Bce-Bini Smaghi ha detto: “Se fossi Bini Smaghi mi dimetterei. Al di là delle regole formali e dell'autonomia dell'istituzione, deve considerare che non è arrivato lì per concorso pubblico e che c'è l'interesse nazionale in gioco".

La road map del governo - Infine, il ministro si è detto certo che non ci saranno intoppi nella road map che dovrebbe portare all'approvazione delle misure indicate dall'Italia all'Europa. "La maggioranza voterà compatta" come ha sempre fatto "soprattutto sulle decisioni fondamentali", distratta "solo a volte su piccole decisioni. Sono pronto a scommettere. Non ci saranno problemi, assolutamente" ha detto. E ha concluso: "La lettera all'Ue ha rappresentato una ripresa vigorosa per la coalizione e per il Governo" e in Italia "non c'è nessuno capace di compiere quegli atti". Tesi testimoniata da un'opposizione "che non è disponibile a cambiamenti in materia di lavoro e pensioni".

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