Google ci riprova con i social network. E' in fase di sperimentazione un servizio che consente di condividere foto e articoli, di gestire videoconferenze e fare molte altre cose. La blogsfera si divide tra entusiasti e scettici
di Nicola Bruno
Dopo il fallimento di Buzz, il contestato servizio di microblogging integrato in Gmail, Google prova di nuovo a sferrare un attacco a Facebook, con un pacchetto di servizi orientati al social-networking che rientrano all’interno di un più vasto contenitore il cui nome è Progetto Google+, da leggere Google Plus.
La strategia sociale del motore di ricerca - una delle priorità indicate dal nuovo corso Larry Page - si compone di diversi tasselli integrati tra di loro e già pensati per essere fruiti su più dispositivi (computer, smartphone, tablet). Come su Facebook ci sono gli status update e un muro (“stream” nel gergo di BigG) di aggiornamenti in tempo reale. C’è una funzionalità simile al Like (il recente pulsante +1). E si possono condividere foto, video e articoli in cui si imbatte online semplicemente cliccando su un pulsante della nuova toolbar nera che compare ogni qual volta si fa login su Google.
Il video
Google+ è per ora accessibile solo in beta privata, ma si può chiedere di prendere parte ai primi test a questo indirizzo.
CERCHI - Gli ingegneri di Mountain View non si sono limitati solo a replicare le funzionalità del social network di Mark Zuckerberg. L’intenzione è quella di superare l’avversario, andando a colpirlo nei suoi punti più deboli.
E così, se Facebook è spesso accusato di non tenere molto alla privacy degli utenti, ecco Google proporre Circles (Cerchie), una nuova modalità di organizzazione dei propri contatti/amici, che possono essere differenziati a seconda delle diverse relazioni. In maniera intuitiva e veloce si possono creare diversi gruppi con i colleghi, gli amici di infanzia o quelli dell’università, decidendo di volta in volta cosa condividere con chi. In realtà anche Facebook ha di recente introdotto una funzionalità simile (le liste di amici), ma su Google+ i cerchi acquisiscono una centralità (oltre che una usabilità) maggiore.
La funzionalità Circles
SPUNTI E CHAT DI GRUPPO - Altre due funzionalità originali sono poi Spunti (Sparks) e Gruppi (Huddle). Il primo permette di inserire nel proprio profilo una serie di interessi (ad esempio “Fumetti manga”), creare una lista di risorse disponibili online e poi condividerle con i solo amici interessati. Google si preoccuperà poi di aggiungere risultati pertinenti trovati online, andando così a generare liste tematiche aggiornate intorno a precisi argomenti. Una sorta di motore di ricerca sociale che potrebbe rappresentare la naturale evoluzione 2.0 dell'idea lanciata nel 1998 e tutta basato su algoritmi.
La funzionalità Sparks
E’ più orientata alla fruizione mobile, invece, la funzionalità Huddle (Chat di gruppo): un servizio di messaggistica istantanea per coordinarsi in tempo reale con più amici. Oltre che via web è integrata anche con i normali servizi di Sms.
La funzionalità Huddle
VIDEORITROVI - Hangouts (videoritrovi) è una delle funzionalità che ha suscitato più interesse. Si tratta di un mix di Skype (videoconferenze con i propri contatti) e Chatroulette (incontri casuali online). In sostanza, si può lanciare un Hangout su qualsiasi argomento e poi notificare i propri contatti che si è disponibili online per discuterne in video. I propri amici saranno avvisati e potranno prendere parte alla videoconferenza di gruppo. Ad esempio: si può lanciare l’hangout “Notte prima degli esami”, invitare i soli amici del gruppo liceo, e parlare con loro in diretta a distanza di anni.
La funzionalità Hangouts
REAZIONI - “E’ sociale, è coraggioso, è divertente. Ed è proprio ben fatto” ha sentenziato subito Techcrunch, la bibbia dei blog tecnologici. Recensioni più che positive anche da Mashable che ha potuto provare Google+ in anteprima.
Come era facile aspettarsi in molti si sono affrettati a leggere la mossa di Google come un preciso attacco a Facebook e Twitter. Ma secondo la webzine GigaOm, Mark Zuckerberg può continuare a dormire sonni tranquilli, mentre a rischiare di più è Skype, da poco acquisito da Microsoft: “Skype Video può facilmente essere messa in ginocchio da Hangout. Anche se Google+ fallisce, Google può facilmente integrare Hangout nel suo pacchetto di software aziendali”.
Va oltre la facile lettura anti-Facebook anche il giornalista di Wired Steven Levy, che di recente ha pubblicato il libro “In The Plex: How Google Thinks, Works, and Shapes Our Lives”. Levy sottolinea come le funzionalità presentate ieri siano solo un assaggio di una strategia social che va ben oltre il servizio di Mark Zuckerberg. Nei prossimi mesi saranno rilasciate decine di nuovi strumenti. Il tutto a partire dalla constatazione che c’è ancora un vuoto da colmare nel mondo dei social-network: "Su Facebook si condivide più del dovuto. Su Twitter meno di quanto si può. Se Google riesce a posizionarsi nel mezzo, può rivoluzionare le interazioni sociali", gli ha confidato uno dei responsabili del progetto. Resta da vedere, si chiede Levy, se davvero Big G riuscirà a mettere a segno questo colpo: “In molti pensano che la battaglia sia già persa, che (...) il social software non è proprio nel Dna di Google. Una compagnia che è tutta basata sugli algoritmi, non sulle interazioni tra esseri umani”.
Scettico resta anche Dave Winer, il padre dei blog: “A rendere Facebook grande è stato il fatto che è stato incubato nel mercato con veri utenti. E' stato di fatto creato dagli stessi utenti. E si è trasformato in base al reale utilizzo. (…) Prodotti come quelli annunciati da Google sono segretamente pensati in resort vicino Monterrey, e sono stati progettati per i bisogni della corporation che li ha creati. Una grande compagnia, piena di paura".
Dopo il fallimento di Buzz, il contestato servizio di microblogging integrato in Gmail, Google prova di nuovo a sferrare un attacco a Facebook, con un pacchetto di servizi orientati al social-networking che rientrano all’interno di un più vasto contenitore il cui nome è Progetto Google+, da leggere Google Plus.
La strategia sociale del motore di ricerca - una delle priorità indicate dal nuovo corso Larry Page - si compone di diversi tasselli integrati tra di loro e già pensati per essere fruiti su più dispositivi (computer, smartphone, tablet). Come su Facebook ci sono gli status update e un muro (“stream” nel gergo di BigG) di aggiornamenti in tempo reale. C’è una funzionalità simile al Like (il recente pulsante +1). E si possono condividere foto, video e articoli in cui si imbatte online semplicemente cliccando su un pulsante della nuova toolbar nera che compare ogni qual volta si fa login su Google.
Il video
Google+ è per ora accessibile solo in beta privata, ma si può chiedere di prendere parte ai primi test a questo indirizzo.
CERCHI - Gli ingegneri di Mountain View non si sono limitati solo a replicare le funzionalità del social network di Mark Zuckerberg. L’intenzione è quella di superare l’avversario, andando a colpirlo nei suoi punti più deboli.
E così, se Facebook è spesso accusato di non tenere molto alla privacy degli utenti, ecco Google proporre Circles (Cerchie), una nuova modalità di organizzazione dei propri contatti/amici, che possono essere differenziati a seconda delle diverse relazioni. In maniera intuitiva e veloce si possono creare diversi gruppi con i colleghi, gli amici di infanzia o quelli dell’università, decidendo di volta in volta cosa condividere con chi. In realtà anche Facebook ha di recente introdotto una funzionalità simile (le liste di amici), ma su Google+ i cerchi acquisiscono una centralità (oltre che una usabilità) maggiore.
La funzionalità Circles
SPUNTI E CHAT DI GRUPPO - Altre due funzionalità originali sono poi Spunti (Sparks) e Gruppi (Huddle). Il primo permette di inserire nel proprio profilo una serie di interessi (ad esempio “Fumetti manga”), creare una lista di risorse disponibili online e poi condividerle con i solo amici interessati. Google si preoccuperà poi di aggiungere risultati pertinenti trovati online, andando così a generare liste tematiche aggiornate intorno a precisi argomenti. Una sorta di motore di ricerca sociale che potrebbe rappresentare la naturale evoluzione 2.0 dell'idea lanciata nel 1998 e tutta basato su algoritmi.
La funzionalità Sparks
E’ più orientata alla fruizione mobile, invece, la funzionalità Huddle (Chat di gruppo): un servizio di messaggistica istantanea per coordinarsi in tempo reale con più amici. Oltre che via web è integrata anche con i normali servizi di Sms.
La funzionalità Huddle
VIDEORITROVI - Hangouts (videoritrovi) è una delle funzionalità che ha suscitato più interesse. Si tratta di un mix di Skype (videoconferenze con i propri contatti) e Chatroulette (incontri casuali online). In sostanza, si può lanciare un Hangout su qualsiasi argomento e poi notificare i propri contatti che si è disponibili online per discuterne in video. I propri amici saranno avvisati e potranno prendere parte alla videoconferenza di gruppo. Ad esempio: si può lanciare l’hangout “Notte prima degli esami”, invitare i soli amici del gruppo liceo, e parlare con loro in diretta a distanza di anni.
La funzionalità Hangouts
REAZIONI - “E’ sociale, è coraggioso, è divertente. Ed è proprio ben fatto” ha sentenziato subito Techcrunch, la bibbia dei blog tecnologici. Recensioni più che positive anche da Mashable che ha potuto provare Google+ in anteprima.
Come era facile aspettarsi in molti si sono affrettati a leggere la mossa di Google come un preciso attacco a Facebook e Twitter. Ma secondo la webzine GigaOm, Mark Zuckerberg può continuare a dormire sonni tranquilli, mentre a rischiare di più è Skype, da poco acquisito da Microsoft: “Skype Video può facilmente essere messa in ginocchio da Hangout. Anche se Google+ fallisce, Google può facilmente integrare Hangout nel suo pacchetto di software aziendali”.
Va oltre la facile lettura anti-Facebook anche il giornalista di Wired Steven Levy, che di recente ha pubblicato il libro “In The Plex: How Google Thinks, Works, and Shapes Our Lives”. Levy sottolinea come le funzionalità presentate ieri siano solo un assaggio di una strategia social che va ben oltre il servizio di Mark Zuckerberg. Nei prossimi mesi saranno rilasciate decine di nuovi strumenti. Il tutto a partire dalla constatazione che c’è ancora un vuoto da colmare nel mondo dei social-network: "Su Facebook si condivide più del dovuto. Su Twitter meno di quanto si può. Se Google riesce a posizionarsi nel mezzo, può rivoluzionare le interazioni sociali", gli ha confidato uno dei responsabili del progetto. Resta da vedere, si chiede Levy, se davvero Big G riuscirà a mettere a segno questo colpo: “In molti pensano che la battaglia sia già persa, che (...) il social software non è proprio nel Dna di Google. Una compagnia che è tutta basata sugli algoritmi, non sulle interazioni tra esseri umani”.
Scettico resta anche Dave Winer, il padre dei blog: “A rendere Facebook grande è stato il fatto che è stato incubato nel mercato con veri utenti. E' stato di fatto creato dagli stessi utenti. E si è trasformato in base al reale utilizzo. (…) Prodotti come quelli annunciati da Google sono segretamente pensati in resort vicino Monterrey, e sono stati progettati per i bisogni della corporation che li ha creati. Una grande compagnia, piena di paura".