Il sopravvissuto della Thyssen: "Applausi un tuffo al cuore"

Economia
Harald Espenhahn, amministratore delegato della Thyssen, condannato a 16 anni e 6 mesi per omicidio volontario
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Così l’ex operaio Antonio Boccuzzi commenta il battimani degli industriali a Herald Espenhahn, l'amministratore delegato dell'azienda tedesca condannato a 16 anni e sei mesi per omicidio volontario. Luigi Abete invece difende Emma Marcegaglia

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L’applauso degli industriali riuniti a Bergamo all’amministratore delegato della Thyssen, Harald Espenhahn, non gli è piaciuto per nulla. Anzi. "Quando l'ho saputo ho avuto un tuffo al cuore".

Sono le parole di Antonio Boccuzzi, unico sopravvissuto dell'incendio allo stabilimento torinese della Thyssen, nel quale hanno perso la vita 7 operai e per il quale Espenhahn è stato condannato in primo grado per omicidio volontario. "Mi sono venuti in mente altri applausi", ha detto in un’intervista a Repubblica. "Quelli del giorno dei funerali, quando le bare uscivano sul sagrato del Duomo di Torino e la gente che chiamava eroi i miei compagni. E poi gli applausi della sera della sentenza". Quelli provenienti dall'assise degli industriali, invece, a Boccuzzi sono sembrati "un fischio alla giustizia, all'idea che chi lavora debba essere rispettato perché è una persona". L'ex dipendente della Thyssen, oggi deputato del Pd, rileva due paradossi: "Se Espenhahn fosse stato condannato per omicidio colposo (e non volontario, ndr) non sarebbe stato applaudito". E poi c'é il paradosso della Confindustria, "associazione che espelle chi paga il pizzo e si mette ad applaudire chi è stato riconosciuto responsabile di una tragedia così grande". "Per me lui è solo la punta dell'iceberg - conclude - E gli applausi sono il sintomo di un modo di pensare, non un episodio isolato".

Ma l’applauso di Confindustria a Espenhahn ha suscitato molte altre polemiche. Dopo la presa di posizione del ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, che ha criticato apertamente Emma Marcegaglia – la leader degli industriali aveva detto che una sentenza dura come quella della Thyssen allontana gli investimenti in Italia – lunedì 9 maggio si è fatto sentire anche Paolo Romani.  "Trovo tendenzialmente improprio un applauso rispetto a una situazione che ha avuto morti dolorose e una tragedia dolorosa", ha commentato il ministro dello Sviluppo economico. Romani ha definito quello di Confindustria "un applauso controverso", pur ammettendo che "statisticamente è vero che è l'unico caso di omicidio volontario per un incidente sul lavoro".

E anche il presidente della Regione Toscana, Enrico Rossi, ha voluto commentare: "L'applauso di Confindustria all'amministratore delegato della Thyssen, condannato a 13 anni e 6 mesi per la morte di 7 operai, è un'offesa ai familiari e a tutto il mondo del lavoro". "Si può discutere e non condividere le sentenze - aggiunge Rossi -, ma non si devono mai offendere le vittime per difendere chi è stato ritenuto responsabile in un regolare processo. Gramsci parlava di sovversione delle classi dominanti...".

Dal mondo sindacale, invece, le posizioni sono più variegate. Per Susanna Camusso, segretario della Cgil, l’applauso degli imprenditori è stata una "manifestazione eccessiva", considerato che la vicenda Thyssen "e' stata una delle più orride stragi sul lavoro dell'ultimo periodo". "Sarebbe forse meglio – ha aggiunto – affrontare il problema di come non farla più succedere che non criticare quel che ha fatto la magistratura". Luigi Angeletti, invece, segretario della Uil, si è detto sì "sorpreso per la manifestazione di sabato", ma ha voluto comunque riconoscere che Confindustria "sta lavorando attivamente per ridurre il livello  degli infortuni nel nostro paese". "Non collegherei il caso", ha aggiunto, "per nulla  gradevole di sabato con la politica che effettivamente si sta  realizzando". Allo stesso modo Raffaele Bonanni, leader della Cisl, ha detto: "Quello che più conta è che si sta lavorando tutti assieme,  lavoratori e imprenditori, per trovare una nuova strada più sicura per tutti".

A difendere, invece, apertamente industriali e Marcegaglia è il presidente di Bnl e Assonime, Luigi Abete. "La presidente Marcegaglia - ha spiegato Abete, ex presidente di Confindustria - ha detto due cose chiare che evidentemente non sono state evidenziate all'esterno in modo appropriato". "Da un lato - ha proseguito - che c'é una grande attenzione delle imprese e del mondo industriale per la sicurezza del lavoro, dall'altro che non si può applicare a situazioni purtroppo tragiche delle normative che vanno oltre l'effettiva responsabilità delle persone". Qualora ciò avvenisse, ha concluso, "corriamo il rischio che questo diventi un boomerang".

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