Allarme di Moody's sulla debolezza delle banche italiane. Smentita di Bankitalia: il sistema è robusto. Berlusconi: sconcerto per i giudizi delle agenzie di rating. Piazza Affari perde oltre il 4%. Crollo del Dow Jones, ma per un errore
CRISI GRECIA, L'ALBUM FOTOGRAFICO
L'agenzia internazionale Moody's lancia l'allarme sui rischi per le banche italiane in caso di contagio della crisi greca ad altri paesi, i titoli degli istituti di credito vanno a picco e la Banca d'Italia e poi l'Abi intervengono per assicurare come il sistema bancario nazionale sia "robusto".
Questa la cronaca in breve di una giornata vissuta al cardiopalma per le banche in un contesto già difficile a causa della crisi internazionale e che ha visto la speculazione mettere sotto scacco i mercati azionari e dei titoli di Stato del nostro paese.
La nube della speculazione infatti continua a intossicare l'Europa e dopo la Spagna e il Portogallo, colpite nei giorni scorsi dai timori di infezione della crisi greca, è toccato all'Italia essere contagiata dalla paura.
Piazza Affari ha chiuso in calo del 4,2% mentre la forbice dei rendimenti tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi si è ulteriormente allargata. L'euro è sceso a 1,25 dollari. Una reazione dei mercati che fonti della Banca d'Italia hanno definito "ingiustificata", sottolineando come sia frutto del "clima di incertezza che precede il vertice" europeo di venerdì a Bruxelles e come "il sistema bancario italiano dispone di una quantità di titoli stanziabili sufficiente a fronteggiare eventuali tensioni, anche di notevole intensità, sui mercati interbancario e della provvista all'ingrosso".
L'attacco è partito dopo un report di Moody's che ha allineato le banche del nostro Paese a quelle spagnole, portoghesi, irlandesi e della Gran Bretagna: tutte considerate a rischio di contagio se, scrive l'agenzia di rating, "le pressioni dei mercati sui rating sovrani (cioè i giudizio sulla sostenibilità del debito degli Stati, ndr) aumenterà".
Il primo altolà all'onda di speculazione sui mercati viene dalla Banca d'Italia poco dopo la diffusione delle notizie. Bankitalia ha fronteggiato l'offensiva difendendo la robustezza del sistema bancario italiano e il ministro Tremonti ne ha spiegato i buoni motivi, pur ammettendo che in questo momento nessuno può dirsi immune dal pericolo: il che significa che l'attenzione è alta, ma che bisogna affrontare l'emergenza con l'unità europea e non diffondendo "liste di proscrizione" non si sa quanto fondate e nelle quali - è il caso di notare - è inserita anche la Gran Bretagna, sede della più importante piazza finanziaria del mondo assieme a New York.
Il duello tra governo e agenzie di rating rappresenta quasi un salto indietro nel tempo: sembra di essere tornati al fallimento della banca d'affari Lehmans Brothers e all'esplosione della più grande crisi economica mondiale dopo la Grande Depressione del 1929.
Silvio Berlusconi è il primo capo di governo a rendere pubblico un sentimento latente in tutta Europa, la "perdita di credibilità" di agenzie quali Moody's e Standard & Poors che hanno lanciato l'allarme contagio del caso Grecia. In effetti, è difficile negare che le analisi di Moody's abbiano contribuito ad affondare le borse europee, diffondere il panico e soprattutto a porre alcune piazze finanziarie (Milano, Madrid, Londra) nel mirino della speculazione.
Panico a Wall Street. Il Dow Jones è arrivato a toccare oltre -9%. Il calo, il più forte dal 2008, sarebbe stato provocato però da un 'refuso' di un trader nell'ordine di vendita. Lo spiega la Cnbc secondo cui l'operatore distratto avrebbe digitato una 'b' di billion al posto di una 'm' di million mandando in tilt il sistema ma, soprattutto, facendo scattare il panico sui mercati di tutto il mondo.
Il mercato azionario ha risentito oggi dell'effetto Grecia, ma in chiusura ha recuperato nel giro di pochi minuti fino a una perdita più contenuta del 3%.
TUTTI I VIDEO DELLA CRISI IN GRECIA
L'agenzia internazionale Moody's lancia l'allarme sui rischi per le banche italiane in caso di contagio della crisi greca ad altri paesi, i titoli degli istituti di credito vanno a picco e la Banca d'Italia e poi l'Abi intervengono per assicurare come il sistema bancario nazionale sia "robusto".
Questa la cronaca in breve di una giornata vissuta al cardiopalma per le banche in un contesto già difficile a causa della crisi internazionale e che ha visto la speculazione mettere sotto scacco i mercati azionari e dei titoli di Stato del nostro paese.
La nube della speculazione infatti continua a intossicare l'Europa e dopo la Spagna e il Portogallo, colpite nei giorni scorsi dai timori di infezione della crisi greca, è toccato all'Italia essere contagiata dalla paura.
Piazza Affari ha chiuso in calo del 4,2% mentre la forbice dei rendimenti tra i titoli di stato italiani e quelli tedeschi si è ulteriormente allargata. L'euro è sceso a 1,25 dollari. Una reazione dei mercati che fonti della Banca d'Italia hanno definito "ingiustificata", sottolineando come sia frutto del "clima di incertezza che precede il vertice" europeo di venerdì a Bruxelles e come "il sistema bancario italiano dispone di una quantità di titoli stanziabili sufficiente a fronteggiare eventuali tensioni, anche di notevole intensità, sui mercati interbancario e della provvista all'ingrosso".
L'attacco è partito dopo un report di Moody's che ha allineato le banche del nostro Paese a quelle spagnole, portoghesi, irlandesi e della Gran Bretagna: tutte considerate a rischio di contagio se, scrive l'agenzia di rating, "le pressioni dei mercati sui rating sovrani (cioè i giudizio sulla sostenibilità del debito degli Stati, ndr) aumenterà".
Il primo altolà all'onda di speculazione sui mercati viene dalla Banca d'Italia poco dopo la diffusione delle notizie. Bankitalia ha fronteggiato l'offensiva difendendo la robustezza del sistema bancario italiano e il ministro Tremonti ne ha spiegato i buoni motivi, pur ammettendo che in questo momento nessuno può dirsi immune dal pericolo: il che significa che l'attenzione è alta, ma che bisogna affrontare l'emergenza con l'unità europea e non diffondendo "liste di proscrizione" non si sa quanto fondate e nelle quali - è il caso di notare - è inserita anche la Gran Bretagna, sede della più importante piazza finanziaria del mondo assieme a New York.
Il duello tra governo e agenzie di rating rappresenta quasi un salto indietro nel tempo: sembra di essere tornati al fallimento della banca d'affari Lehmans Brothers e all'esplosione della più grande crisi economica mondiale dopo la Grande Depressione del 1929.
Silvio Berlusconi è il primo capo di governo a rendere pubblico un sentimento latente in tutta Europa, la "perdita di credibilità" di agenzie quali Moody's e Standard & Poors che hanno lanciato l'allarme contagio del caso Grecia. In effetti, è difficile negare che le analisi di Moody's abbiano contribuito ad affondare le borse europee, diffondere il panico e soprattutto a porre alcune piazze finanziarie (Milano, Madrid, Londra) nel mirino della speculazione.
Panico a Wall Street. Il Dow Jones è arrivato a toccare oltre -9%. Il calo, il più forte dal 2008, sarebbe stato provocato però da un 'refuso' di un trader nell'ordine di vendita. Lo spiega la Cnbc secondo cui l'operatore distratto avrebbe digitato una 'b' di billion al posto di una 'm' di million mandando in tilt il sistema ma, soprattutto, facendo scattare il panico sui mercati di tutto il mondo.
Il mercato azionario ha risentito oggi dell'effetto Grecia, ma in chiusura ha recuperato nel giro di pochi minuti fino a una perdita più contenuta del 3%.
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