Vendetta pubblica: tutto quello che non sappiamo sul carcere in Italia

Cronaca

Filippo Maria Battaglia

IL LIBRO DELLA SETTIMANA Marcello Bortolato ed Edoardo Vigna indagano su un tema assediato da pregiudizi e indifferenza e, anche grazie all'aiuto dei numeri, smontano molti degli stereotipi nati in questi anni

“Il carcere è un po’ come la temperatura e il tempo meteorologico: la realtà è diversa dal percepito”. Da questa premessa prende le mosse “Vendetta pubblica”, un pamphlet denso e documentato scritto da Marcello Bortolato ed Edoardo Vigna per la collana dei Tascabili di Laterza (pp. 152, euro 14). 

Sul tema, da decenni si è deposta la nube, densissima, dei pregiudizi soffiati a viva forza dal populismo, ma non solo. Quello delle carceri, infatti,  per un certo demi-monde culturale è da sempre un tema confinato nel residuale, perché lontano dalle esigenze quotidiane: occuparsene pare quasi una moda velleitaria, e per questo tutto sommato discutibile.

 

I falsi miti sulle carceri

È su questa spessa coltre di diffidenze che sono fioriti i più svariati miti. Bortolato (magistrato con una lunga esperienza maturata su questi temi) e Vigna (giornalista del Corriere della sera) decidono quindi di provare a smontarli uno ad uno in otto brevi capitoli, supportati dai dati e da un'analisi che non si fa mai scontata.  Così, ad esempio, di fronte all’obiezione “In carcere non ci va più nessuno”, dimostrano come in Italia, nonostante il numero dei reati sia in costante calo da molti anni, le carcerazioni sono in continuo aumento. Alla fine del 2015 - raccontano - erano 52.164, due anni dopo erano diventati 57.608, a inizio 2020 erano 61.239. E ancora i luoghi comuni sul lassismo delle misure alternative e quelli, ancora più beceri, nati attorno all “vitto e alloggio gratis”.

Bortolato e Vigna indagano con uno spirito realista ed empirico su un tema che da sempre è assediato da  pregiudizi, umoralità o, se va bene, da indifferenza. E la qualità della loro indagine sta innanzitutto qui: in un bagno di realtà su un tema che troppo spesso è liquidato da urla e scrollate di spalle. 

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