Pomigliano, sindacati al governo: "Mediazione non serve più"

Economia
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In attesa del possibile incontro tra la Fiat e le sigle firmatarie dell'accordo sullo stabilimento campano, alcuni rappresentanti fanno sapere di non gradire l'intervento proposto dal ministro Sacconi: "Non ne abbiamo bisogno"

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Se un incontro tra Fiat e sindacati firmatari dell'accordo su Pomigliano si terrà nei prossimi giorni, l'ipotesi di una mediazione da parte del governo non è vista di buon occhio. Anzi, in casa sindacale, qualcuno la definisce "né opportuna, né gradita". "Non ne abbiamo bisogno. Non capisco tra chi dovrebbe mediare e per cosa", dice all'Agi Roberto Di Maulo, segretario generale della Fismic a proposito dell'offerta avanzata dal ministro del Lavoro Sacconi, che si è detto disponibile a coordinare un tavolo che coinvolga tutte le parti, anche Cgil e Fiom.

"Tecnicamente abbiamo un accordo firmato da 4 organizzazioni su 5 (Fim-Cisl, Uilm, Fismic e Ugl, ndr) e validato dalla maggioranza dei lavoratori. Se Sacconi vuole fare qualcosa - va giù duro - faccia una legge 'ad Pandam', visto che questo tipo di provvedimenti sembrano andare di moda". Per Di Maulo, ancora, "una mediazione andrebbe fatta tra parti che sono in dissenso, ma non è il nostro caso". La Cgil, prosegue, "non è d'accordo e non lo sarà mai". Per Di Maulo ora si deve mettere in pratica il progetto "e la Fiat ha il dovere morale di procedere di fronte ai lavoratori che hanno approvato l'intesa". L'incontro con la Fiat deve essere fissato con urgenza, conclude, "la cosa più importante è dare una prospettiva di certezza ai lavoratori che aspettano una risposta definitiva e che non è giusto che rimangano in fibrillazione".

Sulla stessa lunghezza d'onda Rocco Palombella, segretario generale della Uilm che, all'Agi, spiega: "Sacconi non ha mediato prima, penso che adesso il suo intervento non serva. Se il governo aveva intenzione di dare una mano alle parti, lo avrebbe dovuto fare prima della firma tra noi e l'azienda. Ora - aggiunge - la sua mediazione non è né gradita né opportuna. L'accordo è stato realizzato e c'è stato il referendum". Il sindacalista conferma che l'intenzione della Uilm è ora quella di "incalzare la Fiat affinché si sieda con noi per stabilire il crono-programma degli investimenti e dell'avvio dell'impianto campano". "Se la Fiom vuole rientrare nella trattativa, lo può fare tranquillamente" garantisce ancora Palombella, che esclude la possibilità di una 'newco'. "Mai come in questo momento ci sono i tempi per poter discutere dell'applicazione del piano", insiste. Palombella rifiuta anche l'ipotesi di coinvolgere in un nuovo negoziato i sindacati confederali: "Se avevano l'interesse di entrare, prima della firma avevano tutte le possibilità per farlo. Ora si è chiusa una fase".

Secondo il segretario della Fim-Cisl Giuseppe Farina, invece, "quella di Sacconi è una offerta di disponibilità, più che una scelta di intervento". "Credo - spiega - che il consenso attorno all'accordo sia ampio e che sia sufficiente per procedere sul progetto della Panda. Non so se c'è bisogno di qualche altro passo". Sull'ipotesi di un maggior coinvolgimento della Fiom il sindacalista si è detto pessimista: "Se stiamo alle dichiarazioni di Landini (segretario generale del sindacato dei  etalmeccanici della Cgil, ndr), purtroppo non ne troviamo di incoraggianti". "L'accordo - aggiunge - è stato sottoscritto dai rappresentanti della maggioranza dei lavoratori di Pomigliano ed è stato sigillato da un referendum. Dobbiamo tenere conto degli operai che hanno votato no e sono convinto che anche loro, quando torneranno al lavoro, si renderanno conto che abbiamo firmato un accordo  giusto per portare avanti un progetto di sviluppo dell'azienda e del territorio. Le condizioni di lavoro saranno più impegnative ma non metteranno in nessun modo in discussione i loro diritti". Impossibile per Farina riaprire la trattativa con la Fiat, come richiede la Fiom: "L'accordo c'è, ed è suggellato dal voto dei lavoratori. La discussione ora verterà su come attuarlo". 

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