La rivista Fortune ha stilato la classifica delle previsioni più azzeccate sugli ultimi risultati trimestrali di Apple. Sorpresa: le prime 9 posizioni sono occupate da blogger che così si dimostrano più accurati dei professionisti
di Raffaele Mastrolonardo
La rivincita del dilettante a scapito del professionista. E' un ritornello che si sente almeno da quando Internet è diventato un fenomeno di massa e Wikipedia ha dimostrato che progetti di alta complessità possono essere realizzati da semplici utenti senza il bisogno della guida di esperti. Giornalisti, fotografi, cuochi. Ci sono poche categorie la cui professionalità non è stata messa in dubbio di fronte all'avanzata di armate di appassionati in grado, si è ripetuto spesso, di soppiantare chi ha ancora la pretesa di essere pagato per fare un determinato mestiere. Tra le ultime vittime di questa tendenza ci sono gli analisti finanziari, vale a dire i vati dei nostri tempi, pagati (spesso profumatamente) per prevedere le bizze dei mercati e indirizzare così le scelte degli investitori.
Secondo la rivista Fortune, infatti, nonostante lavorino per stimate società di analisi o banche di affari non sempre questi profeti dei numeri sono affidabili, o meglio non lo sono più di tanti blogger che si dilettano con grafici e listini (e che spesso si rivelano più abili dei loro colleghi professionisti). La prova è arrivata con l'ultima trimestrale di Apple. La rivista si è presa la briga di tenere traccia delle previsioni sui risultati dell'azienda di Steve Jobs e ha stilato una classifica dell'accuratezza di chi le ha pronunciate. Risultato: gli analisti non affiliati con le grandi società di Wall Street hanno sbaragliato il campo occupando le prime nove posizioni e dieci delle prime undici. I loro numeri su alcuni indicatori chiave delle performance della Mela (come il fatturato e il numero di dispositivi venduti) si sono rivelati molto più esatti di quelli forniti dai loro affermati colleghi. Nel complesso, ha scritto Fortune, il margine di errore dei dilettanti (3,94 %) è stato più di due volte inferiore a quello dei professionisti (9,04 %).
Tra gli exploit più notevoli vanno segnalati quelli di Nicholas Mihalache di Traderhood, la cui stima del fatturato dell'azienda tecnologica più ricca del mondo si è dimostrata sbagliata solo dello 0,27% e quella del numero di iPad venduti di un misero 0,76%. Questi “colpi” sono valsi a Mihalache il quarto posto in classifica. Da parte sua, Dennis Hildebrand, titolare del blog Appple's Gold si è piazzato ottavo e ha azzeccato in pieno il margine lordo riportato dalla società. Il primo posto nella classifica dell'accuratezza è toccato però a Patrick Smeille di Apple Finance Board, che non ha azzeccato nessun indicatore ma è stato quello che più si è avvicinato ai numeri reali con un margine di errore medio di appena il 2,44 %.
Quanto agli analisti veri e propri, alcuni di loro hanno preso delle topiche clamorose. Come chiamare altrimenti le previsioni di Charlie Wolf, della banca di investimento Needham che ha sbagliato il fatturato di Apple di ben 3,73 miliardi di dollari e le vendite di iPad di più di 2 milioni di unità? E come definire i vaticini di Vijay Rakesh di Sterne Agee che pretendeva che la società di Cupertino avrebbe venduto 7,95 milioni di iPod in meno rispetto a quanto è avvenuto?
Certo i professionisti qualche scusante ce l'hanno. Molti, a differenza delle loro controparti amatoriali ultraspecializzate, devono seguire parecchie aziende e interi settori, ma il risultato resta sorprendente. Anche perché, come dice Fortune, non c'è stata proprio partita.
Non è comunque la prima volta che dei semplici blogger si rivelano più abili dei professionisti del settore nell'anticipare eventi finanziari. Uno dei più celebri (e sfortunati) casi di analisti dilettanti è stato quello del coreano Park Dae-Sung che nel 2008 si è distinto per una serie di previsioni esatte postate sul suo blog Minerva. Tra le altre cose Dae-sung, aveva messo in guardia sul fallimento di Lehman Brothers, sulla caduta della valuta nazionale rispetto al dollaro e sul crollo del mercato finanziario locale. La sua popolarità era diventata tale che le autorità coreane lo hanno infine fatto arrestare con l'accusa di turbare i mercati con fosche previsioni. Dopo 100 giorni di prigione è stato infine prosciolto dalle accuse.
La rivincita del dilettante a scapito del professionista. E' un ritornello che si sente almeno da quando Internet è diventato un fenomeno di massa e Wikipedia ha dimostrato che progetti di alta complessità possono essere realizzati da semplici utenti senza il bisogno della guida di esperti. Giornalisti, fotografi, cuochi. Ci sono poche categorie la cui professionalità non è stata messa in dubbio di fronte all'avanzata di armate di appassionati in grado, si è ripetuto spesso, di soppiantare chi ha ancora la pretesa di essere pagato per fare un determinato mestiere. Tra le ultime vittime di questa tendenza ci sono gli analisti finanziari, vale a dire i vati dei nostri tempi, pagati (spesso profumatamente) per prevedere le bizze dei mercati e indirizzare così le scelte degli investitori.
Secondo la rivista Fortune, infatti, nonostante lavorino per stimate società di analisi o banche di affari non sempre questi profeti dei numeri sono affidabili, o meglio non lo sono più di tanti blogger che si dilettano con grafici e listini (e che spesso si rivelano più abili dei loro colleghi professionisti). La prova è arrivata con l'ultima trimestrale di Apple. La rivista si è presa la briga di tenere traccia delle previsioni sui risultati dell'azienda di Steve Jobs e ha stilato una classifica dell'accuratezza di chi le ha pronunciate. Risultato: gli analisti non affiliati con le grandi società di Wall Street hanno sbaragliato il campo occupando le prime nove posizioni e dieci delle prime undici. I loro numeri su alcuni indicatori chiave delle performance della Mela (come il fatturato e il numero di dispositivi venduti) si sono rivelati molto più esatti di quelli forniti dai loro affermati colleghi. Nel complesso, ha scritto Fortune, il margine di errore dei dilettanti (3,94 %) è stato più di due volte inferiore a quello dei professionisti (9,04 %).
Tra gli exploit più notevoli vanno segnalati quelli di Nicholas Mihalache di Traderhood, la cui stima del fatturato dell'azienda tecnologica più ricca del mondo si è dimostrata sbagliata solo dello 0,27% e quella del numero di iPad venduti di un misero 0,76%. Questi “colpi” sono valsi a Mihalache il quarto posto in classifica. Da parte sua, Dennis Hildebrand, titolare del blog Appple's Gold si è piazzato ottavo e ha azzeccato in pieno il margine lordo riportato dalla società. Il primo posto nella classifica dell'accuratezza è toccato però a Patrick Smeille di Apple Finance Board, che non ha azzeccato nessun indicatore ma è stato quello che più si è avvicinato ai numeri reali con un margine di errore medio di appena il 2,44 %.
Quanto agli analisti veri e propri, alcuni di loro hanno preso delle topiche clamorose. Come chiamare altrimenti le previsioni di Charlie Wolf, della banca di investimento Needham che ha sbagliato il fatturato di Apple di ben 3,73 miliardi di dollari e le vendite di iPad di più di 2 milioni di unità? E come definire i vaticini di Vijay Rakesh di Sterne Agee che pretendeva che la società di Cupertino avrebbe venduto 7,95 milioni di iPod in meno rispetto a quanto è avvenuto?
Certo i professionisti qualche scusante ce l'hanno. Molti, a differenza delle loro controparti amatoriali ultraspecializzate, devono seguire parecchie aziende e interi settori, ma il risultato resta sorprendente. Anche perché, come dice Fortune, non c'è stata proprio partita.
Non è comunque la prima volta che dei semplici blogger si rivelano più abili dei professionisti del settore nell'anticipare eventi finanziari. Uno dei più celebri (e sfortunati) casi di analisti dilettanti è stato quello del coreano Park Dae-Sung che nel 2008 si è distinto per una serie di previsioni esatte postate sul suo blog Minerva. Tra le altre cose Dae-sung, aveva messo in guardia sul fallimento di Lehman Brothers, sulla caduta della valuta nazionale rispetto al dollaro e sul crollo del mercato finanziario locale. La sua popolarità era diventata tale che le autorità coreane lo hanno infine fatto arrestare con l'accusa di turbare i mercati con fosche previsioni. Dopo 100 giorni di prigione è stato infine prosciolto dalle accuse.