Tremonti dietrofront su Draghi: "Nessuna allusione"
EconomiaAl forum Ambrosetti, il ministro dell'Economia aveva fatto un riferimento implicito alle parole del governatore di Bankitalia, che aveva indicato di seguire il modello tedesco. "Non ci vuole un genio che ce lo dica". Poi chiarisce: “Nessun attacco”
"Dire facciamo come la Germania è una roba da bambini". La frase è del ministro dell'Economia, Giulio Tremonti e a molti è sembrata un riferimento implicito alle parole del governatore Draghi che nei giorni scorsi aveva indicato di seguire il modello tedesco. Tremonti ha poi chiarito di non avere mai fatto "nessun attacco o allusione. Semplicemente un richiamo alla realtà e al buon senso"
"Non ci vuole un genio che ci dica che dobbiamo fare come la Germania" aveva detto al Forum Ambrosetti, rilevando che "abbiamo la seconda manifattura in Europa" e "sappiamo che il nostro pil è fatto sotto i 100 addetti dove la Germania c'è già"' e cioè "intesa come una koinè di capitale e lavoro. Cerchiamo di essere meno superficiali possibili, evitiamo questa retorica", ha precisato.
Ci dicono che "non facciamo più come l'Inghilterra? E quando mai abbiamo fatto come l'Inghilterra - ha quindi proseguito - piuttosto la grande discussione non è tra modello tedesco e modello inglese" perché "in Europa la grande questione è che modello economico vogliamo: ci sono due modelli 'export led' oppure quello Delors cioè opere pubbliche, investimenti pubblici, domanda pubblica fatta anche con emissione di debito".
Secondo il ministro "questa è la grande questione: vogliamo un modello export led o vogliamo un modello più equilibrato che contenga anche investimenti pubblici in energia, in ricerca, in difesa. E' difficile, molto difficile ma - ha concluso - è una delle grandi questioni".
La risposta alle dichiarazioni di Napolitano - Poco prima, Tremonti è tornato sull'intervista rilasciata ieri a Repubblica, delineando meglio il suo pensiero: "Su di un giornale ieri ho letto che l'emergenza è finita, su di un altro, oggi, ho letto che l'emergenza continua. Non sono d'accordo con nessuno dei due. Non c'è un'emergenza, c'è però l'esigenza di cambiare e di redigere un programma di riforme". Non senza una certa nota polemica il ministro dell'Economia risponde anche a Giorgio Napolitano, che nei giorni scorsi aveva chiesto una maggiore programmazione economica da parte del governo, auspicando la nomina di un sostituto di Scajola.
Secondo Tremonti "certamente un ministro dello Sviluppo economico serve. Però voglio dire a chi chiede una politica industriale che la programmazione non sempre è lungimirante. Negli anni '70 furono dichiarati maturi i settori della moda e dell'arredamento, non era una valutazione lungimirante".
L'inquilino di via XX settembre ha poi aggiunto che "la politica industriale viene fatta sentendo anche il governo, il Parlamento e tutti i soggetti che possono partecipare alla discussione. Ogni idea in più è benvenuta".
"Non ci vuole un genio che ci dica che dobbiamo fare come la Germania" aveva detto al Forum Ambrosetti, rilevando che "abbiamo la seconda manifattura in Europa" e "sappiamo che il nostro pil è fatto sotto i 100 addetti dove la Germania c'è già"' e cioè "intesa come una koinè di capitale e lavoro. Cerchiamo di essere meno superficiali possibili, evitiamo questa retorica", ha precisato.
Ci dicono che "non facciamo più come l'Inghilterra? E quando mai abbiamo fatto come l'Inghilterra - ha quindi proseguito - piuttosto la grande discussione non è tra modello tedesco e modello inglese" perché "in Europa la grande questione è che modello economico vogliamo: ci sono due modelli 'export led' oppure quello Delors cioè opere pubbliche, investimenti pubblici, domanda pubblica fatta anche con emissione di debito".
Secondo il ministro "questa è la grande questione: vogliamo un modello export led o vogliamo un modello più equilibrato che contenga anche investimenti pubblici in energia, in ricerca, in difesa. E' difficile, molto difficile ma - ha concluso - è una delle grandi questioni".
La risposta alle dichiarazioni di Napolitano - Poco prima, Tremonti è tornato sull'intervista rilasciata ieri a Repubblica, delineando meglio il suo pensiero: "Su di un giornale ieri ho letto che l'emergenza è finita, su di un altro, oggi, ho letto che l'emergenza continua. Non sono d'accordo con nessuno dei due. Non c'è un'emergenza, c'è però l'esigenza di cambiare e di redigere un programma di riforme". Non senza una certa nota polemica il ministro dell'Economia risponde anche a Giorgio Napolitano, che nei giorni scorsi aveva chiesto una maggiore programmazione economica da parte del governo, auspicando la nomina di un sostituto di Scajola.
Secondo Tremonti "certamente un ministro dello Sviluppo economico serve. Però voglio dire a chi chiede una politica industriale che la programmazione non sempre è lungimirante. Negli anni '70 furono dichiarati maturi i settori della moda e dell'arredamento, non era una valutazione lungimirante".
L'inquilino di via XX settembre ha poi aggiunto che "la politica industriale viene fatta sentendo anche il governo, il Parlamento e tutti i soggetti che possono partecipare alla discussione. Ogni idea in più è benvenuta".