Fiat, Marchionne: "Il nostro impegno in Italia è chiaro"

Economia

Così l'ad del Lingotto risponde da Torino al segretario della Cgil Susanna Camusso, che aveva chiesto maggiore trasparenza sul piano industriale dell'azienda

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"L'impegno della Fiat è chiaro. Non abbiamo cambiato idea, stiamo cercando di fare del nostro meglio". Così l'ad della Fiat Sergio Marchionne da Torino ha ribadito la posizione della Fiat sugli impegni in Italia e ha replicato alle dichiarazioni di Susanna Camusso, che da Venezia aveva chiesto di "rendere visibili quali sono gli impegni, gli investimenti, i nuovi modelli e le scelte che si fanno".
Alla domanda se le sue parole possano essere interpretate come un'apertura nei confronti del dirigente sindacale, l'ad del Lingotto ha risposto: "Se l'apertura è questione di risolvere i problemi e portare avanti gli obiettivi, sono totalmente in linea. Altri tipi di apertura non mi interessano. Io faccio il metalmeccanico, non chiedo di più". 

Incontro con Fassino - L'amministratore delegato della Fiat Sergio Marchionne, intanto, ha annunciato di avere in programma un incontro, già in settimana, con il neo sindaco di Torino Piero Fassino. "Incontrerò Fassino - ha precisato - ma spero di riuscire a farlo prima di venerdì, quando dovrei ripartire".

Fiat, l'analisi, l'aumento di capitale - "I giochi di fantascienza non li faccio, facciamo le persone serie". L'ad del Lingotto replica così sull'ipotetico aumento di capitale nella vicenda Fiat-Chrysler (l'azienda torinese detiene già il 52% della casa di Detroit) prospettato da Massimo Mucchetti sul Corriere della Sera. "Tecnicamente anche l'Ipo è un aumento di  capitale dipende da chi va, se all'azienda o agli azionisti che vogliono vendere", aggiunge Marchionne.
Nell'articolo dal titolo "Fiat-Chrysler, il peso dei debiti sull'ascesa di Marchionne", si ritiene infatti necessaria l'esigenza di un aumento di capitale. "Per quanto sia banale ripeterlo -scrive Mucchetti - la sufficienza si conquista fabbricando automobili gradite al pubblico. Ma per farlo ci vuole una dedizione all'industria e uno stato patrimoniale che al momento paiono deboli. Basti pensare che Chrysler ha un patrimonio netto tangibile negativo per 9,2 miliardi di dollari".

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