L’azienda della Mela potrebbe diventare la prima società al mondo per capitalizzazione di mercato e scalzare così il gigante petrolifero Exxon Mobil. Anche se l’ultima trimestrale, pur con numeri sfolgoranti, non ha soddisfatto in pieno gli analisti
Di Raffaele Mastrolonardo
Apple sul tetto del mondo. E non solo nel comparto hi-tech, dove regna già da un po’. L’azienda di Cupertino, forte dei successi dei suoi prodotti, ha ora un obiettivo più ambizioso: diventare la società con la maggiore capitalizzazione in borsa del pianeta, indipendentemente dai settori di mercato. Per salire sul gradino più alto del podio dovrà scalzare dal piedistallo Exxon Mobil, gigante petrolifero che guida il gruppo con un valore di mercato di oltre 330 miliardi di dollari contro i 283 di Apple, che dopo lo storico sorpasso ai danni di Microsoft, è seconda in questa speciale classifica.
330 contro 283 può sembrare un distacco ingente ma il confronto va visto in prospettiva. E l’analisi dell’andamento dei titoli nell’ultimo anno rivela un costante avvicinamento della multinazionale con sede a Cupertino in California a quella di Irving, in Texas. Dall’ottobre 2009 il titolo di Apple (che vale oggi circa 300 dollari) si è apprezzato di oltre il 64 %, mentre quello della compagnia petrolifera ha perso quasi l’11 % (attualmente viaggia sui 65 dollari).
Sono tendenze come queste che fanno dire ad alcuni a Wall Street che l’avvicendamento in testa tra il “simbolo dell’era digitale” e quello dei pozzi petroliferi è solo questione di tempo. Magari già a gennaio prossimo quando anche Verizon Wireless, il più grande operatore cellulare americano, comincerà a vendere iPhone. In attesa del momento fatidico, va detto che Apple ha perso una prima chance di avvicinare sostanzialmente il rivale. I risultati trimestrali del 18 ottobre scorso sono stati infatti decisamente positivi ma non così tanto da soddisfare l’appetito di Wall Street, che a sorpresa ha punito il titolo con un calo del 2 %.
La società di Steve Jobs ha denunciato entrate per 20 miliardi di dollari (un record per un trimestre: tanto per capire Google si è fermato a poco più di 7 miliardi) e profitti per 4,31 miliardi (contro i 2,17 di Google). Il mercato però ha storto il naso di fronte ai dati sulle vendite di iPad: 4,2 milioni di pezzi quando gli analisti ne aspettavano almeno 4,5. Un risultato inferiore alle attese che, secondo alcuni, si spiega non tanto con una mancanza di domanda quanto con la difficoltà di Apple a tenere il passo delle richieste dei consumatori. Insomma, un passo falso ma non troppo che conferma, indirettamente, le prospettive di un mercato, quello dei tablet, che fino all'anno scorso praticamente non esisteva. Secondo un recente rapporto di Gartner, le vendite di questa categoria di gadget a cui appartiene anche l’iPad si assesteranno sui 19,5 milioni di unità entro la fine dell’anno, per diventare 54 milioni nel 2011 e superare i 150 milioni nel 2013. Exxon è avvertita.