Generali, il dopo Geronzi si chiama Galateri

Economia
Il presidente uscente di Telecom Gabriele Galateri
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I consiglieri trovano l'accordo sul nome del prossimo presidente: sarà il numero uno di Telecom. Intanto il presidente di Unicredit, Dieter Rampl, dice: “Ora il patto Mediobanca va rivisto”

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È il giorno di Gabriele Galateri. Dopo le dimissioni di Cesare Geronzi, il presidente uscente di Telecom sarà il nuovo numero uno delle Generali.
I soci del Leone di Trieste hanno, infatti, raggiunto un consenso unanime sul nome dell'ex presidente di Telecom e Mediobanca. Dunque, si arriva in Consiglio, previsto alle 18 a Roma, con un solo nome e non con una  rosa di candidati.

Il presidente uscente di Telecom Italia, il cui mandato nel gruppo telefonico si concluderà con l'assemblea di martedì 12 aprile, risulta essere per i consiglieri di Generali il candidato più adatto per il vertice di Generali per il suo profilo istituzionale di prestigio internazionale, per gli ottimi rapporti con le istituzioni e anche per l'età anagrafica. E' stato inoltre già per 5 anni all'interno del Consiglio di amministrazione di Generali, ne conosce il management ed è vicino agli azionisti. Così risponde nella maniera migliore a quanto prevede la governance di Generali. Galateri sarà quindi indicato come successore di Cesare Geronzi al Consiglio di amministrazione della compagnia triestina. La conferma dovrà poi arrivare con l'assemblea degli azionisti del 30 aprile.

Intanto in un’intervista a Repubblica, il presidente di Unicredit, Dieter Rampl, sostiene che dopo le dimissioni di Geronzi dal vertice del Leone, anche il patto di Mediobanca “va rivisto”. "Mediobanca è il perno di Generali, e noi il perno di Mediobanca" – ha detto Rampl – "Abbiamo già un ruolo di leader in Mediobanca, almeno nel capitale visto che siamo primo azionista con l'8,6%. E siamo in un patto che va al rinnovo a fine anno. Credo che tra i soci dovremo fare qualche discussione sul funzionamento della governance del patto Mediobanca". Sull'uscita di Geronzi Rampl non esprime "giudizi personali": "Mi limito a dire che se io fossi presidente di una compagnia e avessi contro anche solo la metà del mio board, prenderei la stessa decisione che ha preso lui".

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