Marchionne: "Questo non è un bel modo di gestire il Paese"
EconomiaDa Los Angeles, l'amministratore delegato Fiat commenta la crisi di governo: "La mancanza di chiarezza è quello che innervosisce il mondo intero. Le persone serie queste cose non le fanno". Poi conferma la volontà di non voler cedere Alfa Romeo
"Una possibile crisi di governo? E' questo il problema. Non è un bel modo per gestire il paese. La mancanza di chiarezza è quello che innervosisce il mondo intero. Le persone serie queste cose non le fanno".
Dura bordata dall'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne: da Los Angeles, dove si trova per il Salone dell'Auto, durante il quale verrà presentata ufficialmente la 500 americana che segnerà il ritorno di Fiat negli Stati Uniti dopo 27 anni di assenza, il numero uno del Lingotto non risparmia frecciate all'attuale esecutivo.
"E' un problema non solo italiano, ma europeo" - Per l'amministratore delegato di Fiat l'instabilita "non aiuta". "Noi abbiamo bisogno di stabilità per fare le cose. L'instabilità non aiuta né a livello di clientela né a livello di gestione industriale del paese. Abbiamo bisogno di certezze" ha aggiunto, osservando che "non è un problema solo italiano, ma europeo. E' una situazione non facile che va impattare anche sull'atteggiamento dei consumatori e dei clienti - osserva - Si è visto benissimo l'impatto sul livello occupazionale in Italia. A Mirafiori e in altri impianti ho sempre detto che avremmo adeguato la produzione alla domanda. C'é un problema di sovraccapacità. Nessun produttore europeo sta guadagnando soldi".
"Il mercato dell'auto italiano - ha poi aggiunto Marchionne - sta uscendo da un periodo di incentivi: l'avevo detto dall'inizio dell'anno e non mi sorprende. L'aver drogato il mercato per 24 mesi e poi aver staccato la spina, fa tornare tutto alla normalità anche se - aggiunge Marchionne - ci vorrà del tempo: ci saranno 12 mesi di inferno. Fino a marzo ci siamo portati dietro i buoni risultati del 2009, poi è finita la cuccagna: adesso ci facciamo 9 mesi del 2010 e i primi 3 del 2011 d'inferno e l'instabilità non aiuta".
"L'Alfa Romeo non è in vendita" - L'amministratore delegato di Fiat ha poi confermato che "l'Alfa Romeo non è in vendita", aggiungendo subito dopo però che "se mi offrissero un assegno da 20 miliardi mi siederei al tavolo e ci penserei". Risposta decisa anche sul fronte di una possibile fusione tra Fiat e Chrysler: "Non ho mai detto che le avremmo fatto", "é una delle possibilità, così come è una delle possibilità quella di monetizzare una parte della Ferrari ma anche una parte della Magneti Marelli. Sono tutte cose possibili ma non abbiamo deciso niente", ha concluso.
Dura bordata dall'amministratore delegato di Fiat e Chrysler, Sergio Marchionne: da Los Angeles, dove si trova per il Salone dell'Auto, durante il quale verrà presentata ufficialmente la 500 americana che segnerà il ritorno di Fiat negli Stati Uniti dopo 27 anni di assenza, il numero uno del Lingotto non risparmia frecciate all'attuale esecutivo.
"E' un problema non solo italiano, ma europeo" - Per l'amministratore delegato di Fiat l'instabilita "non aiuta". "Noi abbiamo bisogno di stabilità per fare le cose. L'instabilità non aiuta né a livello di clientela né a livello di gestione industriale del paese. Abbiamo bisogno di certezze" ha aggiunto, osservando che "non è un problema solo italiano, ma europeo. E' una situazione non facile che va impattare anche sull'atteggiamento dei consumatori e dei clienti - osserva - Si è visto benissimo l'impatto sul livello occupazionale in Italia. A Mirafiori e in altri impianti ho sempre detto che avremmo adeguato la produzione alla domanda. C'é un problema di sovraccapacità. Nessun produttore europeo sta guadagnando soldi".
"Il mercato dell'auto italiano - ha poi aggiunto Marchionne - sta uscendo da un periodo di incentivi: l'avevo detto dall'inizio dell'anno e non mi sorprende. L'aver drogato il mercato per 24 mesi e poi aver staccato la spina, fa tornare tutto alla normalità anche se - aggiunge Marchionne - ci vorrà del tempo: ci saranno 12 mesi di inferno. Fino a marzo ci siamo portati dietro i buoni risultati del 2009, poi è finita la cuccagna: adesso ci facciamo 9 mesi del 2010 e i primi 3 del 2011 d'inferno e l'instabilità non aiuta".
"L'Alfa Romeo non è in vendita" - L'amministratore delegato di Fiat ha poi confermato che "l'Alfa Romeo non è in vendita", aggiungendo subito dopo però che "se mi offrissero un assegno da 20 miliardi mi siederei al tavolo e ci penserei". Risposta decisa anche sul fronte di una possibile fusione tra Fiat e Chrysler: "Non ho mai detto che le avremmo fatto", "é una delle possibilità, così come è una delle possibilità quella di monetizzare una parte della Ferrari ma anche una parte della Magneti Marelli. Sono tutte cose possibili ma non abbiamo deciso niente", ha concluso.