Allarme Consob: famiglie italiane esposte a titoli rischiosi

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Il presidente uscente Lamberto Cardia all'incontro con il mercato finanziario: "La Borsa può fare di più per lo sviluppo del Paese, ma è condizionata dalla crisi del debito"

Nel suo ultimo discorso da presidente della Consob, in occasione dell'incontro annuale con il mercato finanziario, Lamberto Cardia ha tirato le file della situazione finanziaria italiana, spezzando una lancia a favore dei mercati e puntando sul rilancio delle piccole e medie imprese. "La Borsa può e deve svolgere in Italia un ruolo di maggiore rilievo rispetto a quello assunto fino ad oggi - ha detto - ma, malgrado i ripetuti sforzi per stimolare la crescita, il numero di società italiane quotate a Milano è rimasto stabilmente al di sotto delle 300 unità negli ultimi dieci anni".

La crisi, ha spiegato, ha scoraggiato i nuovi ingressi e favorito le uscite. Dall'inizio del 2008, a fronte di 13 nuovi debutti, sul listino ci sono state ben 27 cancellazioni. Questa situazione, secondo la Consob, si potrebbe invertire riducendo i costi della quotazione. "Occorre una maggiore flessibilità degli adempimenti richiesti - ha precisato il presidente - per renderli più adeguati alle esigenze della piccola e media impresa". Secondo Cardia il rischio più concreto è comunque quello dell'assottigliamento del mercato. "Non ci si può rassegnare a un prospettiva di lento declino - ha sottolineato - Per questo motivo è importante promuovere il processo di quotazione delle piccole e medie imprese, che nel confronto con le media europea risultano sottorappresentate sulla borsa di Milano". Il presidente ha ricordato che i mercati finanziari sono ormai diventati globali e che devono dunque essere regolamentati su scala altrettanto globale, con regole adeguate. "Iniziative circoscritte all'ambito nazionale rischiano di essere poco efficaci e a volte controproducenti. Mai come oggi le autorità di vigilanza devono confrontarsi con le insidie dell'arbitraggio regolamentare".

Cardia si è infine rincuorato del fatto che stiano emergendo orientamenti e valutazioni comuni, "anche se lo sforzo delle istituzioni internazionali per introdurre nuovi standard globali non ha dato tuttavia risultati definitivi e non ha ancora prodotto interventi coordinati di ampio respiro".

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