Istat, l'economia italiana resta al palo

Economia
Prodotto interno lordo quasi fermo nel primo trimestre del 2011
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Incremento quasi nullo per il Pil nel primo trimestre del 2011. Gli altri paesi europei crescono a una velocità maggiore, mentre la domanda interna nel nostro Paese resta ferma. VIDEO

Un contributo negativo delle scorte e il permanere della fiacchezza della domanda interna hanno determinato uno scenario di debolezza per la crescita italiana nel primo trimestre 2011. Le prospettive per il secondo trimestre, secondo gli economisti, sembrano tuttavia di un rafforzamento. Secondo i dati definitivi pubblicati stamane da Istat, che confermano le stime preliminari, nel primo trimestre del 2011 il Pil è salito in termini congiunturali di un modesto 0,1% da un rialzo di pari entità nel quarto trimestre 2010. Su base annua la crescita nei primi tre mesi dell'anno è stata pari a 1% a fronte del +1,5% del quarto trimestre.

Quello che balza agli occhi degli economisti dallo spaccato del dato è la debolezza della domanda interna che il buon livello delle esportazioni non basta a compensare del tutto. "Dal breakdown si vede che la domanda interna è stata relativamente debole, visto che i consumi privati sono saliti di un modesto 0,2%, in linea con le nostre aspettative" dice Chiara Corsa, economista di Unicredit Mib. "La domanda interna è ancora debole anche se in leggera accelerazione rispetto al trimestre precedente" osserva Giada Giani di Citigroup. "Il quadro complessivo è di una debolezza generalizzata in particolar modo appunto della domanda interna che viene bilanciata solo in parte dal canale estero". A trainare il ciclo è insomma l'export, a dire di Paolo Mameli di Intesa SanPaolo, anche perché con la decelerazione dell'import si evidenzia il contributo positivo del commercio estero.  "L'export si conferma brillante, con un contributo positivo del commercio estero. Questo è in controtendenza rispetto ai trimestri precedenti durante i quali si era visto sì un export significativo, ma anche l'import era stato molto forte. Adesso, grazie a un rallentamento dell'import, si evidenzia il contributo del commercio estero" dice Mameli. Su base congiunturale l'export di beni e servizi ha registrato nel primo trimestre del 2011 un rialzo dell'1,4% per una domanda estera netta in rialzo dello 0,2%. "Anche in Italia la ripresa è stata guidata dalle esportazioni che stanno continuando a dare contributi positivi anche se non a livelli cosi alti come successo in precedenza dopo altre recessioni" dice Laura Cavallaro di Aletti Gestielle.

La variazione delle scorte è risultata negativa per lo 0,3%, mentre gli investimenti fissi hanno mostrato un modesto rialzo pari allo 0,1%, dati questi che hanno sorpreso negativamente gli esperti. "La sorpresa maggiore è il contributo negativo delle scorte che giustifica il livello più basso rispetto al consensus raccolto prima del dato preliminare" dice Giada Giani. Corsa e Cavallaro appaiono sorprese dagli investimenti. "Una sorpresa negativa ha riguardato gli investimenti che, dopo il forte calo del quarto trimestre, hanno visto solo un lieve rimbalzo, mentre mi aspettavo un rimbalzo molto più forte in linea con quello che era risultato dalla produzione industriale" dice Cavallaro. Gli economisti osservano come la crisi degli investimenti si noti in particolare nei trasporti. "Gli investimenti sono fermi, quelli nei trasporti hanno registrato un dato negativo per il terzo trimestre consecutivo, mentre nel settore macchinari si vede una stagnazione, dopo che fino a metà 2010 erano stati trainati dagli incentivi" dice Mameli.

Le stime degli economisti per l'anno si mantengono in area 1%, mentre per il trimestre in corso, anche alla luce del contributo negativo delle scorte nel primo trimestre, si vede spazio per un certo rafforzamento.  "Vediamo un rimbalzo nel secondo trimestre, attorno allo 0,4%, perché già dai dati della produzione industriale si è vista una piccola ripesa, quindi gli investimenti dovrebbero mostrare una ripresa nell'ambito di una domanda estera che dovrebbe restare forte e di una domanda delle famiglie più o meno stabile" dice Mameli. "Alla luce del dato negativo delle scorte, pensiamo che il secondo trimestre potrebbe risultare un po' più forte per un miglioramento proprio di questa voce, attorno allo 0,2% forse anche 0,3%. Dopo però, per via del previsto rallentamento della crescita mondiale, si potrebbe vedere un rallentamento dell'export e un conseguente reindebolimento" prevede Giani.


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