Draghi: "La manovra era inevitabile"

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Nella relazione letta davanti all'assemblea dei partecipanti, il governatore di Bankitalia esprime un giudizio positivo sulla finanziaria. E osserva: "Ora bisogna puntare sui giovani. Necessarie le riforme strutturali"

La crisi della Grecia rischia di cambiare il quadro di una pur modesta ripresa in Italia ed è stato però inevitabile per il governo anticipare la manovra di correzione del disavanzo da quasi 25 miliardi.
Mario Draghi, governatore di Bankitalia, non può ancora dare una valutazione dettagliata della manovra appena varata dal governo, ma nelle sue considerazioni finali all'assemblea dei partecipanti, mostra di apprezzarne il tempismo e almeno due capitoli fondamentali, quello delle misure di lotta all'evasione, che nel medio termine deve servire ad abbassare le aliquote fiscali e quello delle pensioni, con l'annunciato arrivo del regolamento di attuazione della legge che nel 2009 ha ancorato l'età minima della pensione alla speranza di vita.

"Il governo ha introdotto misure di contrasto all'evasione fiscale. L'obiettivo immediato è il contenimento del disavanzo, ma in una prospettiva di medio termine la riduzione dell'evasione deve essere una leva per lo sviluppo, deve consentire quella delle aliquote", ha detto Draghi. E a proposito della riforma delle pensioni, dice che "occorre prolungare la vita lavorativa".
"Nel 2009 il governo ha compiuto un passo importante collegando in via automatica, dal 2015, l'età minima di pensionamento alla variazione della speranza di vita; il regolamento in via di definizione dà concreta attuazione al provvedimento", dice Draghi.

"Nella stessa direzione muovono gli interventi sulle cosiddette finestre e sulla normativa per le donne nel pubblico impiego", aggiunge il governatore che torna a chiedere riforme strutturali. "In molte occasioni abbiamo affrontato il tema delle riforme strutturali. La crisi le rende più urgenti", sintetizza il governatore. Dopo la crescita del Pil italiano nel primo trimestre dello 0,5% "l'esplodere della crisi greca potrebbe cambiare il quadro di riferimento". In questo contesto, come altri Paesi, anche l'Italia ha approvato "una riduzione del disavanzo tendenziale pari a 24,9 miliardi nel 2012". Ora, dice il governatore, "è necessario un attento scrutinio degli effetti della manovra per garantire il conseguimento degli obiettivi".

L'Italia, rileva Draghi "presenta molti punti di forza", ricordando la ricchezza delle famiglie e il basso debito privato. Ma dopo il calo di 18 punti del debito in rapporto al Pil tra il 1994 e il 2007, "in questo biennio di recessione è aumentato di 12 punti, al 115,8 per cento. Nelle nuove condizioni di mercato era inevitabile agire, anche se le restrizioni di bilancio incidono sulle prospettive di ripresa a breve dell'economia italiana".

Tra le riforme che servono a recuperare efficienza e competitività Draghi cita gli interventi recenti del governo sul pubblico impiego. "La gestione del turnover nel pubblico impiego e i tagli alle spese discrezionali dei ministeri recentemente decisi dal Governo devono fornire l'occasione per ripensare il perimetro e l'articolazione delle amministrazioni", dice Draghi. Anche il federalismo fiscale "deve aumentare l'efficienza nell'uso delle risorse" e per gli enti che non rispettano le regole, "è opportuno rafforzare il sisteme di vincoli e disincentivi", nella linea tracciata per le regioni con disavanzi sanitari.

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