G20: un fondo per l'euro. L'Ue rinvia gli aiuti alla Grecia

Economia
I ministri delle Finanze e i governatori delle banche centrali del G20 riuniti a Washington (getty images)

I "grandi" riuniti a Washington avrebbero deciso di stanziare 3mila miliardi di euro per rafforzare il capitale delle banche europee in difficoltà e accelerare il default di Atene, scongiurando un impatto a catena. Slitta la decisione dell'Ecofin su Atene

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Un maxi-piano da tremila miliardi per salvare l'euro, dando il via libera al default della Grecia. Questa la carta che il G20 sarebbe pronto a giocare per arginare la crisi dei debiti sovrani in Europa. Una crisi che rischia di estendersi al resto del mondo con una serie di "default a cascata", come ha avvertito il segretario al Tesoro americano Timothy Geithner.

Grecia verso il default
- A Bruxelles e a Washington (dove lunedì 26 settembre si chiudono i lavori del Fondo monetario internazionale)  non c'è alcuna conferma ufficiale. Ma non ci sono nemmeno smentite. Il piano servirebbe soprattutto a rafforzare il capitale delle banche europee più in difficoltà, almeno sedici, per poi rendere possibile il tanto temuto default della Grecia. Sarebbe stato risolto così uno dei principali ostacoli che impediva ai politici europei di avallare un default di Atene a causa della loro preoccupazione per l'impatto sulle banche continentali - a partire da quelle francesi - che detengono miliardi di euro di titoli di stato ellenici.

Bini Smaghi: "Il fondo salva-stati va rafforzato" - Centrale in questo schema il ruolo dello European financial stability facility (Efsf), il cosiddetto Fondo salva-Stati attualmente dotato di appena 440 miliardi di euro.
"Il fondo va rafforzato", ha spiegato nel corso dei lavori dell'Fmi Lorenzo Bini Smaghi, menbro del board della Bce, secondo il quale l'Efsf  "deve diventare uno strumento realmente efficace per garantire la liquidità sui mercati". Per il membro del board della Bce non c'è tempo da perdere, ma bisogna "agire tempestivamente nei prossimi giorni". "L'attuale  rete di protezione - ha incalzato - va rafforzata per assicurare che il sistema finanziario europeo resista a qualunque shock". Solo così si potranno garantire "il superamento del rischio-contagio e la paura che i mercati hanno di investire". "Bisognerà convincere i mercati - ha aggiunto Bini Smaghi - che investire sull'euro è una decisione molto valida".

Anche il capo del dipartimento Europa dell'Fmi, Antonio Borges, lancia l'appello per un maggior coinvolgimento del Fondo salva-Stati in Europa, perché - ha detto - solo attraverso  "un'azione congiunta" tra Bce ed Efsf si può sperare di calmare il nervosismo dei mercati e di scongiurare il rischio contagio della crisi del debiti sovrani dal Vecchio Continente agli Usa e al resto del mondo.

Aiuti alla Grecia: slitta la decisione dell'Ue - Intanto slitta ancora la decisione sulla prossima tranche di aiuti alla Grecia da parte dell'Ue, attesa per l'Ecofin del 3-4 ottobre: lo ha detto il portavoce del commissario Ue agli Affari economici. "L'Europa vale ogni sforzo - ha detto la cancelliera tedesca Angela Merkel- prendiamo tempo per la Grecia e gli altri Paesi , in modo che l'euro rimanga stabile". La Grecia ha bisogno della sesta tranche di aiuti entro ottobre.  E' ormai un mese che la Ue rimanda la decisione sugli aiuti. Martedì la cancelliera Merkel e il premier greco Papandreou si incontreranno a Berlino.  

Francia: giallo sugli aiuti del governo a 5 banche - In Francia, invece, è giallo su un possibile imminente intervento del governo sulle cinque principali banche del Paese: Bnp Paribas, Societè Generale, Credit Agricole, Bpce e Credit Mutuel. Secondo quanto riporta la stampa transalpina l'esecutivo avrebbe già proposto un piano di ricapitalizzazione da 10-15 miliardi di euro, ma l'offerta sarebbe stata per ora rifiutata, principalmente per l'opposizione di Bnp Paribas. Secondo il “Journal du dimanche” ai vertici delle banche sarebbe stato proposto uno schema di finanziamento sotto forma di prestito diretto o acquisto di azioni privilegiate emesse ad hoc, e corredate da warrant (opzioni d'acquisto), che avrebbero permesso anche al governo di realizzare plusvalenze in caso di ritorno al rialzo del corso di Borsa.

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