Epifani: "I diritti dei lavoratori sono a rischio"

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Il segretario della Cgil, confermato alla guida del sindacato, chiude il congresso. "Il governo si fermi, o ci mobiliteremo". Poi aggiunge: "Qualcuno usa la crisi per indebolire i lavoratori e le persone"

La Cgil chiude il suo XVI congresso. E il segretario generale, Guglielmo Epifani, termina il suo mandato con una risposta netta alla seconda anima della Cgil. La maggioranza dell'organizzazione ha approvato con largo consenso la linea riformista e la maggioranza della Fiom viene messa all'angolo, anche grazie ad una modifica statutaria che il sindacato dei metalmeccanici guidato da Gianni Rinaldini non ha per niente gradito.
Nel corso dei suoi lavori l'organizzazione ha votato una modifica allo statuto che affida al solo comitato direttivo il pronunciamento sulle piattaforme e gli accordi interconfederali. Un modo per chiarire definitivamente la linea di intervento dell'organizzazione nei casi come quello emerso in occasione del protocollo sul welfare, quando la Fiom nell'autunno 2007, si espresse in modo contrario rispetto alla confederazione. Un punto su cui, ha annunciato oggi il leader della Fiom, Gianni Rinaldini, i rappresentanti della seconda mozione intendono continuare la battaglia in seno al direttivo. Come, tuttavia, la minoranza, che rappresenta una larga parte della Fiom e che si e' organizzata attorno alla mozione due 'La Cgil che vogliamo', si organizzera' per far sentire il suo peso ancora non e' deciso: secondo l'attuale segretario della Fiom, non con una cosiddetta area programmatica formalmente costituita.

L'assemblea della Cgil ha invece dato mandato al rieletto segretario Epifani di portare avanti una linea politica votata dall'82,04% dei congressisti. Anche se non mancherà lo sforzo per cercare di ricomporre le divergenze e "governarle", "l'esito del congresso è chiaro, il voto degli iscritti ci consegna la linea della Cgil e va rispettato", si legge nel documento politico conclusivo. La Cgil parla di un vero e proprio 'manifesto', nel quale le proposte per la democrazia "sono l'orizzonte in cui costruire un'ampia stagione di mobilitazione, alleanze più vaste".
Anche laddove si parla dei rapporti con il governo la Cgil ritiene che "comunque sia sua responsabilità indicare i terreni su cui provare a ricostruire un lavoro comune". Sul modello contrattuale chiede di trovare "un accordo condiviso sulle regole della democrazia" e si dice "pronta a riprendere il confronto unitario". Quindi la Cgil andrà avanti nel suo proposito di riportare l'organizzazione ai tavoli delle trattative perché, sostiene Epifani, "il conflitto da solo non porta a nulla".

Al Congresso intanto sono state sostanzialmente confermate le percentuali ottenute dalle due mozioni congressuali, che erano state rispettivamente l'82,92% ed il 17,08%. Anche se per Giorgio Cremaschi, esponente della mozione due, il risultato di oggi (17,96%) "è la percentuale più alta di no ad un documento conclusivo nella storia dei congressi della Cgil. Segno - aggiunge - che la mozione due continuerà la sua lotta di minoranza".

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