E' quanto stanno perdendo le compagnie aeree dopo il blocco dei voli causato dall'eruzione del vulcano islandese. Disagi anche per il trasporto di merci deperibili. Aviazione civile britannica: questo blocco è anche peggio di quello dopo l'11 settembre
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Duecento milioni di dollari al giorno. È quanto stanno perdendo le compagnie aeree dopo il blocco dei voli causato dall’eruzione del vulcano islandese. Partenze cancellate, rimborsi, assistenza ai passeggeri, veivoli fermi. La nube di cenere, che ha portato alla chiusura di molti aeroporti europei, sta avendo ripercussioni sui viaggi di tutto il mondo. Ondata di cancellazioni anche per le compagnie americane. I meteorologi non prevedono nulla di buono per le prossime 24 ore. “Penso che l'Europa stia vivendo la più grande interruzione del traffico aereo dall'11 settembre – ha detto un portavoce dell'Aviazione civile britannica –. Forse il blackout è anche maggiore". Nel 2001, dopo l’attacco alle torri gemelle di New York, i collegamenti tra Usa e Europa vennero interrotti per tre giorni. I vulcanologi dicono che, se non cesserà l’eruzione, le ceneri vulcaniche potrebbero causare problemi al traffico aereo per altri sei mesi.
Secondo il Times, se il blocco dovesse durare per tutto il week end, le linee del Regno Unito potrebbero perdere fino a 100 milioni di sterline. Fino ad ora la linea aerea più colpita è stata Ryanair, con una perdita di 70 milioni di sterline del suo valore di mercato. La British Airways ha visto il suo valore in borsa scendere di 4,5 milioni di sterline, ma non sono state ancora calcolate tutte le perdite. In passato, interruzioni dei voli provocati dalla nebbia, sono costati alla linea fino a 20 milioni di sterline al giorno. La compagnia low cost Easyjet ha perso 5,6 milioni del suo valore di mercato. Secondo una rivista specializzata in traffico, Boarding.dk, i costi causati dall’eruzione a Sas, la maggiore compagnia aerea scandinava, ammontano a 16 milioni di euro. La linea ha fatto sapere che, se il blocco dello spazio aereo nord europeo continuerà, potrebbe presto mettere in stato di "disoccupazione funzionale" fino a 2.500 dipendenti in Norvegia. Misure analoghe sono previste anche per Svezia e Danimarca.
Ma, come nota il Times, anche l’economia generale dei Paesi sarebbe scossa: turisti, uomini d’affari, merci, non potrebbero entrare o partire. Anche Coldiretti è preoccupata per il trasporto aereo di prodotti deperibili come la mozzarella e le fragole, primizie di stagione. “Ad impensierire – continua Coldiretti – sono i gravi danni economici a danno delle imprese italiane che esportano nei mercati esteri con mezzi aerei. Difficoltà si registreranno anche per gli arrivi di frutta esotica e fuori stagione. Ma questo non sarebbe un male per il made in Italy”.