Marcegaglia: "Falso il mito secondo cui l'Italia va bene"
EconomiaDuro intervento del presidente di Confindustria: "Il nostro paese ha già vissuto il suo decennio perduto. Dobbiamo muoverci in fretta. Bisogna accelerare su riforme del mercato e delle liberalizzazioni". Critiche a maggioranza e opposizione. VIDEO
L'Italia ha perso troppo tempo sulla via della crescita e ora deve muoversi in fretta perché "temporeggiare o muoversi a piccoli passi è un lusso che non possiamo più permetterci".
E' uno dei passaggi della relazione (leggi il testo) che la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha letto all'Assemblea pubblica dell'Associazione davanti al capo dello Stato. Un invito chiaro al mondo della politica e dell'imprenditoria. "In termini di benessere, l'Italia ha già vissuto il suo decennio perduto. Dobbiamo muoverci in fretta - ha scandito - . Non possiamo più credere di avere davanti a noi i tempi lunghissimi con cui in passato abbiamo affrontato ciò che impediva lo sviluppo".
"Sfatare il mito secondo cui l'Italia vada in fondo bene" - Per la Marcegaglia "il tempo è un fattore discriminante" perché "i concorrenti non stanno certo lì a guardare e le speranze dei giovani non aspettano".
Secondo la leader degli industriali "dando un segnale forte si possono rapidamente ottenere importanti risultati e far svoltare le aspettative, ora dominate dal rassegnato 'tanto non cambierà nulla'".
"Invece - ha sottolineato ancora - molto può cambiare in fretta". La Marcegaglia ha ricordato i numerosi richiami di Confindustria sul tema della crescita. Si deve "sfatare", ha aggiunto, "il mito che l'Italia vada in fondo bene e che dunque gli imprenditori devono piantarla di lamentarsi. E' un mito con molte varianti. Una è per esempio quella per la quale il Nord è cresciuto e cresce come e più della Germania, mentre la zavorra sarebbe solo il Sud. I numeri dicono il contrario".
"Più mercato e liberalizzazioni" - La numero uno di Viale dell'Astronomia ha poi ribadito che "la questione della bassa crescita è nazionale e generale" e che "tutti gli organismi internazionali concordano che l'Italia ha bisogno di un incisivo programma di riforme strutturali". La 'malattia della bassa crescita' si cura innanzitutto con "più mercato" e liberalizzazioni.
A questo proposito la Marcegaglia ha citato i dati di Bankitalia secondo i quali "una decisa politica di liberalizzazione nei settori meno esposti alla concorrenza potrebbe generare un aumento del Pil dell'11% e dei salari di quasi il 12% nel medio-lungo termine. Ma sta succedendo proprio il contrario".
"Senza crescita in discussione i fondamenti della democrazia" - "Senza sviluppo economico, senza crescita, alza la testa il populismo, vengono messi in discussione i fondamenti stessi della democrazia". "Si abbassino i toni della polemica politica. Cessino gli attacchi e le delegittimazioni reciproche". Se il risultato elettorale finale convincerà governo e maggioranza di avere davanti a sé ancora due anni di lavoro, la loro agenda deve concentrarsi su un'unica priorità: la crescita".
Critiche a maggioranza e opposizione - Il leader degli industriali evidenzia come, nella sua relazione, abbia "limitato gli accenni alla politica al minimo indispensabile". Ma "ora che mancano poche ore ai ballottaggi del secondo turno amministrativo", non può che "esprimere un solo auspicio": quello di rimettere in cima alle priorità la crescita e le riforme strutturali. Ora che le difficoltà della maggioranza sono evidenti nel giudizio popolare, non per questo possiamo tacere che l'opposizione tra spinte antagoniste e frammentazioni, è ancora incapace di esprimere un disegno riformista".
E' uno dei passaggi della relazione (leggi il testo) che la presidente di Confindustria, Emma Marcegaglia, ha letto all'Assemblea pubblica dell'Associazione davanti al capo dello Stato. Un invito chiaro al mondo della politica e dell'imprenditoria. "In termini di benessere, l'Italia ha già vissuto il suo decennio perduto. Dobbiamo muoverci in fretta - ha scandito - . Non possiamo più credere di avere davanti a noi i tempi lunghissimi con cui in passato abbiamo affrontato ciò che impediva lo sviluppo".
"Sfatare il mito secondo cui l'Italia vada in fondo bene" - Per la Marcegaglia "il tempo è un fattore discriminante" perché "i concorrenti non stanno certo lì a guardare e le speranze dei giovani non aspettano".
Secondo la leader degli industriali "dando un segnale forte si possono rapidamente ottenere importanti risultati e far svoltare le aspettative, ora dominate dal rassegnato 'tanto non cambierà nulla'".
"Invece - ha sottolineato ancora - molto può cambiare in fretta". La Marcegaglia ha ricordato i numerosi richiami di Confindustria sul tema della crescita. Si deve "sfatare", ha aggiunto, "il mito che l'Italia vada in fondo bene e che dunque gli imprenditori devono piantarla di lamentarsi. E' un mito con molte varianti. Una è per esempio quella per la quale il Nord è cresciuto e cresce come e più della Germania, mentre la zavorra sarebbe solo il Sud. I numeri dicono il contrario".
"Più mercato e liberalizzazioni" - La numero uno di Viale dell'Astronomia ha poi ribadito che "la questione della bassa crescita è nazionale e generale" e che "tutti gli organismi internazionali concordano che l'Italia ha bisogno di un incisivo programma di riforme strutturali". La 'malattia della bassa crescita' si cura innanzitutto con "più mercato" e liberalizzazioni.
A questo proposito la Marcegaglia ha citato i dati di Bankitalia secondo i quali "una decisa politica di liberalizzazione nei settori meno esposti alla concorrenza potrebbe generare un aumento del Pil dell'11% e dei salari di quasi il 12% nel medio-lungo termine. Ma sta succedendo proprio il contrario".
"Senza crescita in discussione i fondamenti della democrazia" - "Senza sviluppo economico, senza crescita, alza la testa il populismo, vengono messi in discussione i fondamenti stessi della democrazia". "Si abbassino i toni della polemica politica. Cessino gli attacchi e le delegittimazioni reciproche". Se il risultato elettorale finale convincerà governo e maggioranza di avere davanti a sé ancora due anni di lavoro, la loro agenda deve concentrarsi su un'unica priorità: la crescita".
Critiche a maggioranza e opposizione - Il leader degli industriali evidenzia come, nella sua relazione, abbia "limitato gli accenni alla politica al minimo indispensabile". Ma "ora che mancano poche ore ai ballottaggi del secondo turno amministrativo", non può che "esprimere un solo auspicio": quello di rimettere in cima alle priorità la crescita e le riforme strutturali. Ora che le difficoltà della maggioranza sono evidenti nel giudizio popolare, non per questo possiamo tacere che l'opposizione tra spinte antagoniste e frammentazioni, è ancora incapace di esprimere un disegno riformista".