
Spazi vuoti, desiderio di normalità, silenzio intervallato da piccole gioie. Il fotografo fiorentino racconta in una selezione di emozionanti scatti in bianco e nero la quotidianità all'interno delle residenze per anziani, con la speranza di aiutare il personale sanitario "a notare quelle sofferenze che, a causa dell'abitudine e dei turni stressanti, rischiano di rimanere sommerse".
Intervista per Lo Spunto Fotografico
di Chiara Piotto

La verità è che nello Spunto di questa settimana le spiegazioni sembrano superflue. C’è tenerezza, c’è paura, c’è tanta solitudine in questi scatti in bianco e nero di Emiliano Cribari
Il sito di Emiliano Cribari
Il titolo del progetto è “La vita prima”. Gli scatti sono del periodo 2015-2017, eppure è attualissimo pubblicarli oggi. Oggi che, dopo mesi di emergenza Coronavirus, ci siamo abituati a pensare agli anziani come alla fascia di popolazione più fragile, più spesso costretta all’isolamento in ospedale. Quella fascia che nei mesi più duri abbiamo visto allontanarsi, spesso senza neppure poter salutare

“'La vita prima' era nato per porre l’accento sui limiti delle possibilità infermieristiche in relazione ai bisogni di chi è ospite di una RSA”, racconta il fotografo

“Ho scattato la prima immagine solo dopo aver capito in che modo il mio lavoro avrebbe potuto essere utile al personale sanitario, su cosa serviva porre l’accento. Dopodiché ho cominciato a setacciare atteggiamenti, gesti. Silenzi. Ne è nata un’esperienza che ha cambiato letteralmente la mia vita”

“Stando all’interno delle Residenze per anziani ho capito che non sempre a un dolore, a un lamento, corrisponde una carenza sanitaria”, continua il fotografo. “Io ho avuto la fortuna di affiancare soprattutto anime buone, attente. Semmai indifese di fronte alle derive della vita. Ciò che ho avvertito fortemente è stata la mancanza di colori e poesia nelle giornate degli ospiti delle strutture. Così come la mancanza di infermieri e operatori sanitari che potessero sostituire e dare manforte ai colleghi stremati da turni massacranti”

Cribari ricorda l’assenza di leggerezza in quegli spazi, “Si percepiva la mancanza di bambini, animali”. Parla di “gracili vite costrette dentro stanze imbevute di varichina”. Si sofferma sulla sofferenza di molti ospiti per non riuscire a spingere lo sguardo oltre: “Dove non arriva la medicina potrebbe sempre arrivare il mare. Oppure una coccinella, una foglia d’acero, un sentiero”

Il lavoro di fotografo all’interno delle strutture si è interrotto con l’inizio della pandemia: “Un giorno Cristina, ex coordinatrice infermieristica, mi disse che gli ospiti chiedevano continuamente quando avrebbero potuto finalmente tornare a frequentarsi, a festeggiarsi”

“Utilizzò proprio quest’espressione: 'festeggiarsi'. L’emergenza sanitaria ha prosciugato la condivisione della felicità”

Lo scopo di un racconto come questo, secondo l’autore, è proprio “offrire al personale sanitario uno strumento utile in più per soffermarsi su ciò che spesso, per abitudine, non riesce più a vedere”

Nell’ex carcere fiorentino delle Murate era stata allestita una mostra per ospitare gli scatti; non a caso nello stesso luogo era stato organizzato un corso di formazione per il personale sanitario: “In questo modo le fotografie, isolando l’angoscia, la solitudine, l’impotenza, diventavano vere e proprie radiografie”, dice Cribari, “capaci di rendere visibile e pertanto analizzabile (quasi) ogni bisogno”

Emiliano Cribari è un fotografo fiorentino autore di diversi reportage, la maggior parte dei quali in bianco e nero. Tra i suoi ultimi lavori, oltre a "La vita prima", "Io sono" sulla trisomia 9 a mosaico e "Il valore dell'aria" sulla SLA
Il sito di Emiliano Cribari
Lo Spunto Fotografico è la rubrica settimanale che unisce fotografia e informazione, curata da Chiara Piotto su Sky tg24. Ogni sabato selezioniamo un progetto legato a temi di attualità e intervistiamo l’autore. #LoSpuntoFotografico è anche su Instagram, con stories dedicate ogni sabato mattina. Le trovate in evidenza sull’account @skytg24
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