Fastweb, Vodafone e Wind lanciano l'idea di una rete "unica, aperta ed efficiente" comune a tutti gli operatori che potranno offrire i propri servizi in regime di concorrenza
Fastweb, Vodafone e Wind lanciano il progetto di una rete unica in fibra ottica per l'Italia, aperta agli altri operatori, da realizzare con il supporto di governo e autorità di controllo e l'apporto finanziario di investitori privati e pubblici, con la Cassa Depositi e Prestiti in posizione preminente. Una rete "unica, aperta ed efficiente" comune a tutti gli operatori che potranno offrire i propri servizi in regime di concorrenza.
Il progetto è stato presentato oggi in una conferenza stampa congiunta dai vertici dei tre gruppi, Carsten Schloter (Fastweb), Paolo Bertoluzzo (Vodafone) e Luigi Gubitosi (Wind): per il passaggio dal rame alla fibra si prevede un investimento di 2,5 miliardi di euro in 5 anni, per collegare le 15 maggiori città italiane, con 10 milioni di abitanti, e un periodo di 9 anni per raggiungere il pareggio finanziario. Pronto anche un piano più ambizioso, collegare i 500 comuni più grandi d'Italia, con 30 milioni di abitanti complessivi, in un periodo di 5-10 anni, investimenti per 8,5 miliardi e pareggio da raggiungere in 11 anni.
I tre operatori chiamano a gran voce Telecom a partecipare al piano, riconoscendole il ruolo che le compete: "Auspichiamo la partecipazione di Telecom - ha detto Gubitosi - con un ruolo importante, più grande di quello di ognuno di noi. Non ha senso per noi fare un progetto senza Telecom, ma neanche per loro farlo senza di noi. E' un piano che presenta vantaggi anche per Telecom".
Indispensabile inoltre il supporto del Governo e delle autorità di controllo, l'Agcom e l'Antitrust. "Sarebbe difficile portare avanti il progetto se l'Agcom lo osteggiasse o il governo non lo volesse supportare. Al governo chiediamo di avviare un tavolo con operatori e istituzioni per la creazione
della società per la rete in fibra ottica". All'autorità Gubitosi chiede inoltre di evitare ulteriori vantaggi che accrescano la profittabilità della rete in rame all'operatore dominante Telecom. Aggiunge Schloter: "Immagino che se Governo e Agcom dovessero prendere la guida del progetto, gli altri player non possano negare il proprio apporto. Tutti gli operatori devono sedersi intorno a un tavolo nell'interesse comune dell'Italia".
Guarda anche:
Calabrò, insufficienti gli incentivi per la banda larga
Banda larga, l'Internet veloce corre a rilento in Italia
Dalle cucine agli scooter, scattano gli incentivi
Banda larga, un milione di posti di lavoro entro il 2015
Il progetto è stato presentato oggi in una conferenza stampa congiunta dai vertici dei tre gruppi, Carsten Schloter (Fastweb), Paolo Bertoluzzo (Vodafone) e Luigi Gubitosi (Wind): per il passaggio dal rame alla fibra si prevede un investimento di 2,5 miliardi di euro in 5 anni, per collegare le 15 maggiori città italiane, con 10 milioni di abitanti, e un periodo di 9 anni per raggiungere il pareggio finanziario. Pronto anche un piano più ambizioso, collegare i 500 comuni più grandi d'Italia, con 30 milioni di abitanti complessivi, in un periodo di 5-10 anni, investimenti per 8,5 miliardi e pareggio da raggiungere in 11 anni.
I tre operatori chiamano a gran voce Telecom a partecipare al piano, riconoscendole il ruolo che le compete: "Auspichiamo la partecipazione di Telecom - ha detto Gubitosi - con un ruolo importante, più grande di quello di ognuno di noi. Non ha senso per noi fare un progetto senza Telecom, ma neanche per loro farlo senza di noi. E' un piano che presenta vantaggi anche per Telecom".
Indispensabile inoltre il supporto del Governo e delle autorità di controllo, l'Agcom e l'Antitrust. "Sarebbe difficile portare avanti il progetto se l'Agcom lo osteggiasse o il governo non lo volesse supportare. Al governo chiediamo di avviare un tavolo con operatori e istituzioni per la creazione
della società per la rete in fibra ottica". All'autorità Gubitosi chiede inoltre di evitare ulteriori vantaggi che accrescano la profittabilità della rete in rame all'operatore dominante Telecom. Aggiunge Schloter: "Immagino che se Governo e Agcom dovessero prendere la guida del progetto, gli altri player non possano negare il proprio apporto. Tutti gli operatori devono sedersi intorno a un tavolo nell'interesse comune dell'Italia".
Guarda anche:
Calabrò, insufficienti gli incentivi per la banda larga
Banda larga, l'Internet veloce corre a rilento in Italia
Dalle cucine agli scooter, scattano gli incentivi
Banda larga, un milione di posti di lavoro entro il 2015