“Ragazzi interrotti”, su Sky TG24 l'approfondimento a puntate sulla generazione Dad

Cronaca

La nuova serie di speciali di Sky TG24 racconta l’impatto della pandemia sulla vita degli studenti, in una narrazione attraverso la viva voce dei ragazzi. L’appuntamento è dal 22 febbraio all’interno di tutte le principali edizioni del tg. Le puntate (cinque in tutto) saranno sempre disponibili sul sito Skytg24.it, on demand e sui canali social

L’adolescenza è il momento della costruzione della propria personalità. L’età della scoperta, della ricerca di libertà, indipendenza e socialità. Ma per gli studenti del 2020 le cose non sono andate proprio così: un virus sconosciuto, arrivato all’improvviso, ha stravolto tutto. Li ha chiusi nelle loro camerette, costretti dietro allo schermo di un device, privandoli della scuola e della quotidianità. Qual è stato l’impatto di tutto questo sui teenager? Cos’è la Dad per loro? E cosa rappresenta la scuola nelle loro vite? Parte da qui la nuova serie short di Sky TG24, “Ragazzi interrotti”, in onda dal 22 febbraio 2021 all’interno di tutte le principali edizioni del tg, e sempre disponibile sul sito skytg24.it, on demand e sui canali social.

Un racconto senza filtri

A cura di Ilaria Iacoviello e Stefano Sassi, con la supervisione del direttore Giuseppe De Bellis e del vicedirettore Omar Schillaci e la regia di Francesco Venuto, la serie in cinque puntate, con una narrazione senza filtri fatta dalla viva voce dei ragazzi, affronta uno dei temi più dibattuti della pandemia: la scuola e la sua assenza. Un dibattito su un problema sicuramente molto articolato e non semplice da risolvere, in cui però troppo spesso è rimasto sottotraccia proprio il punto di vista dei protagonisti: gli studenti che quelle scuola la animano e la vivono.

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I protagonisti

Al centro loro: Alessia, Anita, Maria Zeta, Marwan, Mattia. E le loro emozioni. Cinque storie da tutta Italia, raccolte anche grazie alla collaborazione della community di Scuolazoo, in cui i ragazzi ripercorrono gli ultimi interminabili mesi: la riapertura a singhiozzo delle scuole, i problemi legati alla Dad, la solitudine, l’amicizia e l’amore vissuti solo virtualmente, il disagio psicologico, l’incertezza di non sapere cosa succederà domani. C’è chi a 12 anni ha deciso di protestare con il banco davanti alla scuola per tornare in presenza, chi, dopo mesi in cui “il pigiama è diventato una seconda pelle”, ha combattuto l’apatia impegnandosi per le persone in difficoltà. Ma c’è anche chi, dopo mesi di crisi, ha abbandonato (almeno momentaneamente) il percorso scolastico. Tutti hanno provato con tenacia e determinazione ad affrontare questa “nuova normalità”. E tutti concordano su una cosa: magari la Dad è più semplice, si copia meglio e si prendono voti migliori, ma la scuola non è solo didattica. È la complicità con i compagni, la ricreazione, le chiacchiere, gli scherzi e le risate. È il sapersi mettere alla prova, confrontare con gli altri, accettare (e magari vincere) le proprie fragilità. In una sola parola: crescere.

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