Tremonti: la disoccupazione non c'è, gli immigrati lavorano
EconomiaIl ministro dell'Economia, da Washington, interviene sul lavoro giovanile nel nostro Paese: "I 4 milioni di stranieri arrivati in Italia sono occupati, evidentemente non c'è domanda per questo tipo di lavori da parte di altri"
"L'Italia è un paese che offre posti di lavoro e lo dimostra il fatto che tutti i 4 milioni di immigrati che sono arrivati da noi negli ultimi anni sono occupati. Di fronte al problema della disoccupazione giovanile, che in Italia sfiora il 30%, è quindi forse il caso di chiedersi se i giovani siano effettivamente disposti a cogliere le occasioni di lavoro che vengono loro offerte. E' questa l'analisi fatta dal ministro dell'Economia Giulio Tremonti a Washington dove ha partecipato ai lavori del Fondo Monetario Internazionale.
"In Italia ci sono 4 milioni di immigrati, tra cui moltissimi giovani che lavorano da mattina a sera e anche di notte" ha osservato Tremonti, sottolineando che "questo formula un'idea sulle cause e i perché" della disoccupazione giovanile. Il nostro, ha aggiunto, è "un paese che offre lavoro a certe condizioni a certe persone, evidentemente non c'è domanda per questi tipi di lavoro da parte di altri". "Bisogna piuttosto chiedersi "che lavoro fanno gli immigrati", ha aggiunto.
Il ministro - fiero anche del fatto che l'Italia non è stata inclusa nel gruppo dei 7 considerati dal G7 come paesi con potenziali rischi sistemici e quindi al centro di futuri controlli particolarmente accurati - ha invitato quindi a domandarsi se il nostro sia "un paese in disoccupazione o in piena occupazione?". "Non mi risulta che tra i giovani immigrati ci sia disoccupazione, è tutta gente che lavora tantissimo" è la sua risposta. Cosa fare quindi per risolvere il problema dei giovani senza lavoro che a febbraio scorso l'Istat valutava al 28,1%? A chi gli chiede se sia il caso di chiudere all'immigrazione o se i giovani italiani debbano adeguarsi, Tremonti replica secco: "escudo la prima ipotesi".
Il tema dell'immigrazione comunque non è stato trattato durante i lavori del G20 e del Fondo Monetario Internazionale. La conferma è venuta anche dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi: "non si è parlato degli effetti dell'immigrazione sul mercato del lavoro, si è passata in rassegna la situazione dei paesi del Nordafrica e del Medio Oriente che stanno sperimentando momenti drammatici dal punto di vista economico sociale e umano e non ci si e' focalizzati sull'immigrazione e dei suoi effetti sul mercato del lavoro".
"In Italia ci sono 4 milioni di immigrati, tra cui moltissimi giovani che lavorano da mattina a sera e anche di notte" ha osservato Tremonti, sottolineando che "questo formula un'idea sulle cause e i perché" della disoccupazione giovanile. Il nostro, ha aggiunto, è "un paese che offre lavoro a certe condizioni a certe persone, evidentemente non c'è domanda per questi tipi di lavoro da parte di altri". "Bisogna piuttosto chiedersi "che lavoro fanno gli immigrati", ha aggiunto.
Il ministro - fiero anche del fatto che l'Italia non è stata inclusa nel gruppo dei 7 considerati dal G7 come paesi con potenziali rischi sistemici e quindi al centro di futuri controlli particolarmente accurati - ha invitato quindi a domandarsi se il nostro sia "un paese in disoccupazione o in piena occupazione?". "Non mi risulta che tra i giovani immigrati ci sia disoccupazione, è tutta gente che lavora tantissimo" è la sua risposta. Cosa fare quindi per risolvere il problema dei giovani senza lavoro che a febbraio scorso l'Istat valutava al 28,1%? A chi gli chiede se sia il caso di chiudere all'immigrazione o se i giovani italiani debbano adeguarsi, Tremonti replica secco: "escudo la prima ipotesi".
Il tema dell'immigrazione comunque non è stato trattato durante i lavori del G20 e del Fondo Monetario Internazionale. La conferma è venuta anche dal governatore della Banca d'Italia Mario Draghi: "non si è parlato degli effetti dell'immigrazione sul mercato del lavoro, si è passata in rassegna la situazione dei paesi del Nordafrica e del Medio Oriente che stanno sperimentando momenti drammatici dal punto di vista economico sociale e umano e non ci si e' focalizzati sull'immigrazione e dei suoi effetti sul mercato del lavoro".