Impazza l'Iphone, pagano Rim e Blackberry

Economia
Mike Lazaridis presenta i nuovi dispositivi Blackberry - Getty Images
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Azioni a picco e perdita di quote di mercato. Il management del colosso canadese è messo in discussione per aver sottovalutato la concorrenza (Apple e Android) che nel frattempo va a gonfie vele. E c’è chi suggerisce di stringere un’alleanza con Microsoft

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di Gabriele De Palma

C'era una volta il Blackberry, lo smartphone concepito per il business che spopolava tra i manager di tutto il mondo. Il suo servizio di posta elettronica era così efficiente e superiore rispetto ai concorrenti (grazie anche alla tastiera Qwerty che agevola la scrittura) che si guadagnò presto l'appellativo di crackberry, a indicare la dipendenza che generava nell'utente, sempre intento a leggere o a rispondere a una email. L'azienda che lo produce, la Research in Motion (RIM), la stella più fulgida dell'high-tech canadese, è stata fondata venti anni fa da Mike Lazaridis e Jim Balsillie, che da allora – visti i successi – ne sono stati anche i comandanti supremi e indiscussi.

AZIONI A PICCO
- Poi è arrivato l'iPhone a ribaltatare il mercato, alzando l'asta della concorrenza nel mercato dei dispositivi mobili e scatenando un nuovo entrante come Google che ha realizzato la piattaforma Android. E per RIM è iniziata la fase calante, con la riduzione del 65% della sua quota di mercato dal gennaio 2007 a oggi. Negli ultimi sei mesi le azioni al Nasdaq sono passate da un valore di 70 dollari a poco più di 20 dollari. I risultati dell'ultimo trimestre sono stati poi i peggiori nella storia dell'azienda. Ora il consiglio di amministrazione e gli investitori a Wall Street iniziano a mettere in discussione la coppia Lazaridis-Balsillie, ritenendo che la barra del comando non sia stata gestita al meglio e che per arrestare l'emorragia finanziaria e dare migliori prospettive per il futuro serva un altro nocchiero. Non sono bastati infatti i buoni risultati ottenuti nel mercato asiatico a limitare i danni e infondere speranza.

GLI ERRORI STRATEGICI - Per rimarcare gli errori strategici della leadership la webzine Business Insider ha raccolto le dichiarazioni dei due fondatori di RIM sui neonati iPhone ed Android, ampiamente sottovalutati. Interrogato sul potenziale di iPhone un mese dopo la presentazione fatta da Steve Jobs, Balsillie, ha detto: “E’ uno dei tanti nuovi entranti in un mercato molto affollato […] ma non credo che cambierà molto per noi”. Quando il primo iPhone iniziava a registrare vendite da record, Lazaridis riteneva invece che il successo fosse solo decretato dalla potente macchina del marketing di Apple: una volta che gli utenti lo avessero avuto tra le mani avrebbero presto optato per un telefono migliore, il Blackberry appunto. Stessi errori di (sotto)valutazione all'uscita dell'iPad, per poi correre ai ripari sfornando un tablet – il Playbook – senza un ambiente di sviluppo adeguato (poche App) e dal formato – i 7 pollici – che non si è rivelato vincente come speravano i due. Dopo i 500mila dispositivi venduti nel primo trimestre, nel secondo ne sono stati piazzati solo 200mila, ben al di sotto delle attese. Lazaridis e Balsillie stanno pagando anche di tasca propria (come tutti gli azionisti del resto) il tracollo delle quotazioni in Borsa: il 5 per cento di azioni che ognuno di loro ha in tasca, a febbraio valeva 1,9 miliardi di dollari, oggi invece solo 640 milioni. I tentativi fatti negli ultimi mesi, con il lancio di nuovi prodotti, non hanno portato gli effetti sperati.

LA FINE DI NOKIA? - Certo RIM non è stata l'unica concorrente di Apple e Android a leggere in modo errato le prospettive dei nuovi prodotti. Nokia (sugli smartphone) e Microsoft (sui tablet) hanno accusato importanti perdite per motivi analoghi e ora cercano di recuperare terreno unendo le forze.
Il gruppo finlandese ha anche cambiato l'amministratore delegato e sta ora cercando faticosamente di invertire la tendenza degli ultimi dodici mesi. RIM nelle prossime settimane potrebbe seguire l'esempio di Nokia e rinnovare i vertici aziendali. E le analogie con i finlandesi potrebbero non essere finite qui. Secondo l’analista Yoni Jacobs potrebbe essere ancora Microsoft l'ancora di salvataggio a cui RIM potrebbe aggrapparsi, anche se altri non vedono alcun motivo di questo ulteriore alleanza. Se la caduta libera del fatturato e delle quote di mercato non rallenterà, RIM non costituirà più un avversario temibile, né un partner da cui trarre alcun vantaggio.

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