Non ha concesso sconti ai governatori il ministro dell'Economia, che ha definito le nuove misure necessarie: "Altrimenti è collasso". Dura la risposta di Vasco Errani: "Incontro col governo molto negativo"
L'atteso incontro tra governo e Regioni si è concluso con una forte delusione per i governatori, gelati dalla posizione intransigente di Giulio Tremonti sulla manovra. Ricordando la gravità della situazione, il responsabile del dicastero di via XX Settembre ha ribadito che "la manovra è necessaria. Senza questa, infatti, c'è il collasso, non solo mancanza di crescita". Tremonti ha infatti ricordato che l'Italia "ha il terzo debito pubblico del mondo", dato questo che obbliga a "ridurre la spesa pubblica a tutti i costi". Conseguentemente la manovra deve restare con gli "stessi saldi e gli stessi soldi". Tuttavia il ministro ha aggiunto che, "fermi gli importi, la loro composizione e distribuzione", resta la volontà di discutere con le Regioni mettendole insieme tutte, anche quelle a Statuto speciale che, "come il Trentino, hanno buoni bilanci e una serie di guarentigie".
L'intervento di Tremonti ha suscitato un coro di reazioni, a partire da quella del presidente della Provincia Autonoma di Trento Lorenzo Dellai che, sentitosi direttamente chiamato in causa, ha seccamente dichiarato: "Noi abbiamo già dato e sarebbe bene che queste provocazioni del ministro rimanessero a Roma. Nel senso che i problemi non si risolvono, mettendo le regioni una contro l'altra". Fermo e deciso no anche da parte di Vasco Errani, governatore dell'Emilia Romagna e presidente della Conferenza delle Regioni, che ha definito "l'incontro con il Governo molto negativo: non abbiamo trovato nessuna sostanziale apertura; il federalismo fiscale è in condizione di non praticabilità". Errani ha quindi detto che, se "siamo pronti a metterci intorno a un tavolo per parlare dei nostri sprechi, non dimentichiamo quelli dei ministeri né le partecipazioni del ministero dell'Economia in società varie". Per il presidente della Conferenza delle Regioni "questa manovra è ipercentralista: taglia l'1.22% alle amministrazioni centrali e il 14% alle Regioni; non esistono Regioni canaglia e Regioni virtuose e dal governo ci aspettiamo risposte serie".
C'è dunque attesa per il 24 giugno, quando i governatori si incontreranno per fare di nuovo il punto alla Conferenza delle Regioni convocata in mattinata a Roma.
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