Aumentano i listini delle principali compagnie sulla scia degli scontri e del caos nel paese libico. Più 1,5 centesimi al litro e i consumatori insorgono: “Ogni scusa è buona per ritoccare i prezzi dei carburanti”
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La crisi in Libia fa schizzare il prezzo della benzina in Italia. Com’era facile prevedere, l’onda delle proteste e del caos nell’altra sponda del Mediterraneo sta avendo ripercussioni anche sulle tariffe dei carburanti. D’altronde, basti ricordare che la Libia resta il principale fornitore di petrolio per il nostro paese. Secondo le rilevazioni di Staffetta Quotidiana, il giornale specializzato nelle fonti di energia, in Italia ci sono stati rialzi generalizzati dei listini, e su tutti c'è stato il balzo dei carburanti di Eni, aumentati di 1,5 centesimi al litro (sia per benzina sia per gasolio). Ma, oltre a Eni, si registrano ritocchi in su anche per Esso, Q8, Shell, e TotalErg.
Stando alla rilevazione della Staffetta Quotidiana, per Eni i prezzi medi calcolati si attestano a 1,521 euro/litro per la benzina e a 1,409 euro/litro per il gasolio. Nei diversi cluster in cui è suddivisa la rete Eni, i prezzi raggiungono un massimo di 1,576 euro/litro sulla benzina in Campania (dove vige l'addizionale sull'accisa) e un minimo di 1,509 euro/litro in Veneto. Per il gasolio registriamo punte massime in Sicilia a 1,449 euro/litro e minime a 1,395 euro/litro in Veneto.
Aumentano i listini anche per Esso: +0,7 centesimi sulla benzina a 1,507 euro/litro e +1 centesimo sul gasolio a 1,404 euro/litro. Si muove anche Q8, sulla sola benzina, con un aumento di 0,5 centesimi al litro (prezzo medio a 1,513 euro/litro). Per Shell l'aumento è di 0,5 centesimi al litro con prezzi medi a 1,517 euro/litro per la benzina e a 1,408 euro/litro sul gasolio. Infine, rialzo anche per TotalErg: +0,5 centesimi al litro su entrambi i prodotti a 1,515 euro/litro per la benzina e a 1,401 euro/litro sul gasolio.
"Una situazione intollerabile, che è indispensabile arginare con interventi urgenti prima che degeneri". Così Rosario Trefiletti ed Elio Lannutti, presidenti di Federconsumatori e Adusbef, commentano i rincari di oggi sui prezzi dei carburanti alla pompa. "Come temevamo, purtroppo, ogni scusa è buona per ritoccare i prezzi dei carburanti. E' pur vero - sottolineano le associazioni - che le quotazioni stanno salendo a ritmi velocissimi, attestandosi oggi a 96 dollari al barile, ma rimane comunque il fatto che si trovano ancora ben al di sotto del picco di 147 dollari al barile registrato due anni fa". Quindi, aggiungono, "si tratta dell'ennesima lampante dimostrazione del meccanismo della doppia velocità, per cui le compagnie sono sempre pronte a modificare i prezzi solo ed esclusivamente al rialzo non appena la quotazione del petrolio accenna ad aumentare”.
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