Wen Jabao, capo del governo di Pechino in visita in Italia. "Oggi gli investimeni italiani in oriente sono solo 5 miliardi, ma l'intenzione è farli crescere"
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La Cina spalanca le porte ad un aumento degli investimenti delle imprese italiane. Lo ha assicurato il primo ministro cinese Wen Jiabao nella conferenza stampa a Villa Madama con il premier Silvio Berlusconi e gli imprenditori dei due Paesi. "Spero - si è augurato il premier cinese - che le imprese italiane posano camminare in prima fila tra i paesi dell'Ue, anzi del mondo". "Fino a questo momento si registrano investimenti italiani da 5 miliardi di dollari e seimila progetti di imprese, ma questi numeri sono ancora troppo poco - ha osservato Wen - e non corrispondono ai reali rapporti economici tra Italia e Cina. Basti pensare che gli investimenti Usa nel nostro Paese hanno superato i 60 miliardi di dollari e quelli europei nel loro complesso i 50 miliardi di dollari". "La Cina considera l'introduzione di tecnologie e gli investimenti esteri come un punto chiave" del suo sviluppo, ha concluso.
Obiettivo condiviso anche da Silvio Berlusconi che ha annunciato l'intenzione di portare l'interscambio tra i due paesi a 100 miliardi di dollari annui rispetto agli 80 stabiliti. Un traguardo giudicato dal premier italiano come possibile e superabile. Il presidente del Consiglio ha elogiato "gli attuali ritmi di crescita" della Cina e ha sottolineato che "presto l'economia cinese sarà la prima economia del mondo". L'Italia, ha concluso, "non deve guardare alla Cina con timore, ma come una opportunità: continueremo a guardare al mercato cinese come un grande mercato capace di assorbire i nostri prodotti e accogliere le nostre imprese". E alla fine di migliorare le opportunità italiane in Cina, Pechino a deciso di "garantire alle imprese straniere le stesse condizioni delle imprese nazionali" per quanto riguarda le pratiche burocratiche, la pressione fiscale e le gare d'appalto.
Voglia di oriente si è respirato anche nei pressi di Confindustria, dove Emma Marcegaglia ha definito i rapporti tra i due paesi come eccellenti "da un punto di vista politico, economico, culturale e anche da quello delle relazioni personali, che in questi casi è molto importante", "La Cina rappresenta un mercato di grandi opportunità" - ha aggiunto il presidente di COnfindustria - "è molto cambiato, negli anni, il nostro atteggiamento verso la Cina. In una prima fase la consideravamo un competitore temuto, poi abbiamo visto la Cina come possibilità di investimento con bassi costi di produzione, ora, invece, vediamo gli investimenti nell'alta tecnologia". Marcegaglia sottolinea però che "c'è ancora molto da fare. Oggi siamo il ventunesimo fornitore in Cina, il terzo in Germania. E' possibile fare di più nell'alta tecnologia, nell'impiantistica, nell'energie rinnovabili. Più export, ma anche aumentare la quota di investimenti reciproci, anch'io, con la mia azienda sto avviando un investimento di 200 milioni di euro. Poi possiamo lavorare di più, insieme, su ricerca e turismo".
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La Cina spalanca le porte ad un aumento degli investimenti delle imprese italiane. Lo ha assicurato il primo ministro cinese Wen Jiabao nella conferenza stampa a Villa Madama con il premier Silvio Berlusconi e gli imprenditori dei due Paesi. "Spero - si è augurato il premier cinese - che le imprese italiane posano camminare in prima fila tra i paesi dell'Ue, anzi del mondo". "Fino a questo momento si registrano investimenti italiani da 5 miliardi di dollari e seimila progetti di imprese, ma questi numeri sono ancora troppo poco - ha osservato Wen - e non corrispondono ai reali rapporti economici tra Italia e Cina. Basti pensare che gli investimenti Usa nel nostro Paese hanno superato i 60 miliardi di dollari e quelli europei nel loro complesso i 50 miliardi di dollari". "La Cina considera l'introduzione di tecnologie e gli investimenti esteri come un punto chiave" del suo sviluppo, ha concluso.
Obiettivo condiviso anche da Silvio Berlusconi che ha annunciato l'intenzione di portare l'interscambio tra i due paesi a 100 miliardi di dollari annui rispetto agli 80 stabiliti. Un traguardo giudicato dal premier italiano come possibile e superabile. Il presidente del Consiglio ha elogiato "gli attuali ritmi di crescita" della Cina e ha sottolineato che "presto l'economia cinese sarà la prima economia del mondo". L'Italia, ha concluso, "non deve guardare alla Cina con timore, ma come una opportunità: continueremo a guardare al mercato cinese come un grande mercato capace di assorbire i nostri prodotti e accogliere le nostre imprese". E alla fine di migliorare le opportunità italiane in Cina, Pechino a deciso di "garantire alle imprese straniere le stesse condizioni delle imprese nazionali" per quanto riguarda le pratiche burocratiche, la pressione fiscale e le gare d'appalto.
Voglia di oriente si è respirato anche nei pressi di Confindustria, dove Emma Marcegaglia ha definito i rapporti tra i due paesi come eccellenti "da un punto di vista politico, economico, culturale e anche da quello delle relazioni personali, che in questi casi è molto importante", "La Cina rappresenta un mercato di grandi opportunità" - ha aggiunto il presidente di COnfindustria - "è molto cambiato, negli anni, il nostro atteggiamento verso la Cina. In una prima fase la consideravamo un competitore temuto, poi abbiamo visto la Cina come possibilità di investimento con bassi costi di produzione, ora, invece, vediamo gli investimenti nell'alta tecnologia". Marcegaglia sottolinea però che "c'è ancora molto da fare. Oggi siamo il ventunesimo fornitore in Cina, il terzo in Germania. E' possibile fare di più nell'alta tecnologia, nell'impiantistica, nell'energie rinnovabili. Più export, ma anche aumentare la quota di investimenti reciproci, anch'io, con la mia azienda sto avviando un investimento di 200 milioni di euro. Poi possiamo lavorare di più, insieme, su ricerca e turismo".