Crescono dello 0,1% gli stipend degli italiani. Questo il dato diffuso da Istat che traccia anche un bilancio dell'andamento dei rinnovi contrattuali. L'istituto stima che i mesi di attesa per i lavoratori con il contratto scaduto sono in media 13
Le retribuzioni hanno registrato un incremento dello 0,1 % nel mese di luglio. Questa la fotografia scattata da Istat che riferisce inoltre che l'aumento registrato su base annua si attesta al 2,4% . A giugno le retribuzioni avevano segnato un incremento congiunturale dello 0,1% e una crescita tendenziale del 2,5%.
Alla fine di luglio 2010 i contratti collettivi nazionali di lavoro, in vigore per la sola parte economica, interessano il 63,8 per cento degli occupati dipendenti rilevati per il periodo di riferimento degli indici (dicembre 2005) - segnala l'Istat - a essi corrisponde una quota del 60,7 per cento del monte retributivo osservato.
I settori che presentano gli incrementi più elevati sono alimentari, bevande e tabacco (+5,2%), telecomunicazioni (+4,5%), regioni e autonomie locali (+4,3%), servizio sanitario nazionale (+4,2%). Gli incrementi minori si osservano, invece, per pubblici esercizi e alberghi, ministeri, scuola, militari-difesa e attività dei vigili del fuoco (in tutti i
casi l'aumento è stato dello 0,6%) e forze dell'ordine (0,5%).
Alla fine di luglio risultano in vigore 37 contratti, che regolano il trattamento economico di circa 8,3 milioni di dipendenti; a essi corrisponde un'incidenza in termini di monte retributivo pari al 60,7%. Risultano, invece, in attesa di rinnovo 41 accordi, relativi a circa 4,7 milioni di dipendenti e al 39,3% del monte retributivo totale.
A livello settoriale le quote di contratti nazionali vigenti sono molto differenziate: la copertura è totale nel settore agricolo, è pari al 95,3% per l'industria e al 68,% per i servizi privati. Nella pubblica amministrazione, invece, a partire da gennaio 2010 tutti i contratti sono scaduti e la copertura risulta nulla.
Alla fine di luglio 2010 i contratti collettivi nazionali di lavoro, in vigore per la sola parte economica, interessano il 63,8 per cento degli occupati dipendenti rilevati per il periodo di riferimento degli indici (dicembre 2005) - segnala l'Istat - a essi corrisponde una quota del 60,7 per cento del monte retributivo osservato.
I settori che presentano gli incrementi più elevati sono alimentari, bevande e tabacco (+5,2%), telecomunicazioni (+4,5%), regioni e autonomie locali (+4,3%), servizio sanitario nazionale (+4,2%). Gli incrementi minori si osservano, invece, per pubblici esercizi e alberghi, ministeri, scuola, militari-difesa e attività dei vigili del fuoco (in tutti i
casi l'aumento è stato dello 0,6%) e forze dell'ordine (0,5%).
Alla fine di luglio risultano in vigore 37 contratti, che regolano il trattamento economico di circa 8,3 milioni di dipendenti; a essi corrisponde un'incidenza in termini di monte retributivo pari al 60,7%. Risultano, invece, in attesa di rinnovo 41 accordi, relativi a circa 4,7 milioni di dipendenti e al 39,3% del monte retributivo totale.
A livello settoriale le quote di contratti nazionali vigenti sono molto differenziate: la copertura è totale nel settore agricolo, è pari al 95,3% per l'industria e al 68,% per i servizi privati. Nella pubblica amministrazione, invece, a partire da gennaio 2010 tutti i contratti sono scaduti e la copertura risulta nulla.