Chi è Marcello De Angelis e cosa ha detto sulla strage di Bologna

Cronaca
FOTO D'ARCHIVIO IPA

Ex membro del gruppo eversivo Terza Posizione, condannato a 5 anni (di cui ne ha scontati 3, uscendo dal carcere nel 1992), oggi è il responsabile della comunicazione per la regione Lazio. È stato anche senatore, deputato e direttore del Secolo d’Italia. In un recente post su Facebook ha negato la matrice neofascista della strage del 2 agosto 1980 e sostenuto l'innocenza di Fioravanti, Mambro e Ciarvardini

Del nome di Marcello De Angelis, capo della comunicazione del presidente della Regione Lazio Francesco Rocca, si parla molto in questi giorni. L’ex estremista di destra è finito al centro delle critiche dopo un post su Facebook, con cui ha negato la matrice neofascista della strage di Bologna e sostenuto l'innocenza di Fioravanti, Mambro e Ciarvardini. In molti ne hanno chiesto le dimissioni e lui, il 7 agosto, con un post su Facebook ha chiesto scusa. Ma chi è De Angelis? E qual è la sua storia?

 

Il legame con la strage di Bologna

Quanto accaduto il 2 agosto 1980 alla stazione ferroviaria di Bologna è strettamente legato alle vicissitudini giovanili di De Angelis. Il 63enne, da adolescente era entrato nel Fronte della Gioventù, poi era passato a Lotta Studentesca ed era infine confluito in Terza Posizione, come riporta Roma Today. La strage di Bologna spinse il governo alla messa a bando dei capi di Terza Posizione, spiccando alcuni mandati di cattura. Dopo l'attentato nel capoluogo emiliano, il fratello di De Angelis, Nazzareno ("Nanni"), morì in carcere. Due anni più grande di Marcello, Nazzareno era anch'egli militante di Terza Posizione e dopo un breve periodo di latitanza cercò di lasciare l'Italia, con documenti falsi e soldi, insieme a Luigi Ciavardini. Ma all'appuntamento per ritirare i "lascia passare" vennero entrambi arrestati. Pochi giorni dopo "Nanni" De Angelis morì, in stato d'arresto, per cause mai definitivamente accertate.

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L'arresto in Inghilterra, il carcere e la politica in Italia

Marcello De Angelis, all'epoca ventenne, venne a sua volta arrestato, mentre si recava in Inghilterra ed era già in territorio britannico. Fermato dalla polizia, non venne estradato in Italia e restò 6 mesi in prigione, a Brixton, per poi costituirsi in Italia nel 1989. Condannato a poco più di 5 anni di carcere, ne scontò 3 e poi tornò libero nel 1992. Da quando è uscito di prigione, ha fatto il grafico e il giornalista. Si è iscritto ad Alleanza Nazionale nel 1995. Tra il 2006 e il 2008, prima è stato eletto deputato e poi senatore. Dal 2011 al 2014 ha diretto Il Secolo d’Italia. Attualmente riveste il ruolo di responsabile della comunicazione Istituzionale della Regione Lazio, dove è stato chiamato da Rocca.

La polemica sul post Facebook

Da tempo De Angelis utilizza Facebook per pubblicare contenuti controversi, spesso in opposizione alle istituzioni. Ultimo in ordine di tempo è il post sulla strage di Bologna, nel quale sostiene l'innocenza di Fioravanti, Mambro e Ciavardini. "Come ogni libero cittadino di questa Nazione, ho esercitato il diritto di esprimere la mia opinione su un evento solstiziale della nostra storia, fondata su decenni di inchiesta svolta come giornalista e parlamentare", ha poi chiarito De Angelis in un altro post. Le sue affermazioni hanno scatenato la polemica. E il presidente della Regione Lazio Francesco Rocca ha precisato: De Angelis "ha parlato a titolo personale" e non per l’istituzione che rappresenta. Il 7 agosto, il diretto interessato ha scritto: "Intendo scusarmi con quelli - e sono tanti, a partire dalle persone a me più vicine - a cui ho provocato disagi, trascinandoli in una situazione che ha assunto dimensioni per me inimmaginabili". 

 

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