Acqua alta a Venezia, quando diventa pericolosa

Cronaca

Maurizio Odor

Sotto gli 80 cm, la marea è normale. A 110 cm, la marea viene definita sostenuta con il 15% della città invasa dall’acqua. A 140 cm il fenomeno è definito eccezionale e il disagio diventa molto pesante per i cittadini

L’intenso maltempo determina sulla laguna veneta il cosiddetto fenomeno dell’acqua alta, termine usato per indicare elevati picchi di marea che allagano generalmente le parti più basse del centro storico. Il Comune di Venezia monitora quotidianamente l’andamento della marea e lancia le allerte nel caso di situazioni di criticità.

Ma quando l’acqua alta diventa realmente pericolosa? 

La pericolosità dell’acqua alta, come per tutti gli eventi naturali, dipende da intensità e durata. Sotto gli 80 cm la marea è normale.  A 110 cm, la marea viene definita sostenuta con il 15% della città invasa dall’acqua. A 130 cm la marea diventa molto sostenuta, il disagio è pesante e il 40% della superficie cittadina è allagata. A 140 cm il fenomeno è definito eccezionale con disagio molto pesante per i cittadini. In questo caso si registrano circa 60 cm di acqua a Piazza San Marco (uno dei punti più bassi della città) e allaga circa il 54% del centro storico. Maree superiori si verificano raramente e aumentano esponenzialmente i problemi e i disagi.

I record storici

L’acqua alta supera i 110 cm in media circa 4 volte all’anno ma gli episodi eccezionali sono piuttosto rari. Nel passato, l’evento più disastroso si è verificato il 4 novembre del 1966, giorno ricordato da tutti per l’alluvione di Firenze. In quella data l’acqua alta toccò un picco di 194 cm, valore mai registrato da quando esistono rilevazioni statistiche. Maree eccezionali hanno interessato la laguna veneta anche in altre occasioni, le più importanti quelle del dicembre 1979 (166 cm), febbraio 1986 (158 cm), dicembre 2008 (156 cm) e novembre 2019 (186 cm).

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