Il presidente dei ministri di Eurolandia ha ribadito l'esistenza d'un accordo per il salvataggio del paese ellenico, puntualizzando, però, che "restano ancora alcuni punti tecnici da approfondire"
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La crisi greca è stata al centro della riunione dei ministri di Eurolandia, tenutasi a Bruxelles il 15 marzo. Al summit hanno anche partecipato il commissario Ue agli affari economici e monetari Olli Rehn, il presidente della Bce Jean-Claude Trichet e, per la prima volta, il presidente stabile della Ue Herman Van Rompuy. Jean-Claude Juncker, presidente dei ministri di Eurolandia, è partito dalla premessa generale della non assoluta necessità d'un piano di salvataggio per la Grecia, la quale, d'altra parte, "non ha ancora chiesto, in maniera ufficiale, alcun aiuto". Dopo aver inoltre specificato che un'eventuale decisione per aiutare Atene è pur sempre demandata al Consiglio Ue, Juncker ha ribadito che, di base, la zona euro "è comunque pronta a prendere un'azione coordinata. Essa potrà scattare immediatamente in caso di necessità". Si tratterà d'uno "sforzo collettivo" a sostegno della Grecia con meccanismi che, in ogni caso, "non includeranno le garanzie sui prestiti". L'accordo, dunque, c'è, ma, al momento, senza alcuna proposta specifica, perché, come ha spiegato lo stesso Juncker, "restano ancora alcuni punti tecnici da approfondire nelle prossime settimane". La palla, dunque, passa adesso al Consiglio europeo, che, in data non precisata, dovrà prendere la decisione finale sulle misure da adottare per la Grecia. Misure che, come ha sottolineato Jucker, dovranno essere "in linea coi trattati Ue e
con la normativa nazionale".
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