Bankitalia ha disposto il divieto all'emissione di nuove carte di credito da parte di American Express Service Europe in Italia. Lo stop è stato stabilito a seguito dei controlli effettuati sulla società, nell'ambito di un'indagine della procura di Trani
La Banca D'Italia ha sospeso l'emissione di nuove carte dell'American Express nel nostro paese. Lo stop, che scatterà dal 12 aprile, è stato imposto da un provvedimento della vigilanza di Via Nazionale che blocca l'espansione verso nuovi clienti ma non tocca l'operatività delle carte esistenti. Si tratta, spiegano a Palazzo Koch, di "un atto dovuto" in quanto l'intermediario non si è dimostrato in grado "di rispettare norme imperative di legge in materia di usura, antiriciclaggio e trasparenza". Il provvedimento è stato emanato anche a seguito di alcuni controlli sollecitati dalla procura di Trani.
In particolare, l'inchiesta aperta dai magistrati pugliesi, su esposto di alcune associazioni dei consumatori, riguarda le modalità di calcolo degli interessi sulle carte revolving. La decisione, spiega l'Adusbef in una nota, è stata presa a seguito di una ispezione effettuata su American Express Services Europe Limited per valutare i profili di usura, antiriciclaggio nonché per connessione in materia di trasparenza, effettuata a seguito dell'inchiesta del pm Michele Ruggiero della Procura di Trani. A seguito di questo "provvedimento storico", spiega il presidente Adusbef, Elio Lannutti, "seppur tardivo della Banca d'Italia, che interviene come di consueto solo a valle delle inchieste delle Procure, guardandosi bene dal prevenire fenomeni di usura ed antiriciclaggio come sarebbe suo preciso dovere istituzionale, Adusbef che si costituirà parte civile al processo dopo essere stata ascoltata dal pm Michele Ruggiero il 29 ottobre 2009".
L'associazione inoltre "ha inviato ai sensi del codice del consumo una richiesta urgente all'Antitrust chiedendo di intervenire su altre società esercenti le carte di credito operanti in Italia che abbiano emesso carte revolving equivalenti per grave pericolo agli interessi economici dei consumatori". In particolare, per le carte revolving è emerso, tra l'altro, che: nella documentazione contrattuale e nella pubblicità il Taeg è indicato pari al Tan, anziché essere calcolato su ipotesi più cautelative (utilizzo integrale dal primo giorno con rimborso in rate di importo pari al minimo contrattuale); l'estratto conto manca dell'indicazione della data valuta delle spese effettuate e del prospetto “scalare".
"Per le carte charge, non è indicato il limite di affidamento, variabile in funzione delle spese sostenute il contenuto informativo dell'estratto conto è carente (mancano i prelievi in contante tramite ATM) - afferma Lannutti -. Per entrambe le carte, gli estratti conto non indicano i tassi di cambio, né eventuali commissioni per la conversione della valuta. In caso di revoca, non sono inoltrati gli estratti conto, non consentendo al cliente la conoscenza dell'evoluzione del debito". Carte revolving periziati a tassi usurari del 251%, conclude la nota, "non possono più circolare per il grave pericolo che rappresentano per i consumatori ed utenti, già rapinati quotidianamente da bankster sempre impuniti che non hanno mai,finora, pagato il conto".
In particolare, l'inchiesta aperta dai magistrati pugliesi, su esposto di alcune associazioni dei consumatori, riguarda le modalità di calcolo degli interessi sulle carte revolving. La decisione, spiega l'Adusbef in una nota, è stata presa a seguito di una ispezione effettuata su American Express Services Europe Limited per valutare i profili di usura, antiriciclaggio nonché per connessione in materia di trasparenza, effettuata a seguito dell'inchiesta del pm Michele Ruggiero della Procura di Trani. A seguito di questo "provvedimento storico", spiega il presidente Adusbef, Elio Lannutti, "seppur tardivo della Banca d'Italia, che interviene come di consueto solo a valle delle inchieste delle Procure, guardandosi bene dal prevenire fenomeni di usura ed antiriciclaggio come sarebbe suo preciso dovere istituzionale, Adusbef che si costituirà parte civile al processo dopo essere stata ascoltata dal pm Michele Ruggiero il 29 ottobre 2009".
L'associazione inoltre "ha inviato ai sensi del codice del consumo una richiesta urgente all'Antitrust chiedendo di intervenire su altre società esercenti le carte di credito operanti in Italia che abbiano emesso carte revolving equivalenti per grave pericolo agli interessi economici dei consumatori". In particolare, per le carte revolving è emerso, tra l'altro, che: nella documentazione contrattuale e nella pubblicità il Taeg è indicato pari al Tan, anziché essere calcolato su ipotesi più cautelative (utilizzo integrale dal primo giorno con rimborso in rate di importo pari al minimo contrattuale); l'estratto conto manca dell'indicazione della data valuta delle spese effettuate e del prospetto “scalare".
"Per le carte charge, non è indicato il limite di affidamento, variabile in funzione delle spese sostenute il contenuto informativo dell'estratto conto è carente (mancano i prelievi in contante tramite ATM) - afferma Lannutti -. Per entrambe le carte, gli estratti conto non indicano i tassi di cambio, né eventuali commissioni per la conversione della valuta. In caso di revoca, non sono inoltrati gli estratti conto, non consentendo al cliente la conoscenza dell'evoluzione del debito". Carte revolving periziati a tassi usurari del 251%, conclude la nota, "non possono più circolare per il grave pericolo che rappresentano per i consumatori ed utenti, già rapinati quotidianamente da bankster sempre impuniti che non hanno mai,finora, pagato il conto".