
Il provvedimento ribattezzato da Conte “Io resto a casa” è entrato in vigore il 10 marzo, ha validità fino al 3 aprile e il 12 marzo è stato integrato da nuove misure più restrittive. Le restrizioni riguardano tutto il Paese

Nella serata di lunedì 9 marzo il presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha annunciato un nuovo decreto, ribattezzato “Io resto a casa” per contenere il contagio da coronavirus. Tre le altre cose, gli spostamenti sono consentiti solo se strettamente necessari. Ci si può muovere solo per “comprovate ragioni di lavoro, casi di necessità o motivi di salute”. Dal 12 marzo sono poi entrate in vigore una serie di altre misure ancora più stringenti
Nuovo decreto del governo in vigore dal 12 marzo: le attività aperte e quelle chiuse, caso per caso
Il provvedimento entrato in vigore il 10 marzo ha esteso a tutto il territorio nazionale, isole comprese, le restrizioni già in vigore da domenica 8 marzo in Lombardia e in altre 14 province italiane. Per gli spostamenti inderogabili è previsto lo strumento dell’autocertificazione. Se però questa risultasse falsa, il reato sarebbe doppio: non solo spostamento ingiustificato ma anche falsa dichiarazione
Lo speciale di Sky Tg24
Vietati eventi in luoghi pubblici o aperti al pubblico che prevedano assembramenti di persone. Col decreto del 12 marzo si è decisa la chiusura totale di qualsiasi attività non essenziale, quindi anche bar e ristoranti sono stati chiusi. Nessun vincolo di orario invece per farmacie, parafarmacie o negozi che vendono alimenti
Il nuovo decreto “Io resto a casa”
Estesa fino al 3 aprile anche la chiusura delle scuole di ogni ordine e grado, fino all'università

Il provvedimento prevede anche lo stop a luoghi di aggregamento come musei, discoteche, teatri e palestre

Lo stop fino al 3 aprile riguarda anche tutte le manifestazioni sportive: "Non c'è ragione per cui proseguano le manifestazioni sportive, abbiamo adottato un intervento anche su questo", ha detto Conte

Il decreto entrato in vigore il 10 marzo annulla le distinzioni disegnate dal precedente provvedimento di due giorni prima, azzerando le differenze tra la Lombardia e le 14 province e il resto della penisola. Sospese anche le cerimonie religiose

"Oggi è il momento della responsabilità, non possiamo abbassare la guardia", ha detto Conte, ribadendo l'importanza di fare "tutti dei sacrifici"