Secondo il Centro studi degli industriali, l’Italia crescerà dell'1,2% nel 2010, meno delle stime del giugno scorso. Il sommerso "è bruscamente accelerato nel 2009", superando il 20% del Pil. Marcegaglia: "Inaccettabile andare ad elezioni anticipate”
E' una "Italia più povera, in assoluto e ancor più in rapporto agli altri Paesi avanzati" quella descritta dal rapporto di autunno del Centro studi di Confindustria. Che, rinnovando l'allarme per il ritardo nelle riforme, sottolinea "sei questioni cruciali" sul fronte dei "ritardi per la modernizzazione". Un’analisi che si sofferma su semplicità e chiarezza delle regole per le imprese (a partire dalla riforma della pubblica amministrazione); il carico fiscale sulle imprese e sui lavoratori; l'istruzione; la ricerca e l'innovazione, terreno su cui siamo "in forte svantaggio"; infrastrutture, settore in cui "il Paese ha dissipato la leadership che aveva quaranta anni fa tagliando le risorse e rafforzando il potere di veto dei sempre più numerosi soggetti interessati"; la concorrenza: "le liberalizzazioni da sole aumenterebbero al produttività del 14,1%".
Punti analizzati da Confindustria con un confronto rispetto ai dati degli altri Paesi, da cui emergono "carenze strutturali e ritardi competitivi sempre piu' ampi che hanno compromesso risultati e potenzialità"'.
Quadro che si focalizza in particolare sul fronte del fisco: "La battaglia dell'evasione spalancherebbe la strada al successo nella guerra per la modernizzazione del Paese oltre a liberare gigantesche risorse per lo sviluppo".
Crescita: stime in ribasso - L'economia italiana crescerà dell'1,2% nel 2010 e dell'1,3% nel 2011. Rspetto alle precedenti previsioni del 24 giugno scorso, sono state dunque riviste al ribasso le stime di crescita sul 2011 di tre decimi di punti percentuali.
La correzione, spiega il rapporto del Csc, deriva principalmente da due fattori. Primo, il rallentamento della crescita globale previsto per la parte finale dell'anno in corso e per inizio 2011. Secondo, la "significativa decelerazione dell'economia statunitense", dove si preannuncia "una dinamica molto fiacca nei prossimi due trimestri".
Tuttavia, il rapporto avverte che le previsioni sono ispirate a cautela, "non si escludono cioè sorprese verso l'alto, cui anzi si assegna una probabilità maggiore che a quelle verso il basso".
Sommerso bruscamente accelerato - Brutte notizie dall’evasione. Il centro studi di Confindustria stima che il sommerso "è bruscamente accelerato nel 2009" superando il 20% del Pil (oltre 27% se non si considera la Pubblica Amministrazione. Al Sud è il doppio).
Dato che porta l'importo dell'evasione fiscale "su valori molto superiori ai 125 miliardi" stimati lo scorso giugno. Anche la stima della pressione fiscale effettiva è "rivista all'insù”, ad un livello "ben sopra il 54% nel 2009", più del 51,4% stimato dal CsC lo scorso giugno e del 43,2% della "pressione apparente contenuta nei documenti ufficiali".
Allarme occupazione – Un nuovo allarme riguarda l’occupazione. Tra giugno e dicembre del 2010 potrebbero essere bruciati altri 30 mila posti di lavoro. Secondo il Centro studi di Confindustria la disoccupazione continuerà a restare alta nei prossimi anni. E dal 2008 ad oggi, calcola, sono già 450 mila i posti di lavoro persi che, sommati con quelli a rischio, porterebbe il totale a 480 mila posti in meno in 3 anni. Le stime infatti indicano come nel 2010 il tasso di disoccupazione raggiungerà l'8,7% (8,6% in media d'anno) e il 9,3% a fine 2011 (9,1% in media d'anno). Il perdurare delle difficoltà occupazionali però, annotano gli economisti di Confindustria, non è un fenomeno solo italiano.
Deficit e rapporto debito/Pil - Quanto al quadro di finanza pubblica, Confindustria conferma la stima di deficit al 5,1% del Pil nel 2010 e al 4,1% nel 2011. Ritoccato al rialzo il rapporto debito/Pil, che viene stimato al 118,8% nel 2010 (dal precedente 118,5%) e al 119% nel 2011 (dal 118,9%). Il saldo primario viene sempre visto a -0,5% nel 2010 mentre il 2011 dovrebbe chiudere in positivo allo 0,6%, 0,3 punti al di sotto della precedente previsione. Per il Csc il tasso di disoccupazione si attesterà all'8,6% nel 2010 e al 9,1% nel 2011 (dal precedente 9,2%).
Il Csc stima in particolare che il 2010 si chiuderà con 480.000 persone occupate in meno rispetto a inizio 2008, al netto degli immigrati regolarizzati. Dei 480.000 in totale, circa 30.000 lavoratori dovrebbero perdere il proprio impiego tra giugno e dicembre, ha spiegato più in dettaglio il direttore del Centro Luca Paolazzi. "La creazione di posti di lavoro si rafforzerà progressivamente nel 2011, ma anche allora la variazione netta dell'occupazione sarà negativa a causa degli esuberi rimandati grazie al ricorso alla Cig durante la crisi", spiega il Csc.
Marcegaglia: "Inaccettabile andare ad elezioni" - E a margine della presentazione del rapporto del Csc, Emma Marcegaglia, presidente degli industriali italiani ha ribadito la sua posizione sull'attuale situazione politica italiana: "Andare a elezioni sarebbe inaccettabile in questo momento, questo governo ha il diritto e anche il dovere di governare. Conosciamo, leggiamo e vediamo le difficoltà di questo momento - ha proseguito - però bisogna andare avanti e soprattutto concentrarsi sull'economia, sulla crescita e occupazione che sono i veri temi che interessano. Siamo pronti a collaborare, il governo sta cominciando a muoversi su questi temi".
Alla domanda dei giornalisti se la maggioranza non ci sia più, la leader degli industriali ha risposto: "Non sta a me dirlo, i temi li vediamo tutti i giorni ma pensiamo che anche in questa situazione di difficoltà bisogna andare avanti, governare, occuparsi di crescita, economia e lavoro". Quanto al ministero dello Sviluppo economico, incarico rimasto vacante da diverso tempo per le dimissioni di Scajola, la Marcegaglia ha detto che"va fatto subito, andava fatto tempo fa, la decisione è continuamente rimandata".
Punti analizzati da Confindustria con un confronto rispetto ai dati degli altri Paesi, da cui emergono "carenze strutturali e ritardi competitivi sempre piu' ampi che hanno compromesso risultati e potenzialità"'.
Quadro che si focalizza in particolare sul fronte del fisco: "La battaglia dell'evasione spalancherebbe la strada al successo nella guerra per la modernizzazione del Paese oltre a liberare gigantesche risorse per lo sviluppo".
Crescita: stime in ribasso - L'economia italiana crescerà dell'1,2% nel 2010 e dell'1,3% nel 2011. Rspetto alle precedenti previsioni del 24 giugno scorso, sono state dunque riviste al ribasso le stime di crescita sul 2011 di tre decimi di punti percentuali.
La correzione, spiega il rapporto del Csc, deriva principalmente da due fattori. Primo, il rallentamento della crescita globale previsto per la parte finale dell'anno in corso e per inizio 2011. Secondo, la "significativa decelerazione dell'economia statunitense", dove si preannuncia "una dinamica molto fiacca nei prossimi due trimestri".
Tuttavia, il rapporto avverte che le previsioni sono ispirate a cautela, "non si escludono cioè sorprese verso l'alto, cui anzi si assegna una probabilità maggiore che a quelle verso il basso".
Sommerso bruscamente accelerato - Brutte notizie dall’evasione. Il centro studi di Confindustria stima che il sommerso "è bruscamente accelerato nel 2009" superando il 20% del Pil (oltre 27% se non si considera la Pubblica Amministrazione. Al Sud è il doppio).
Dato che porta l'importo dell'evasione fiscale "su valori molto superiori ai 125 miliardi" stimati lo scorso giugno. Anche la stima della pressione fiscale effettiva è "rivista all'insù”, ad un livello "ben sopra il 54% nel 2009", più del 51,4% stimato dal CsC lo scorso giugno e del 43,2% della "pressione apparente contenuta nei documenti ufficiali".
Allarme occupazione – Un nuovo allarme riguarda l’occupazione. Tra giugno e dicembre del 2010 potrebbero essere bruciati altri 30 mila posti di lavoro. Secondo il Centro studi di Confindustria la disoccupazione continuerà a restare alta nei prossimi anni. E dal 2008 ad oggi, calcola, sono già 450 mila i posti di lavoro persi che, sommati con quelli a rischio, porterebbe il totale a 480 mila posti in meno in 3 anni. Le stime infatti indicano come nel 2010 il tasso di disoccupazione raggiungerà l'8,7% (8,6% in media d'anno) e il 9,3% a fine 2011 (9,1% in media d'anno). Il perdurare delle difficoltà occupazionali però, annotano gli economisti di Confindustria, non è un fenomeno solo italiano.
Deficit e rapporto debito/Pil - Quanto al quadro di finanza pubblica, Confindustria conferma la stima di deficit al 5,1% del Pil nel 2010 e al 4,1% nel 2011. Ritoccato al rialzo il rapporto debito/Pil, che viene stimato al 118,8% nel 2010 (dal precedente 118,5%) e al 119% nel 2011 (dal 118,9%). Il saldo primario viene sempre visto a -0,5% nel 2010 mentre il 2011 dovrebbe chiudere in positivo allo 0,6%, 0,3 punti al di sotto della precedente previsione. Per il Csc il tasso di disoccupazione si attesterà all'8,6% nel 2010 e al 9,1% nel 2011 (dal precedente 9,2%).
Il Csc stima in particolare che il 2010 si chiuderà con 480.000 persone occupate in meno rispetto a inizio 2008, al netto degli immigrati regolarizzati. Dei 480.000 in totale, circa 30.000 lavoratori dovrebbero perdere il proprio impiego tra giugno e dicembre, ha spiegato più in dettaglio il direttore del Centro Luca Paolazzi. "La creazione di posti di lavoro si rafforzerà progressivamente nel 2011, ma anche allora la variazione netta dell'occupazione sarà negativa a causa degli esuberi rimandati grazie al ricorso alla Cig durante la crisi", spiega il Csc.
Marcegaglia: "Inaccettabile andare ad elezioni" - E a margine della presentazione del rapporto del Csc, Emma Marcegaglia, presidente degli industriali italiani ha ribadito la sua posizione sull'attuale situazione politica italiana: "Andare a elezioni sarebbe inaccettabile in questo momento, questo governo ha il diritto e anche il dovere di governare. Conosciamo, leggiamo e vediamo le difficoltà di questo momento - ha proseguito - però bisogna andare avanti e soprattutto concentrarsi sull'economia, sulla crescita e occupazione che sono i veri temi che interessano. Siamo pronti a collaborare, il governo sta cominciando a muoversi su questi temi".
Alla domanda dei giornalisti se la maggioranza non ci sia più, la leader degli industriali ha risposto: "Non sta a me dirlo, i temi li vediamo tutti i giorni ma pensiamo che anche in questa situazione di difficoltà bisogna andare avanti, governare, occuparsi di crescita, economia e lavoro". Quanto al ministero dello Sviluppo economico, incarico rimasto vacante da diverso tempo per le dimissioni di Scajola, la Marcegaglia ha detto che"va fatto subito, andava fatto tempo fa, la decisione è continuamente rimandata".