Introduzione
Due decessi avvenuti in soli due giorni, a Olbia e a Genova, hanno riacceso le polemiche sull’uso del taser da parte delle forze dell’ordine. In entrambi i casi le vittime sono decedute dopo essere state colpite dalla scarica della pistola elettrica. Ecco, nel dettaglio, cos’è il taser, come funziona e in quali circostanze può essere utilizzato.
Quello che devi sapere
Cos’è il taser
Il taser è una pistola a impulsi elettrici prodotta dalla società americana Axon Enterprise. Acronimo di Thomas A. Swift’s Electronic Rifle (dal nome di un personaggio di un fumetto dell’epoca) è un’arma da difesa nata all’inizio degli anni Settanta come evoluzione dei manganelli elettrici. In Italia è affidata ad agenti e militari che hanno seguito corsi di formazione specifici ed è utilizzata in primo luogo dagli operatori di primo intervento, come ad esempio i Carabinieri del reparto Radiomobile

Come funziona
Funziona grazie a una batteria che alimenta due elettrodi collegati a dardi metallici capaci di raggiungere un bersaglio posto a diversi metri di distanza. Il funzionamento del Taser, ha spiegato Axon, la società produttrice e distributrice dei taser, intervenuta dopo i recenti eposido di cronaca, “si basa su impulsi elettrici a basso amperaggio che inducono una temporanea incapacità neuromuscolare, con effetto che cessa immediatamente al termine del ciclo”
Cosa prevede la legge in Italia
In Italia il taser è classificato come arma propria: per detenerlo o acquistarlo è necessario il porto d’armi e un’autorizzazione specifica. L’utilizzo da parte delle forze dell’ordine è stato introdotto con la legge del 17 ottobre 2014 n.146 e, dopo una fase di sperimentazione avviata nel 2018, il dispositivo è stato distribuito a polizia e carabinieri in diverse città a partire dal 2022

5mila i taser in dotazione in Italia
In Italia sono attualmente circa cinquemila i taser in dotazione alle forze dell'ordine. Dopo la sperimentazione partita nel luglio del 2018, la pistola elettrica è stata affidata alla polizia di Stato, ai carabinieri, alla guardia di finanza e, dal 2022, anche agli agenti della polizia locale. Quest’arma è assegnata solo ad agenti e militari che hanno seguito corsi di formazione specifici
Caratteristiche tecniche del taser utilizzato in Italia
La pistola in dotazione agli agenti italiani emette una scarica ad alto voltaggio, circa 50.000 volt, e basso amperaggio, a partire da una normale batteria da 7,2 volt. Ogni scarica dura circa cinque secondi

Come deve essere utilizzato dagli agenti
In base alle linee guida del 2018 per il corretto utilizzo da parte delle forze dell'ordine, la distanza consigliata dal “bersaglio” è tra i tre e i sette metri. Il protocollo prevede che l’impiego da parte degli agenti non sia improvviso, ma segua una sequenza precisa: l’operatore deve rendere evidente al cittadino di avere con sé l’arma, mostrarla e, solo se necessario, utilizzarla, rispettando tre principi fondamentali: proporzione rispetto al pericolo in corso, necessità dell’uso dell’arma e adeguatezza rispetto alla minaccia. "Il taser - si legge nelle linee guida - va mostrato senza essere impugnato per far desistere il soggetto dalla condotta" e "va estratto qualora necessario, ponendo in essere tutti quegli accorgimenti propri delle tecniche operative di base, quali la triangolazione in relazione alla fonte di pericolo e il rispetto delle linee di tiro e delle distanze di sicurezza. L'intervento va effettuato preferibilmente in presenza di un secondo operatore"
L’utilizzo come deterrente
Sempre in base alle linee guida, i puntatori laser del taser possono essere "indirizzati sul soggetto come deterrente" e può essere utilizzato il pulsante 'warning arc', "mostrando e facendo udire il crepitio dell'arco voltaico senza colpire il soggetto". Se l'azione di deterrenza visiva non produce effetto, l'operatore delle forze dell'ordine, "mediante pressione sul grilletto", può azionare l'arma
Le precauzioni a cui i militari devono attenersi
Le linee guida definiscono anche le precauzioni a cui gli agenti e i militari devono attenersi. La decisione di utilizzare l'arma deve "considerare per quanto possibile il contesto dell'intervento" e "i rischi associati alla caduta della persona dopo che la stessa è stata colpita". Nel suo utilizzo, inoltre, deve essere tenuta in considerazione la "vulnerabilità del soggetto", come ad esempio uno stato di gravidanza o una disabilità motoria. Dopo ogni utilizzo - indipendentemente dalle condizioni fisiche in cui versa il soggetto colpito - va "sempre richiesto l'intervento di personale sanitario, che dovrà rilasciare una certificazione medica descrittiva"